Frasi tratte da
Nota di Lunaria: qualche versetto biblico che "allude ad un Dio misericordioso e pseudomaterno" NON servirà a contrastare né la misoginia cristiana dei loro illustri teologi né lo scandalo sessista di un Dio che si è fatto unicamente maschio in terra. Comunque, visto che la maggioranza dei cristiani ignora questi versetti e io il cristianesimo lo approfondisco tutto, ecco qui alcuni passaggi biblici che presentano Dio (prima ebraico, poi considerato cristiano...) come un qualcuno che ha compassione; quindi non lo presentano con le solite metafore maschili e guerrafondaie presenti nel resto dell'Antico Testamento. Torno a ripetere che anche quando alcuni cristiani ammettono che "Dio non è solo padre, si può considerarlo anche madre" non stanno dicendo che "allora è una Dea e ce la possiamo immaginare con fattezze femminili", al massimo considerano Dio come "Il Padre dal cuore materno".
Gesù rivela che Dio è un padre amorevole anche nei confronti dei figli che rifiutano il suo amore (come racconta la parabola del figlio prodigo, a Lc 15,11-32). Nella Bibbia in alcuni versetti Dio viene presentato con immagini di tenerezza materna.
In questo versetto la fiducia che si ha in Dio è paragonata alla tranquillità del bambino tra le braccia della mamma: "Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia" (Sal 131,2)
Qui Isaia rivela che Dio è più attento delle mamme nel curarsi dei suoi figli: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai" (Is 49,15)
In questo versetto, Dio si paragona ad una madre che consola il figlioletto: "Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò" (Is 66,13) "Quando Israele era giovinetto io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio [...] A Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione" (Os 11,1-8)
Come si vede in questo brano di Osea, sono comportamenti di un genitore affettuoso verso il proprio figlio, specialmente di una madre premurosa.
In Isaia, il popolo viene generato e nutrito da Dio fin dal seno materno: "Ascoltatemi, casa di Giacobbe e voi tutti, superstiti della casa di Israele; voi, portati da me fin dal seno materno, sorretti fin dalla nascita" (Is 46,3)
"Così dice il Signore che ti ha fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta" (Is 44,2) "Dice il Signore, che ti ha riscattato e ti ha formato fino dal seno materno" (Is 44,21)
L'analogia col seno delle madri terrene mostra la provvidenza e misericordia di Dio per le sue creature.
Dio viene anche paragonato ad una levatrice:
"Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre" (Sal 22,10) "Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno" (Sal 71,6) "Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre" (Sal 138,13)
Nell'Antico Testamento si sono usati dei termini femminili come Hokmah (sapienza), Ruah (spirito), Shekinah (tenda) e Rehem (seno materno, luogo di cura e crescita) per definire Dio: la sua misericordia è profonda, caratterizzata dalla tenerezza e dalla compassione, come quella di una madre. Dio viene anche paragonato ad animali dal forte istinto materno come l'orsa e la leonessa: "Li assalirò come un'orsa privata dei figli, spezzerò l'involucro del loro cuore, li divorerò come una leonessa; li sbraneranno le bestie selvatiche" (Osea 13,8)
In Deuteronomio 4:31 il Dio compassionevole nel termine originale è El Rachum che deriva da "Rechem", "utero". Il termine "El Shadday" può essere tradotto come "Il Potente che provvede a tutto" ma la radice "Shad" è qualcosa che nutre, come il seno.
Tuttavia, nella Bibbia Dio non viene mai espressamente chiamato col titolo di "madre" ma esclusivamente di "padre" nel Nuovo Testamento (Nota di Lunaria: che poi è l'idea di Dio che hanno tutti, anche perché Gesù stesso non si è degnato, manco una volta, di definire Dio "madre mia") perché nell'Antico Testamento Dio non appare come padre (lo si trova chiamato così solo in una ventina di testi) perché l'ideologia monoteistica di Israele non poteva ammettere dei legami generazionali tra Dio e il popolo, come se Dio fosse una sorta di progenitore unitosi a qualche Dea madre, al contrario di quello che credevano i popoli confinanti con Israele, che sessualizzavano le loro divinità in maschili o femminili.
Comunque, qualche singolo cristiano, nella Storia, ha scritto: "Dio è contento di essere nostro padre; e Dio è contento di essere nostra madre" (Giuliana di Norwich, XV secolo) e qualche altro può considerare Dio non "Dio Madre", ma "con un cuore di madre". (1) Mi è capitato anche di leggere teologi cattolici che pensano che Maria rimandi al "volto materno di Dio" e le apparizioni di Maria servirebbero proprio a presentare agli uomini questo aspetto di Dio; dal punto di vista di archetipo, Maria rimanderebbe alla misericordia e all'assistenza ai bisognosi, il che servirebbe a concretizzare nella realtà il volto materno di Dio (espressioni analoghe sono "Maria bellezza del volto di Dio", "Maria riverbero della bellezza divina"); altri ritengono che lo Spirito Santo assuma Maria, quasi in una "unione ipostatica dello Spirito in Maria", e dia inizio alla realizzazione escatologica del femminile in Dio, pensando che "se Dio ha assunto l'umanità in Cristo" allora "Maria ha ottenuto una divinizzazione ontologica" anche se OVVIAMENTE TUTTE QUESTE FRASI CHE DI TANTO IN TANTO QUALCHE TEOLOGO PROGRESSISTA SCRIVE NON SONO DOTTRINA CATTOLICA UFFICIALMENTE RICONOSCIUTA, trattasi unicamente del "sentire personale" del teologo in questione e che non hanno alcuna "validità teologica riconosciuta dalla chiesa cattolica".
A quanto mi risulta, le uniche due "frasi papali pubbliche" sul Dio che ama come una madre sono queste:
"Siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. è papà; più ancora è madre" (papa Luciani, 10 settembre 1978) e "Dio è come una madre che visita il figlio in carcere" (Francesco, dicembre 2020)
L'idea patriarcale del padre, del resto, evoca castighi e severità, mentre l'immagine materna evoca compassione e accoglienza, dolcezza e cura. (Nota di Lunaria: che poi sono le caratteristiche che i cattolici ricercano in Maria, "la mamma celeste")
(1) Curiosamente in una nota a pagina 52 vengo ad apprendere che qualche teologo giapponese cattolico ha parlato della maternità di Dio immaginandoselo vestito col kimono femminile...
GIOACHINO ROSSETTO E IL LATO MATERNO DI DIO
In "Maria Figlia Prediletta del Padre" di Gioachino Rossetto si trovano alcune frasi sul lato materno di Dio o per lo meno lasciano intendere che in Dio ci sia un aspetto femminile, rivelato in e da Maria. Era un cristiano degli anni '30 non degli anni '70... e anticipa, di tanto, la teologia femminista dei giorni nostri. Suggerisco di leggere tutto il suo libro, dal quale ho estrapolato questi stralci
"Agli occhi di Dio Maria non appariva sola, isolata, come una cosa a sé, bensì come Regina in mezzo al suo popolo, come Madre in mezzo ai suoi figli... Con la sua ha cominciato la nostra vita" (1908). "Già (da allora) Dio aveva perdonato gli uomini così da promettere che sarebbe venuto fra loro il suo Figlio a patire e morire per loro; lo ha promesso nel paradiso terrestre, quasi una manifestazione della sua pietà paterna e materna" (1932).
2 - Io sono la maternità
Padre Rossetto racconta di una bambina, che alla mamma che le faceva ripetere il segno della Croce: "Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", la interrompeva dicendo: "... e perché non anche nel nome della Madre?" Nella sua vita e nel suo ministero egli ha chiamato, pregato, onorato, goduto... il nome e nel nome della Madre! Lasciamo che parli lui stesso, senza preoccupazione di forma o di ripetizioni. Con lui "andiamo in cerca di Colei che il bambino istintivamente cerca e chiama" (1919).
E nella "pienezza dei tempi": "Il Figlio vivo e vivente ama così il Padre suo, che pur di farlo più Padre e di fare che anche altri potessero chiamarlo ed amarlo Padre, Lui stesso ha lasciato il seno del Padre suo ed è disceso nel seno di una donna. (...). Rimanendo Dio quale era, ha cominciato ad essere anche uomo, vero uomo... Concepito per opera dello Spirito Santo nel seno purissimo di Maria Vergine, è nato a Betlemme, vero uomo come noi" (1932).
Nota di Lunaria: apprezziamo quel simbolico "Seno del Padre" a cui segue "Seno di donna", ma ribadisco che lo scandalo di un Dio che si fa unicamente maschio ed eleva il corpo maschile resta in ugual modo. E in più, trovo mercificante e denigratorio considerare "degna" una donna unicamente perché "è rimasta sempre vergine": la donna non esiste in quanto donna, ma esiste unicamente "in quanto imene sempre integro"
E Madre ci è Maria perché l'ha voluto quando accettò di divenire Madre del Figlio di Dio e quando si associò a Lui sulla via del Calvario e sotto la croce, unendo le sue lagrime al sangue di Lui.
E Madre ci è Maria perché ne abbiamo bisogno; Madre la vogliamo e Madre la chiamiamo ed invochiamo: che ne sarebbe di noi, se non ci sorridesse questa dolcissima e consolantissima verità?
Il paradiso perderebbe per noi una della sue forti attrattive...
Ora che Maria è in cielo, Essa intende e vive l'amore paterno e insieme materno di Dio verso gli uomini, come lo ha inteso sulla terra e l'ha vissuto verso il Figlio Primogenito Gesù" (1928).
In questa prospettiva padre Rossetto mette in bocca a Maria queste parole: "Io sono l'Immacolata concezione? Io sono la Maternità!". Lo è perché Madre Vergine: "Maria è la maternità perché madre singolarissima, che ha dato tutto da sola al suo Creatore, all'autore della sua vita"; e perché il Padre l'ha voluta Madre nostra fin dall'inizio: "Nella creazione Dio ci fu Padre-Madre per mostrarci tutta la sua tenerezza, ma sempre la Madre gli fu presente e nella redenzione la volle realmente" (1920).
[Nota di Lunaria: ovviamente questo pensiero di Rossetto non ha alcun riferimento scritturale, nella Bibbia non esiste nessun versetto che attesti ciò]
3 - Maria: volto materno di Dio
L'aspetto forse più originale dell'insegnamento di padre Rossetto è l'insistenza sul rapporto fra Paternità di Dio e Maternità di Maria. Maria nella sua maternità è "epifania" dell'amore del Padre. "Dio ha provveduto che vi fosse la madre, con cui e per cui Egli amasse l'uomo con cuore materno" (1919).
Esprime questo nel dono che il Figlio ci fa della madre sua sulla croce: "(Gesù) trova l'ultimo e più caro dono: la Madre sua !... Vuole amarci con amore materno nel cuore il più bello. A Lei dice: Ho sete! Donna, amali perché mi amino; amali, per me che muoio. Non faranno più meraviglia le espressioni più che materne di Dio: Come una madre accarezza il suo bambino, così io vi consolerò (Is 66,12); Si dimentica forse una donna del suo bambino?... Anche se queste donne si dimenticassero, io, invece, non ti dimenticherò mai (Is 49,15)... Allora Maria si mostrò Madre, e allargò il suo cuore, abbracciò tutto il mondo, tutte le nazioni, tutti i popoli di tutti i tempi" (1919). "Maria è il termine ultimo, è l'espressione più delicata dell'amore di Dio. E' la punta della freccia con cui Dio giunge a toccare, a ferire e a vincere il nostro cuore... Maria è l'espressione ultima, a noi più prossima ed intellegibile e direi palpabile della bontà di Dio che si piega e "maternizza" con l'uomo poverello. Maria, nella nostra anima, è una visione permanente dell'amore delicato di Dio per noi" (1915). "Dio è Padre! Più Padre in Maria, per cui è Madre: ci fa toccare, ci rivela la sua paternità" (1931).
Nel 1926 scrive: "L'Altissimo... pare abbia voluto incarnare maternamente la sua bontà spirituale in Maria. Maria, ecco la Madre!...
Per Gesù, mio Padre è Dio; mia Madre Maria!... Gesù è la incarnazione della Paternità di Dio. Maria, come dire diversamente? rappresenta quasi la bontà materna di quel Dio, che ha voluto chiamarsi anche nostra madre, per destare meglio e ravvivare il nostro cuore sonnolento" (Pater!, 1926).
Nota di Lunaria: qui Rossetto anticipa di diversi anni lo stesso "ragionamento" di certa teologia moderna, ovvero lasciare intendere che Dio Madre e Maria siano la stessa cosa, ipostatizzati... tramite spirito santo! Ovviamente tutto questo rientra nell'eresia, eh... D'altraparte, considerare Maria madre, ma non considerare madre Dio non toglie lo scandalo fallico: la maternità/femminilità è data alla creatura Maria, e non al Creatore, Dio, che resta virato solo al maschile; dei due sessi, è il maschile ad essere elevato, simbolicamente, nella dimensione trascendentale, infinita, onnipotente, di Dio; inoltre, pregare Maria come Madre non permette di scoprire gli itinerari di preghiera verso il Dio Madre.
"Se vogliamo capire il cuore del Padre dobbiamo rifugiarci nel cuore della Madre. E questa Madre non è Madre nostra se non perché è la Madre di Dio: è Madre nostra solo perché è Madre dell'Amore" (Pater!, 1926). In una meditazione del 1928 dice: "Tutto passa per Maria: considerandoci figli di Dio e considerando Dio nostro Padre, vorrei vedere Maria come Colei attraverso la quale questa Paternità compie questa figliolanza e si genera, si alleva e si perfeziona in noi, così che Dio diventi realmente nostro Padre" (1928).
Il canto di padre Rossetto a Maria è canto al Padre, alla manifestazione materna del suo amore paterno.
"Iddio è il Padre, il vero Padre, che ci ha amati con dilezione perpetua... Ma chi penetra ed intende questa vera, profonda, intima, altissima Paternità di Dio? Si deve lamentare che nel mondo meno si conosce e si studia questa che è proprio la prima verità del nostro Credo, la prima preghiera insegnataci da Cristo, lo spirito del Cristianesimo, il succo del profumo della santa Liturgia, la gioia del Padre, la nostra sicurezza, la nostra vera felicità, il nostro Paradiso anticipato sulla terra... O Padre, Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato questo tuo Nome!...Ma mi ama il mio Dio?
Giova ricordarci tutti i benefici generali e particolari, e brillerà fra tutti di particolare tenerezza, molto atto a convincerci ancora dell'amore di Dio e a ridonarci la gioia, quello per cui ci ha dato la Vergine Madre sua in Madre nostra... quasi rendendo materno in Maria il suo stesso amore".
E conclude con questa preghiera: "O Maria, tu sei l'amore materno di Dio che ti ha fatta e ti ha donata e mostrata a noi perché da te imparassimo che siamo amati tanto e ad amarlo tanto tanto" (1928).
In un articoletto del 1927, parlando della pari dignità uomo-donna, e della manifestazione dell'amore paterno di Dio nella maternità di Maria, aggiunge:
"Chi ha fatto il cuore di mia mamma e di innumerevoli mamme.... Chi ha fatto il cuore della più santa e più amabile di tutte le mamme, Maria, non avrà amore come di mamma e più, infinitamente più, divinamente più... per tutti i suoi figli e, come per tutti, anche per me?" (Pater!, 1927).
Da notare: sta parlando di Dio che ci ha "creati ad immagine e somiglianza sua". La sua riflessione, la sua contemplazione stupita e adorante, è sull'emergere del volto del Padre nel volto della Donna Madre!
Dall'alto della croce Gesù disse: Ecco tua Madre, Ecco tuo figlio. E il cuore di Maria è trafitto da una spada: aperto ad accogliere nel dolore i redenti dal sangue del Figlio, fatti suoi figli. Accogliendo da Gesù Crocifisso Maria come Madre, affideremo noi stessi, la Chiesa e il mondo alle infinite tenerezze del suo amore, e vedremo nel suo volto e sentiremo nel suo cuore, il volto materno del Padre Celeste.
ALTRO APPROFONDIMENTO: Info tratte da
MISOGINIA: IL DISPREZZO DELLA DONNA E "IL SEGNO DEI TEMPI" (pagina 111)
"Vorrei invitarvi a raccogliere uno di questi doni trascurati [...] e che Giovanni XXIII considerava un segno dei tempi il riconoscimento della dignità della donna e della condanna dell'antifemminismo."
Nota di Lunaria: come ho detto, nella Bibbia, nei commenti esegetici, in certi commenti teologici, sono state scritte cose misogine contro le donne. I diritti delle donne - partendo dalle prime istanze, già con Christine de Pizan e poi soprattutto dal Settecento in poi - sono stati ottenuti andando contro quello che la Chiesa diceva sul "ruolo della donna"; è anche vero che anche prima del recente fenomeno del Femminismo Cristiano, ci sono state singole donne cristiane che per l'impegno sociale che hanno dimostrato verso le donne, le operaie o i poveri, gli orfani, e via dicendo, potremmo definire protofemministe e che pur non facendo una critica radicale contro un Redentore Maschile e un Dio Padre, almeno non con toni "alla Mary Daly", hanno tentato di arginare la misoginia cristiana, come Elisa Salerno. Non posso occuparmi di Elisa Salerno, che pure ho visionato online molti anni fa su suggerimento di una persona che me la citò, perché non sono mai riuscita a trovare un libro che parlasse di lei; suggerisco di leggersi quanto è disponibile online su questa figura di donna cristiana che rifiutò la misoginia cristiana. Parlando di "cristianesimo del 2021", pur esistendo singoli cristiani misogini, è anche vero come ho detto nella premessa, che non sono mancati e non mancano analisi teologiche che tengono conto di una maternità di Dio e rifiutano i pregiudizi teologici contro la donna (sì, lo so: a loro volta scopiazzati dalla misoginia pagana... difatti non ho mai difeso Antichi Greci e Romani). Per cui: i diritti della donna si sono ottenuti andando contro il cristianesimo, con attivisti e attiviste che hanno messo in dubbio la "verità e la prassi cristiana" su questo tema; è anche vero che sono esistiti singoli cristiani che non erano d'accordo con la misoginia cristiana, ma consideravano il cristianesimo come religione in grado di promuovere i diritti per la donna, giudicando un male la misoginia cristiana. Nel complesso, oggi, certo cattolicesimo promuove la dignità della donna anche dando aiuto alle vittime del racket sessuale, e facendo molte altre cose buone, e ha rimosso certe analisi e pregiudizi teologici; fa piacere vedere che papa Giovanni XXIII considerasse una cosa positiva il fatto che, nonostante si fosse andati contro la prassi misogina cristiana in vigore per tanti secoli, si fosse finalmente arrivati al riconoscere i diritti alle donne e considerare tutto questo un dono, anche se accolto "con tanto ritardo".
Quanto a uno dei titoli di Maria, "serva del Signore" che si è prestato, con certi commenti teologici o nel sentire comune, a sminuire la donna considerandola serva e obbediente "così come il Creatore ha stabilito che sia", l'Autore commenta: "è evidente che nella storia di Maria, nella sua vocazione e nella sua risposta di fede [...] è espressa la condanna più radicale dell'antifemminismo. [...] "Eccomi, io sono la serva del Signore", sottointendendo che non è la serva di nessun uomo"
Non è molto convincente in questa sua osservazione. C'è da osservare che comunque in nessun brano del vangelo Maria viene descritta come "serva di un maschio" (addirittura si mette in viaggio da sola per raggiungere Elisabetta senza chiedere il permesso a nessun sposo, fratello o padre... e nel "Magnificat" profetizza che i potenti tiranni "saranno scaraventati giù dal trono" e su questo la pressoché maggioranza di teologhe femministe cristiane o post cristiana concorda: trattasi di condanna al dominio androcentrico patriarcale, la figura del tiranno, per l'appunto) e che il titolo di "servo del Signore" viene usato anche al maschile, alludendo alla missione di personaggi scelti da Dio. Perciò nell'ottica biblica e poi cristiana sarebbe un titolo d'elezione.
Ad ogni modo apprezzo che a pagina 112 l'Autore abbia scritto: "Se c'è ancora dell'antifemminismo in noi, nel nostro modo di vivere, di comportarci, di pensare e di sentire - ed è facile che ci sia non a livello teorico, ma a livello pratico, nel quotidiano, nelle azioni di tutti i giorni - togliamolo."
MATERNITà COME EVANGELIZZAZIONE (pagina 117 e successive)
"Oggi contempliamo Maria come Madre di Gesù sul Calvario e come Madre della Chiesa nella persona dell'apostolo Giovanni" (Gv 19, 26-27) [...] La donna materna si identifica sempre con le sue creature a cui ha dato la vita. La madre è generatrice di vita, che continua ad essere tale per le sue creature, anche se sono lontane, in apparenza non le chiedono più nulla e anzi, come può capitare e capita purtroppo, la respingono. [...] Maria, come donna, ha trasformato se stessa nel figlio che ha generato, e realizza tutta la vocazione femminile nel vivere per far vivere, nella continuazione di una vita che va oltre, nel futuro a cui ha dato la carne. [...] La donna è vivente per far vivere; rinunciare a questo ruolo è come morire. [...] La donna è madre non soltanto in modo naturale, ma personale; vive la sua vicenda di fecondità non solo generando, allevando, ma anche partecipando al destino integrale delle sue creature. La sua maternità diviene così vera evangelizzazione. [...] La maternità non finisce mai di glorificare Dio e la sempre santa e buona volontà."
ALTRO APPROFONDIMENTO: MARIA COME VOLTO FEMMINILE DI DIO, info tratte da
"Io non sono solo la Regina del Cielo, ma anche la Madre della Misericordia e la Madre tua" (dal Diario di S. Faustina Kowalska)
La Regina del Cielo è anche Madre di Misericordia: si commuove per i suoi figli. Maria nella Chiesa Cattolica è considerata la Madre della Misericordia sia perché ha generato Gesù (misericordia visibile del Dio invisibile) e sia perché è la Madre dei credenti, infinitamente misericordiosa e premurosa.
"Maria rappresenta il volto femminile di Dio che è Padre e Madre. Quelle viscere di misericordia (rahamim, il termine ebraico) di cui ci parla la Bibbia, ci ricordano che siamo amati con un amore tenero. Questo amore del Padre si è fatto visibile per mezzo di Gesù, il sommo Sacerdote misericordioso (Eb 3) e si rende manifesto anche oggi tramite Maria.
La tenerezza, nella Bibbia, è indicata con il termine "Hesed" ; questa tenerezza ha un cuore e un volto: Gesù; nel viso di Gesù erano delineati anche i tratti materni ricevuti da Maria, che invia i suoi discepoli a tutti quelli che hanno perso la fede o non conoscono l'amore di Dio: "per essere amore là dove c'è odio e cibo là dove c'è fame con mani protese e generose perché ogni uomo ringrazi Dio creatore" (messaggio mariano del 25 settembre 2004)
Messaggera dell'amore e della bellezza, Maria ci fa innamorare di Dio perché "dal suo viso e dal suo amore scopriamo la bellezza del Creatore. In Lei l'amore di Dio che si manifesta in Gesù risplende per noi uomini e donne del XXI secolo rendendosi presente."
Nota di Lunaria: visto che questo libretto del 2006 è - probabilmente - di difficile reperibilità, preferisco mettere la foto della pagina
APPROFONDIMENTO: CAINO E L'AMORE MATERNO CHE PERDONA
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L'ipotesi de "L'Ultima Apocalisse" è affascinante e terribile: Caino che ritorna fra noi, in questa nostra società dell'estremo lembo del Millennio. Se Caino tornasse, potremmo vederlo, riconoscerlo, dargli un nuovo nome?
Forse un nuovo nome non servirebbe.
In "L'Ultima Apocalisse" viene affrontato il tema del Male nel mondo.
A impersonare il Male è Caino con le sue cicliche apparizioni: funzionario, spacciatore di droga, pupillo del demonio, portatore di malvagità, di trasgressioni, di disordine.
Ed ecco l'altro aspetto del tema: quello della salvezza oltre la vita terrena.
Dove troveremo l'approdo definitivo, la spiaggia delle beatitudini? Non certo nell'angoscia o nella paura bensì nella Grazia diffusa nel microcosmo della nostra anima così come nel macrocosmo dell'universo.
Il Regno del Maligno è transitorio. Più duratura, anzi eterna, è la fede-amore che porta alla libertà, lungo un disegno divino che l'uomo deve interpretare e rivivere giorno dopo giorno.
L'immagine scelta per la copertina del libro è l'emblema dell'Amore di Dio:
"Il ritorno del Figliol Prodigo" di Rembrandt, il Padre che accoglie il Figlio ha una mano maschile e una mano femminile, cioè di Madre. Nel Signore, dunque, c'è anche l'amore materno, quello che perdona.
Gli stralci più belli:
Pagina 82
"Non aver timore di te stesso, di quel che il tuo povero cuore sconvolto ti tenta, attaccati al mio amore, perché sento di amarti... Qualunque cosa il cuore ti rimproveri, Dio è più grande del nostro cuore..."
Pagina 84
"Tu [Caino] sei un umano... Sarà anche questo un mistero, ma Dio, nella sua scelta, ha amato più l'uomo che il Diavolo... L'uomo l'ha perdonato con un perdono infinito, e per lui ha attuato la redenzione... (...) Si fa più festa in cielo per uno che ha bisogno di misericordia... Una madre ti generò per amore. Se ti amò generandoti, quell'amore veniva da Dio. (...) Tua madre fu buona nel generarti e nutrirti di sé. E il buon Dio ci donò un'altra Donna, un'altra madre che è terribile nel difenderti... (...) La madre non può che portare in braccio per salvare la vita che ha generato."
Pagine 84 e 96
"L'inferno è credere che Dio sia impotente a perdonare... che la sua misericordia abbia limiti, che Dio sia definito (...) Dopo la tempesta, Dio culla le sue creature."
APPROFONDIMENTO: ESEGESI DI "SKIRTAO" E MATERNITà DI DIO
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Luca 1,39.45 "In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta (*) verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto."
L'iniziativa di Maria, che saluta Elisabetta, è menzionata tre volte, nel testo lucano; dal saluto di Maria si dipanano tre eventi importanti:
1) Il sussulto del bambino
2) La venuta dello Spirito
3) Il riconoscimento di Elisabetta
Non sappiamo cosa disse di preciso Maria, salutando Elisabetta; a "scatenare" gli eventi non sono tanto le parole che ha detto (che non conosciamo) ma la sua voce, che fa percepire il Messia al bimbo nel grembo di Elisabetta.
Il verbo "Skirtao" significa sobbalzare, saltare, danzare e nel Nuovo Testamento lo troviamo solo tre volte, usato esclusivamente da Luca (1,41-44; 6,23); nell'Antico Testamento designava il movimento dei bambini nel grembo materno (Gen 25,22) o l'esultanza del Creato per la venuta del Signore; qui allude alla gioia per i tempi messianici ormai avveratisi. In questo brano, Maria è portatrice del Messia e anche di santificazione (lo Spirito) oltre che di gioia.
In effetti, si può immaginare la scena con una Maria danzante (e quindi evitando di figurarsi Maria come una "statuina passiva e immobile" come viene raffigurata in moltissima arte cattolica), con le due donne che "saltano di gioia"
Elisabetta viene salutata da Maria, avverte il bambino che le si muove in grembo, viene ricolmata di Spirito Santo, proclama, ispirata dallo Spirito Santo come i profeti (**)
Inoltre a Maria sono dati tre riconoscimenti:
A) Benedetta tra tutte le donne (***)
B) Madre del Signore
C) Beata perché ha creduto (e questo fa di Maria il prototipo del credente cristiano)
Note di Lunaria:
(*) Mi è capitato di leggere analisi di teologia femminista che facevano notare che Maria è "emancipata" e pure in forze perché decide di mettersi in viaggio da sola (senza accompagnatore maschile e senza aver chiesto il permesso a qualche maschio...), in fretta, e pure in una regione impervia...!
Comunque è forse l'unico brano biblico dove esplicitamente si dice che lo Spirito Santo (quindi la Terza Persona della Trinità) "colma un corpo femminile" (quello di Elisabetta; in precedenza aveva ricolmato quello di Maria e poi ritroveremo lo Spirito Santo durante la Pentecoste, dove discende sotto forma di "lingue di fuoco")
E inoltre in tutta la vicenda ci sono solo due donne, e nessun "padre patriarca"; anche se poi le due donne portano nel grembo feti maschili... è un po' poco, ma è il massimo della "Presenza del Dio cristiano nel corpo femminile".
(**) Nell'Antico Testamento erano menzionate, in estrema sintesi, delle profetesse. Anche san Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi, riconosce che la donna "può profetizzare" (ovviamente avendo il capo coperto da un velo... aggiungendo anche che il capo della donna è l'uomo, ovviamente...)
Detto ciò, "profetessa cristiana" suona inaudito anche ai giorni nostri, ché grandi progressi in quella faccenda del "la donna può rappresentare il Dio cristiano" non se ne sono fatti granché in campo cristiano, per lo meno parlando di "donna che partecipa all'ecclesia"...
Diciamo pure che l'unico "passo avanti", fatto dai cattolici, è stato "dimenticare" che san Tommaso d'Aquino abbia discettato di femmine e della loro inferiorità nella Questione 92 della Summa Theologiae (che solo io sono andata a leggermi per integrale, infatti il 99% dei cattolici, anzi delle cattoliche, non l'ha letto e manco sa che è stato scritto, poi quando arrivo io a sventolare le pagine della Summa Theologiae sotto i loro occhi mi dicono che "me lo sono inventata io\il libro l'ho scritto io"...).
Fermo restando che da quando ho provato la violenza del marchio e rischiavo di restarci secca, tutto ciò che Tommaso d'Aquino ha scritto contro le donne scopiazzando Aristotele "mi sembra una promozione dei miei diritti"... infatti Tommaso d'Aquino NON avrebbe potuto perseguitarmi e terrorizzarmi come hanno fatto altri personaggi (per giunta, neanche cattolici o cristiani) manco se avesse voluto farlo; e comunque NON avrebbe voluto farlo, non gli sarebbe davvero importato per nulla di terrorizzarmi e angariarmi con l'unica cosa che mi fa collassare dal terrore; ma comunque, ho già fatto il mea culpa e le mie rettifiche altrove, con tutte le mie attività...
Che poi, intendiamoci: non mi rendo ancora conto di come ho fatto a sopravvivere in quei mesi atroci, dove ero "più di là che di qua", incapace persino di stare in piedi a causa delle vertigini e della nausea (ho ripreso a camminare praticamente da maggio...) e angariata di continuo da tizio, caia, semproni*; se siete cristiani con la credenza del "si è salvati per grazia e non per opere\esiste la predestinazione" siete liberi di pensare che "ero predestinata da Dio, fin dal principio, a non crepare in quei mesi atroci", perché neppure io, razionalmente, riesco per davvero a capire come ho fatto a sopravvivere... e mi porterò sempre dietro il trauma subito e il senso di colpa del sopravvissuto che ancora mi fa piangere pensando alle vittime e a chi non ce l'ha fatta...
Perciò "Quaestio 92 di Tommaso d'Aquino oppressione delle donne?" ma ANCHE NO, considerato cosa ho subito per tutto il 2021... e sono ancora malconcia, eh, non è che "sono tornata come prima", sto in piedi sì, ma non di certo come prima del 2021.
Certi personaggini mi hanno sicuramente accorciato la vita di 30 o 40 anni... e sia maledetto chiunque osi pensare che "se crepo prima dei 40 anni" è "per colpa del rock satanico! sì, sì, la musica Metal istiga al suicidio e alla morte dei nostri gggiovani!!!! L'ha detto la tivvù!!!"
Altro che scena DSBM di band come Happy Days, Commit Suicide o Xasthur! In confronto a quello che facevano\aizzavano i miei aguzzini angariandomi senza pietà, queste band inneggiano al vivere a lungo!!!!!
In ambito cristiano non cattolico progressi non se ne sono fatti proprio per niente; diciamo che qualche singola donna in ambito pentecostale (o altri microgruppi cristiani evangelici di nicchia), "dimenticando" di citare i moniti paolini, "si esibisce come profetessa ispirata dallo Spirito Santo" (magari di bianco vestita che fa molto "Sacerdotessa di Avalon", come facevano Maria Beulah Woodforth-Etter,
Kathryn Kuhlman,
Aimee Semple McPherson,
che anticipano il look "Goth Total White" poi portato in auge da Amy Lee degli Evanescence...)
ma non è che le signore e signorine in questione siano "granché approvate dagli integralisti evangelici"... Diciamo che è il massimo del "femminismo cristiano pentecostale" che potrete trovare, il gonnone bianco e le maniche svasate delle "Profetesse Pentecostali" che salgono sul pulpito evangelico dicendo che "Lo Spirito Santo mi ha detto che..."
Per approfondimenti sul movimento pentecostale vedi
Del resto, di "femminile inclusivo" nell'ideologia cristiana tutta c'è poco o niente... o ci si inventa un cristianesimo "di fantasia" (come hanno fatto alcuni e alcune, tipo andando a fare il mischione con la Wicca o il New Age o il culto degli Alieni... e vabhè)
Altri siti wiccan "che credono che Maria sia una Dea"...
ignorando o dimenticando totalmente la Bibbia e i teologi che contano oppure ci si arrampica sugli specchi estrapolando singole frasette o andando a pescare certi eretici tipo i Colliridiani e "dimostrando" che Dio è anche Madre e\o che lo Spirito Santo è materno e\o che Maria è "specchio\riverbero dello Spirito Santo", o che "è stata ipostatizzata nello Spirito Santo" e cose del genere che hanno poco o niente di "attinenze scritturali"... e che comunque il più delle volte sono pure rigettate dagli stessi cattolici ultratradizionalisti.
Non ci sono molti altri appigli per "un cristianesimo femminile", poco o niente o comunque non incisivo quasi per nulla nelle menti dei cristiani tutti; e infatti il "donne profetesse cristiane", che comunque sono menzionate nella Bibbia, sono sconosciute agli stessi cristiani.
Se già il cattolico medio praticante ignora certe cose teologiche ed esegetiche, figuriamoci il "cristiano non praticante" e "il non credente", perciò...
(***) In passato, usato per abbassare tutte le donne "che non erano Maria", lei l'unica degna, le altre tutte immonde ed indegne. Oggigiorno quasi tutti i teologi cattolici vedono il "Benedetta tra le donne" come "Maria fa parte delle donne, è sorella delle donne". Certo, è un passo avanti, resta però lo scandalo dell'ipostasi di Cristo Nostro Salvatore: vero Dio e vero Uomo (maschio che "rappresenta l'umanità, salva tutta l'umanità") e nessuna ipostasi femminile (vera Dea, vera Donna), cioè una Redentrice, un'incarnazione di Dio in un corpo femminile; a meno che non si scivoli nella fantasiosa eresia del "Maria è diventata Semidea ipostatizzata nello Spirito Santo" o "Maria fa parte della Trinità, anzi, della Quadrità" come qualche singolo teologo o cattolico ha scritto o pensa, peraltro cadendo nell'eresia e senza poter citare nessun versetto biblico a sostegno di questa "idea moderna"...
Chi si accontenta, cita "Maria Corredentrice", dimenticandosi però che non è dogma ufficiale, ma anche se lo diventasse cambierebbe poco o nulla: "Corredentrice" sì, ma "sottomessa a Cristo, il Redentore", perciò... siam sempre lì: per quanto si possa elevare Maria, quindi una donna, è sempre e comunque in ugual modo sottomessa a Cristo e obbediente a Cristo; il problema è che Cristo è maschio, e quindi il messaggio è "il maschio è divino, Dio si è incarnato in un corpo maschile, la femmina per quanto sua collaboratrice è un gradino inferiore a lui, proprio perché non divina, ma creatura".
Poi, la teologia cattolica progressista negli ultimi tempi ha cercato di correggere certe frasi teologiche misogine del passato e, raramente, tentare di dare un po' di femminilità (o meglio maternità) a Dio o allo Spirito Santo; lo so bene, seguo anche questi nuovi sviluppi del cristianesimo...
Diciamo che "Maria Corredentrice" sarebbe il massimo della "promozione del Femminile nel Cattolicesimo" e che "riconosce un minimo di semi divinità femminile". Un minimo, eh, e non stiamo comunque parlando di "Allora Maria è una Dea e quindi Dio è anche Femminile! Evviva, finalmente c'è la parità teologica!!!"
Ad ogni modo, tra i vari tentativi teologici che qualche singolo teologo\a ha tentato di fare per "femminilizzare un po' il cristianesimo" (ideologia androcentrica per definizione e che esclude le donne dalla sfera del divino, del sacerdozio, del simbolismo...) quello meglio riuscito, secondo me, se proprio si vuole cercare di rendere "più inclusiva del femminile" una religione fortemente patriarcale, è "Maria collaboratrice dello Spirito Santo" e frasi come "Maria Bellezza del Volto di Dio" o "Maria, presenza e un sacramentale dei lineamenti materni di Dio", frasi che comunque sono state scritte nella teologia cattolica contemporanea; lo diciamo, per non essere accusate di "essere rimasta ferma a Tommaso d'Aquino"; non ho letto solo Tommaso d'Aquino, tranquilli, e tengo conto di tutto quello che voi cristiani scrivete...
Qualche singola frase su "Spirito Santo femminile" è stata detta da Edith Stein (che comunque difendeva la verginità di Maria, e questo è problematico quando si svaluta la corporeità e la sessualità femminile esaltando "l'essere illibate"): "Perciò, proprio nello Spirito Santo effuso su tutte le creature, potremmo vedere il prototipo dell'essere femminile"; qualche teologo ha spiegato le apparizioni mariane come "Dio vuole annunciarsi al mondo anche sotto forme femminili e si serve di Maria" e che Maria è "lo specchio della maternità generante di Dio".
Altri teologi mettendo l'accento non sul "Dio che castiga" (tipico degli evangelici ultraintegralisti) ma sul Dio d'Amore e parlando della tenerezza di Dio e della sua misericordia hanno evidenziato i collegamenti col grembo materno ("Rahamim", le viscere materne)
qualche santino mostra un Gesù Bambino che si lascia cullare dalle sante che "gli fanno da mamma" sotto la supervisione di Maria, lasciando intendere il "Dio è un bambino indifeso che si affida e si lascia coccolare e amare dalle sue creature" quasi come se il rapporto "Madre-Figlio" fosse un'allegoria per parlare di "Dio e le sue creature" e Dio stesso chiedesse di essere amato come una mamma ama il suo piccino,
ma nel complesso questo simbolismo cattolico non è molto "citato o frequente".
Sono tanti anni che studio teologia leggendo tutto il leggibile che trovo, e questo è il massimo dell'"inclusività del femminile in Dio" che ho trovato.
Ripeto che sono tutti libri cattolici moderni, non sempre apprezzati dai cattolici ultratradizionalisti e che secondo me rappresentano il massimo del "femminile semidivino" che troverete nel cattolicesimo dei giorni nostri.
Approfondimento: IL TIMBRO MATERNO DI DIO E MARIA COME FORMA DEI
Concetti tratti da
Maria ha sperimentato che Dio sa fare grandi cose, che niente gli è impossibile, anche trasformare dei peccatori in apostoli.
Maria viene chiamata "Rifugio dei peccatori", di tutti quelli che hanno perso o non ce l'hanno fatta, Maria è il rifugio dei peccatori pentiti, dove le accuse di chi è sempre pronto a scagliarsi per condannare gli altri non arrivano; Maria continua a credere alla possibilità di cambiamento e di conversione del peccatore.
Maria è attiva, nell'interiorità del peccatore pentito: Cristo permette a Maria di parlare e di mostrare con un timbro materno la misericordia di Dio; sull'esempio del Buon Pastore, Maria non lascia vagare lontano da Dio, ma viene in cerca dei peccatori e li stringe a sé, intercedendo per il perdono; sorregge se si rischia di cadere, rialza chi è caduto.
Quando sembra impossibile che il peccato sia vinto, Maria porta per mano all'abbraccio di Dio: nulla è impossibile alla Grazia.
Approfondimento tratto da "Amiamo la Madonna", testi tratti dal "Segreto di Maria" di S. Luigi Grignon de Montfort con meditazioni di don Venanzio Maria Bonicco
O figli di Maria, o figli di satana
"Come nell'ordine naturale ogni figlio deve avere un padre ed una madre, così nell'ordine della grazia, ogni vero figlio della Chiesa deve avere Dio per padre e Maria per madre. Chi si vuole gloriare d'aver Dio per padre, ma non ha la tenerezza di un vero figlio per Maria, è un bugiardo che ha soltanto il demonio per padre".
Ha detto Cristo: Io sono la vite e voi i tralci. La vite e i tralci formano un'unica pianta. Maria che è Madre di Cristo, deve perciò essere anche nostra Madre.
Gesù è il capo del corpo mistico di cui noi siamo le membra. Capo e membra hanno una sola Madre.
Maria è Madre di Cristo fisicamente, Madre nostra spiritualmente, in quanto comunica a noi la vita divina, portata da Cristo all'umanità.
Lo Spirito Santo che formò divinamente in Lei Cristo, continua a formare divinamente in Lei ogni cristiano, del quale si può dire come del Salvatore: fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine. E, come la Madre non solo dà la vita, ma la nutre e ne aiuta la crescita, così la divina Madre alimenta e fa crescere in noi la vita divina, nella misura in cui le siamo uniti con la fede e l'affetto filiale e collaboriamo volontariamente con Lei all'opera della nostra rigenerazione cristiana.
Tutta la nostra crescita spirituale è legata a questa dipendenza dall'influsso materno di Maria nelle nostre anime.
Voglio collaborare con te, Maria, perché tu possa occuparti della mia crescita spirituale. Non voglio mettere ostacoli, non voglio oppormi a nulla. Desidero lasciarti fare, Madre, perché tu sai cosa è bene per me, che cosa mi porta alla vera felicità. Io ho fiducia nel tuo amore per me e mi metto nelle tue mani, anzi, mi rifugio nel tuo Cuore e continuo a credere che col tuo aiuto io diventerò davvero come Dio mi vuole.
Maria nostro stampo divino
"Maria è chiamata da Sant'Agostino, e lo è effettivamente, forma Dei, stampo vivente di Dio; questo perché in Lei è stato formato il Dio-Uomo, Gesù Cristo, senza che abbia perduto alcun tratto della divinità; e ancora in Lei l'uomo è formato ad immagine di Dio, nella grazia divina. Tale stampo è divinamente perfetto: chiunque vi è gettato e si lascia formare, acquista tutti i tratti della fisionomia di Cristo il vero Dio, in maniera dolce e proporzionata alla fragilità umana".
È questo il grande segreto che ogni cristiano dell'era mariana deve conoscere; è la verità che può cambiare, in poco tempo, la faccia della terra.
Ciascun cristiano, dal momento del Battesimo, è portato nel seno di grazia di Maria, per ricevervi la sua vita divina, la sua configurazione a Cristo. Come l'albero, nella misura in cui cresce, ha bisogno di affondare le radici nella terra, così l'anima che vuole crescere in santità, ha bisogno di affondare le radici del suo amore nella Madre divina.
Maria è il grande misericordioso aiuto di Dio, per rifare maternamente nelle anime quanto il peccato ha distrutto. Riconosciamo e accettiamo interamente il piano divino della Redenzione, se ne vogliamo comprendere la bellezza e sperimentarne l'efficacia.
Tu, o Maria, mi restituisci alla vera immagine, tu riformi i miei veri lineamenti ad immagine e somiglianza di Dio. Tu lo fai teneramente e non ti stanchi mai di venirmi incontro, di prendermi per mano, di purificare la mia vita perché splenda per la gloria di Dio. Mi getto fiducioso nello stampo divino che tu sei, Madre Celeste, e voglio affondare le mie radici nel tuo Cuore, fonte di ogni felicità.
APPROFONDIMENTO: MEDJUGORJE E IL VOLTO MATERNO DI DIO
Info tratte da
Concetti tratti dalla pagina 84 alla pagina 89; l'amore di Dio come Madre e Maria come volto materno di Dio sono citati a pagina 89.
Medjugorje ha rinnovato il movimento cattolico mondiale fin dal 24 giugno 1981, quando dei ragazzi e delle ragazze adolescenti confessarono di aver visto la Madonna ("Gospa" in lingua locale) sulla collina Podbrdo, presso il monte Crnica.
A distanza di decenni, i veggenti ricevono ancora messaggi da divulgare.
Perché la Madonna appare a Medjugorje?, ci si potrebbe chiedere.
A questa domanda si può rispondere come alcuni teologi che affermano che "La Chiesa ha due aspetti: la struttura gerarchica (preti, vescovi, papa...) e il popolo di Dio, cioè i laici (uomini e donne), che animati dallo Spirito Santo (che distribuisce i suoi doni a tutti coloro che egli vuole), possono avere dei carismi, tra cui il dono di profezia" (Nota di Lunaria: che comunque anche le donne possono avere, negli Atti degli Apostoli 2,17 è espressamente scritto: "Profeteranno i vostri figli e le vostre figlie, i vostri giovani avranno visioni")
Moltissime persone, a Lourdes come a Medjugorje, hanno avuto guarigioni e vissuto esperienze incredibili (sono guariti da dipendenze, dalla droga...).
Un cardinale della Chiesa croata, specialmente durante la guerra, affermò che "Dio rivela la potenza del cuore materno! Egli manda la santissima Vergine Maria proprio in questi tempi."
Perché Dio affida a Maria l'incarico di divulgare questi messaggi che parlano di pace, di gioia, di consolazione e di conversione?
Dio lo fa perché ci ama di tenerissimo amore, come sta scritto a Isaia 49,15: "Si dimentica forse una donna del suo bimbo, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, Io (Dio) non mi dimenticherò mai."
è attraverso Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, che Dio vuole mostrare il suo amore infinito non solo di Padre ma anche di Madre; Maria è il volto materno di Dio.
Mettiamo la prova, prima che qualcuno mi bersagli di insulti, dicendo che "è una mia fandonia, non è vero niente, me lo sono inventata":
Concetti tratti dalle pagine 94 e 95
La apparizioni non sono una nuova rivelazione ma una luce interpretativa della Bibbia in senso carismatico e profetico. (Nota di Lunaria: che dal punto di vista della questione femminile sarebbe un progresso: infatti tutta la Bibbia è stata trasmessa dai maschi ed è la loro voce a predominare, ad eccezione di quelle sporadiche pagine dove si riporta qualche frase detta dalle donne; i messaggi della Madonna o di Cristo rivelati da donne della nostra epoca sarebbero un correggere e ridimensionare l'androcentrismo profetico che la fa da padrone parlando di messaggio biblico antico)
Le apparizioni di Maria hanno questo significato:
1) fanno comprendere la sua funzione materna, di Madre che non solo si è occupata del Bambino Gesù ma anche dei suoi fratelli, cioè di tutti gli uomini; del resto, Gesù crocifisso aveva riconosciuto Maria come "Madre dell'apostolo che amava", e di conseguenza, Madre dell'umanità.
Nota di Lunaria: esistono anche alcuni santini con Maria "Mater Orphanorum", "Madre degli Orfani" che rendono ancora meglio il concetto
2) mostrano l'amore di Dio, svelando, attraverso Maria, la bontà di Dio e del suo amore, descritti, nella Bibbia, con termini dell'amore materno; il fatto che siano scelti dei veggenti poveri, fanciulli, analfabeti, disabili (sordomuti, paralitici...) disprezzati dal mondo, dimostrano la predilizione di Dio per le persone umili e bisognose.
Nota di Lunaria: vedi anche le apparizioni mariane a Lourdes o a Fatima, con protagonisti bambini analfabeti e pastorelli
3) mostrano l'interessamento di Maria per le sorti della Chiesa e dell'umanità attuale, e la raffigurano come Donna dell'Apocalisse che lotta contro il male
Mettiamo la prova
TEOFANIE VETEROTESTAMENTARIE NON PATRIARCALI, info tratte da
Nota di Lunaria: onde evitare insulti e il solito mantra del "te lo sei inventata tu, non è vero niente, non hai letto niente sul cristianesimo e non conosci niente!", saranno pubblicate, alla fine del post, anche le foto delle pagine, a mo' di prova.
Ma soprattutto: chi volesse criticare dicendo "Non credo che sia così, Lunaria, guarda che ti sbagli" DEVE, se vuole ricevere risposta, CITARE LA BIBLIOGRAFIA CRISTIANA SULLA QUALE SI è FORMATO.
VOGLIO: AUTORE, TITOLO DEL LIBRO E NUMERO DELLA PAGINA. Va bene chiunque, da Lattanzio in poi, basta che citiate UN LIBRO DI TEOLOGIA scritto da tizio tal dei tali e corredate la vostra argomentazione con il numero della pagina dalla quale l'avete tratta, esattamente come faccio io quando ho lo sghiribizzo di parlare di cristianesimo. Così, se è un libro che non conosco (cosa possibile) andrò a cercarlo in biblioteca per accertarmi che le cose stanno proprio come avete scritto, e se è il caso farò le mie rettifiche, ma non ho alcuna intenzione di sopportarmi cristiani che NON hanno letto nulla di teologia ed esegesi ma si mettono ad insultarmi e a trollarmi!
***
Pagina 167 e successive
All'inizio, Dio si astiene dal precisare al popolo che trae dall'Egitto che non è un Dio fra altri dei ma l'unico creatore e padrone del mondo, gli nasconde ancora che il suo nome più esatto è "padre", e che il suo essere è "amore" (1)
Quando Israele fissa il suo sguardo su chi lo guida, cosa vede?
Il giorno, una colonna di nubi, e la notte una colonna di fuoco.
Sul Sinai la gloria (in ebraico "Kabod") di Dio si manifesta di fronte a tutto il popolo.
"Nel terzo giorno, sul far del mattino, tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un fortissimo suono di tromba: tutto il popolo dall'accampamento incontro a Dio: si mantennero alle falde della montagna. Il monte Sinai era tutto fumante, poiché su di esso era sceso Jahvé sotto forma di fuoco. Il fumo saliva come fumo di fornace e il popolo tremava" (Es 19,16-18)
Solo Mosè può penetrare nella nuvola e conversare con colui che abita il fuoco incandescente. (Es 33,11; Num 12,6-8)
Nel salmo 18,7-16 si incontra una descrizione di Dio analoga, caratterizzata da alcuni elementi naturali: "[...] Fumo gli stava tra le narici\fuoco divoratore dalla sua bocca\carboni ardenti uscivano da lui\ [...] Montò sopra un Cherubino e volò, si alzò a volo sulle ali dei venti. [...] Si avvolse in un velo di tenebre\come una tenda lo circondava\grande abbondanza d'acque\un ammasso di nubi\per il fulgore che irradiava, fiammeggiarono grandine e carboni ardenti."
Come attesta Mosè (Deut 4,12-15) quando Dio parla in mezzo al fuoco non si può riconoscervi alcuna forma (Nota di Lunaria: ma ovviamente il 100% dei cristiani quando pensa a Dio pensa al "vecchio con la barba"... non di certo pensano ad un fuoco parlante!!!)
Null'altro che un folgorio accecante, folgorio attraverso una nube che lo vela (ma voglio vedere se esiste un cristiano che pensa al suo Dio come ad una nube scintillante... nota di Lunaria)
è perché non si distingue nell'incandescenza divina nessuna forma creata, che all'uomo è vietato di ispirarsi a qualche forma creata per rappresentarsi Dio (seh, come no. In 2000 anni sono andati avanti a rappresentarlo come un vecchio patriarcale, perché se non è vecchio e non ha la barba allora non è Dio ma è "eresia del GGGender che ci vuole imporre il dio asessuato femminile genderizzato non binario ecc. ecc."... Nota di Lunaria)
Nella visione di Ezechiele Dio compare come uomo nell'arcobaleno: il profeta vede, in principio, un vento tempestoso, una grande nube e fuoco che si avvolgeva ed emetteva bagliori.
Appaiono poi quattro esseri con sembianza umana, e sopra alla loro testa il profeta vede un qualcosa simile "alla volta celeste, come lo splendore del cristallo"; poi vede un trono "simile allo zaffiro"
nel firmamento che poggia sulle loro teste, e una figura d'uomo che risplende sul trono.
Il tutto "è simile all'arco che si forma tra le nubi, in giorno di pioggia"
L'arcobaleno era già stato menzionato, dopo il diluvio, come segno di alleanza tra Dio e la Terra (Gen 9,12-13).
Nota di Lunaria: la visione di Ezechiele è, ovviamente, ancora androcentrica; ad ogni modo, per gli esegeti e i teologi, la sua visione "identifica la promessa della riconciliazione universale che risplende sull'intero universo dalla restaurazione dell'immagine divina nell'umanità", che ovviamente, è sempre e solo "mascolina". Ma tant'è. A meno di non uscirsene con un "privo di elementi scritturali ma fa niente andrebbe bene lo stesso" "Maria incarnazione dello Spirito Santo in Terra" non se ne esce dall'inghippo androcentrico del cristianesimo. Del resto "il popolo che si è scelto Dio è predestinato ad essere conforme all'immagine di suo Figlio" (Romani 8,29) perciò il tutto è sempre virato al maschile, reale o simbolico che sia. Cristo è "immagine a forma umana" della gloria divina, ma è maschio, e la femmina (le caratteristiche fisiche della femminilità) sono escluse dalla gloria divina, a meno che non se ne esca con un "ma anche Maria è Divina" usando la sua corporeità femminile come "immagine di Dio, metafora di Dio"; altre soluzioni non ce ne sono.
Pagina 212
In Deuteronomio 32,9-18 Dio è paragonato ad un'aquila, roccia\con le doglie: "Come un'aquila che veglia sul suo nido\che aleggia sopra i suoi piccoli" e "[il popolo] abbandonò Dio che lo aveva fatto\disprezzò la roccia della sua salvezza [...] Della roccia che ti ha generato fosti immemore\hai dimenticato Dio che per te soffrì le doglie"
L'arcobaleno ricompare nell'Apocalisse (Apoc 4,2-3)
e viene rimarcato il simbolo dell'Agnello "che sembra sgozzato".
L'immolazione ha permesso all'Agnello di liberare, per Dio, al prezzo del suo sangue, uomini di ogni razza, lingua, popolo e nazione. A Mt 25,31-45 vi è un'equiparazione tra Gesù e "il più piccolo dei miei fratelli": infatti ogni volta che si farà un atto di carità verso "il più piccolo", lo si sarà fatto a Cristo stesso.
Certo, il testo è bello e suggestivo (e se venisse applicato alla lettera ci sarebbe solidarietà di continuo e invece tanti cristiani si sono messi pure a discriminare i loro fratelli cristiani senza il greenpass!!!) ma resta il problema del maschile divino di Cristo che "si riflette" anche "sul più piccolo degli uomini" (il testo è tutto al maschile, ovviamente, non si parla di "la più piccola delle mie sorelle", ma tant'è... è "maschile universale inclusivo anche delle donne"... costava tanto metterci anche un "e le mie sorelle"...)
Pagina 230
Dio non si presenta soltanto sotto l'aspetto del padre e dello sposo geloso e dell'amante (nel Cantico dei Cantici) ma anche di madre: "Si dimentica forse una donna del suo lattante, una madre del figlio del suo seno? Anche se costoro si dimenticassero, io [Dio] non ti dimenticherò" (Is 49,15)
Pagina 232, conclusione personale dell'Autore:
"Ciò che Dio ama nell'antico popolo è questa vocazione di madre del popolo nuovo, nei membri del quale suo Figlio, concepito da questa madre, toccherà a poco a poco la sua statura perfetta. Ci resta dunque da vedere gli occhi dolorosi dei profeti fissati su questo punto nel quale prenderà corpo Dio."
Nota di Lunaria: bene, abbiamo dimostrato che il Dio dei cristiani nella Bibbia si manifesta come "fuoco parlante", "nube scintillante", "aquila\roccia\con le doglie e le viscere femminili", "Agnello", ma ovviamente il 99% di tutti i cristiani di tutti i tempi ha sempre pensato a Dio come "al vecchio con la barba" e tanti saluti al resto delle Teofanie che conoscono in quattro gatti tra cui Lunaria.
(1) Dio è pieno di "Hesed", Pietà, e "Rahamim", "la compassione del seno materno, le viscere che hanno generato". Amare, in ebraico, è "Ahab". Dio ama gli uomini in Deut 4,37 - 7,13 - 10,15 - 23,6. 2 Sam 12,24. Neem 13,26. Sap 11,24 ("Dio ama tutto ciò che esiste") e in molti altri versetti.
In Ger 31,20-22: "Per questo le mie viscere si sono commosse per lui [Efraim]"
PROVE:
MATRIMONIO COME SIMBOLO DELLA TRINITà
Info tratte da
"Quando il Figlio si incarna, ci rivela la vita intima di Dio, ci apre il cuore di Dio [...] Con la Rivelazione cristiana si apprende che Dio [...] è una Trinità di persone. Nella Trinità [...] ci sono due operazioni che hanno luogo da tutta l'eternità.
La prima è la Generazione del Verbo. Il Padre eterno genera suo Figlio [...] co-eterno al Padre, lo genera dall'eternità senza tempo.
La seconda operazione è la Spirazione dello Spirito Santo.
Il Padre e il Figlio (solo principio) spira (verbo da usarsi proprio al singolare) lo Spirito Santo [...] la Persona dell'Amore all'interno della Trinità.
Abbiamo due immagini molto eloquenti della Trinità nel creato. L'essere umano pensa e vuole, e tuttavia è uno stesso essere, come il Padre pensa ed è suo Figlio, e vuole, ed è lo Spirito Santo. Eppure è un solo essere, una sola e medesima natura.
L'altra immagine è il matrimonio, una delle più belle incarnazioni della Trinità sulla terra: l'uomo, l'amore, la donna"
PROVA:
Sullo stesso tema ecco un altro stralcio, pubblicato su un opuscolo che ho trovato per caso.
"Ti preghiamo [...] per i genitori e i nonni, perché siano consapevoli del loro essere segno della paternità e maternità di Dio nella cura dei figli che, nella carne e nello spirito, Tu affidi loro"
PROVA:
APPROFONDIMENTO: SARA
Info tratte da
Pagine 16-17
è già degno di nota che nella Bibbia sia menzionata Sara (שָׂרָה) (in origine, nota come "Sarài"), una donna (infatti "le figlie femmine non hanno spazio nelle genealogie ed è il figlio maschio a raccogliere e trasmettere l'eredità del padre")
è interessante notare come il nome "Sarài" ricordi il nome della Dea mesopotamica "Sarratu", la moglie del dio Sin; "se si guarda alla derivazione accadica, "Sarài" significa "regina", ma se si tiene presente l'etimologia ebraica, con lo yod (lettera ebraica) finale ("Sarà-i") è "il segno del pronome possessivo [...]" in altre parole, "Sarài" si può tradurre come "i miei principi, i miei capi"
Pagine 76-78
Dio benedirà Sarài, dandole un figlio all'età di 90 anni, Isacco, e chiamandola con un nuovo nome "Sara", cioè "Principessa, Signora". Infatti "Così, la caduta dello yod finale, segno del possessivo di prima persona singolare in ebraico, che la rinchiude sterilmente nella sfera del possesso "dei suoi capi" (marito? suocero? faraone?) libera Sara, nel riconoscimento della sua vera identità e autonomia"
"Quanto a Sarài, tua moglie, non la chiamerai più Sarài, perché Sara è il suo nome! Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei" (Genesi 17,15-16)
Chiamandola con un nome che non corrisponde al vero nome di Sara, il suo vero nome è stato offuscato dal nomignolo patriarcale "i miei principi"; è Dio che rivela ad Abramo la verità e gli ordina di chiamarla Sara "perché Sara è il suo nome!"
Sara non è più una donna identificata come "i miei principi" ma diventa "Principessa", quindi partner alla pari del marito.
Pagina 73
Infine è da notare (anche se il lettore italiano che legge la Bibbia non può saperlo) che a Genesi 17, 1-2 Dio si presenta come "El Sadday", il cui significato non è stato stabilito con certezza: "Dio del campo", "Dio della montagna", "Dio del seno"; è un termine che compare sempre in connessione con la benedizione e la fertilità:
"Io sono El Sadday: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso"
Pagina 87
Nota: a Genesi 18,12 si trova scritto "Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!"
C'è un esplicito riferimento al piacere sessuale, segno che Sara aveva avuto dei rapporti sessuali piacevoli; non è un elemento da poco se si considera il fatto che siamo abituati a pensare che "le donne dell'Antico Testamento" fossero brutalizzate sessualmente.
APPROFONDIMENTO: SIMBOLISMO DEL PASTORE MATERNO IN ISAIA ED EZECHIELE
Info tratte da
Pagina 123
"Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri" (Is 40,10-11)
Il profeta Ezechiele profetizza, parlando a nome di Dio, "Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura... Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare... Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia..." (Ez 34)
Nel Nuovo Testamento il "pastore" è in mezzo al suo gregge e offre la vita per le pecore perché vuole che abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza; è la porta delle pecore, un'entrata sicura nell'ovile ben custodito.
Anticamente, i greggi di vari pastori venivano condotti in un recinto all'aperto; un guardiano bastava a custodire i greggi di diversi pastori.
Pagina 128
"Dio ci ama fino a questo punto, vuol tenerci stretti a sé come una mamma tiene ben stretto fra le sue braccia il suo piccolo bambino."
Altro commento tratto da
"Dio risponde con un interrogativo che prende a paragone la mamma: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?"
Se una mamma non può dimenticarsi dei figli, lo stesso vale per Dio, che considera tutti i membri del popolo come suoi figli! Dio non può mai essere come una madre sventurata che si dimentica.
Mettiamo le prove:
Nota di Lunaria: non così famosa in Italia come devozione cattolica, comunque c'è anche "Maria Divina Pastora" (molto più presente nel cattolicesimo spagnolo fin dal 1703) anche nota come "Madre del Buon Pastore"
In effetti, c'è da notare che storicamente parlando sono stati soprattutto pastori e pastorelle (in genere sordomuti o con altre malattie) ad essere testimoni di Mariofanie (dopo le quali vengono quasi sempre guariti e proprio la loro guarigione testimonia il miracolo che convincerà tutti gli abitanti del paese ad erigere una chiesa sul luogo dell'apparizione)
Si pensi solo alla Fatima:
alla pastorella sordomuta Jeanne a Querrien
Ma anche in qualche città italiana:
o il culto a Beata Panacea, in Valsesia (una pastorella di 15 anni che venne uccisa dalla matrigna, nel 1383, perché invidiosa della fanciulla, bellissima e mite, che perdonava continuamente i soprusi della donna. Venne picchiata a morte dalla matrigna mentre Panacea pregava vicino al gregge che custodiva)
Recensione a "Dio è Madre"
Un'opera per sciogliere i nodi del cuore e della mente in cui lo Spirito Santo si presenta come Madre.
Deserto, Silenzio, Purificazione sono le tappe di un percorso interiore al femminile.
Una teologia della Madre che rivela lo sguardo materno di un amore infinito che consola e cura.
Il dialogo con santa Maria Maddalena e l'apostolo Giovanni che rivela il suo mistico Vangelo ispirato da Maria di Nazaret.
Commento di Lunaria: "Dio è Madre" NON è un libro di critica teologica femminista (sull'esempio dell'opera di Mary Daly) ma un libro di mistica, con qualche accenno al femminile, che si ascrive di più sullo stile delle opere di Gibran.
è una lettura consigliata, anche se non c'è praticamente niente di analisi alla misoginia teologica.
è, piuttosto, una sorta di "soliloquio" mistico, con passaggi di pura poesia.
Nota di Lunaria: pur non essendo moltissimi, qualche teologo che ha riflettuto sul Dio Madre c'è: oltre a Boff, segnalo Shusaku (che si immaginava un Dio materno vestito col kimono)
***
Pagina 19
La Convertita, Anima che affronta un cammino di silenzio e solitudine, riceve l'annuncio che lo Spirito Santo è la Madre che è in Dio. Attraverso un dialogo interiore narra le esperienze spirituali della discesa dell'anima verso il suo fondo.
Spirito Santo: Sono la Madre che è in Dio, lo Spirito Santo, la luce del Verbo. Sono il materno amore racchiuso nella Santissima Trinità. Il Padre genera, ma è la concezione immacolata che fa nascere il Figlio. è il materno amore che porta a compimento l'opera, amore che strabocca dal cuore divino per espandersi. Tra Padre e Figlio c'è l'opera della materna gestazione.
Io sono lo Spirito Santo, il grembo della divina maternità. [...] Sono la Madre che è in Dio. [...] Sono la Madre che è in Dio ma anche la madre di Gesù.
Pagina 23
"Maria schiaccia con delicatezza la testa del serpente. Tu con troppa violenza. Il serpente, allora, sentendo la tua paura, cerca di morderti. (...) Ogni umana creatura è sostanza e palpito vivo, ma non lo sa perché è schiacciata dal peso che la tiene legata. La morte è sonno perpetuo. è esilio e lontananza dall'Essere, ma niente toglie a quello che è"
Pagina 24
"La Madre che è in Dio si incarna nelle creature vergini le quali hanno ritrovato in se stesse l'origine immacolata in cui è impresso il principio. Esse sono vuote del mondo e pronte per essere riempite di Spirito puro. (...) Dio Madre accoglie ogni peso trasformandolo in luce. Ma occorre la disponibilità della creatura."
Pagina 33 e 34
"Il verde sorride incupito, il sole finisce di calare e le rondini volteggiano intorno al dirupo che si dipinge di bianco, quasi grigio. (...) Ecco il nuovo mattino. Il sole infuocato trapassa le nubi e lascia che il mare porti sulle acque il suo riflesso. Il rosso rimane impresso nel cielo come sangue. (...) Al mattino si addolcisce. Delle onde furiose della notte fa lievi increspature, della potenza un calmo respiro. (...) Sempre oscilla il suo peso fra le opposte rive e riempie gli abissi più remoti che sembrano ancora dormire, ma la massa che grava sulle terre immerse nella notte pare assai più leggera di quella che s'infrange sulle sponde. (...) è il grido disperato degli abissi che muovono le terre immerse nella notte e agitano, con il loro dolore che s'espande, le acque ancora vergini e mute."
Pagina 35
"I gabbiani planano nel vento, seguono fedeli la scia che la nave spalanca. L'umore scuro affiora dalle profondità che neppure il sole può illuminare. L'onda silenziosa sale, s'increspa in superficie narrando solo pochi frammenti di quel che ha visto sul fondo. [...] L'universo si nasconde ed è lieve, ma se si lascia vedere, si frantuma nella miriade di sguardi che lo attirano a sé. [...] La luna distende nostalgia sull'acqua ancora smossa. Non può raccontare ciò che vede, ma nel silenzio inonda il cielo col suo manto velato e delle sue lacrime fa perle di luce."
Pagina 80
"Il mare dopo aver rigettato i morti scomparirà. Il luogo oscuro in cui si nascondono i poteri si dissolverà dopo che l'irruzione della luce riporterà tutto verso la gloria. Ogni coscienza brillerà di sole e vedrà il fondo. L'abisso, illuminato, emergerà. Diverrà luce nella luce. Lo Spirito Santo farà nuova ogni cosa. La farà risorgere come nell'attimo in cui è stata creata e rimarrà viva per sempre."
"Dio è uno nel principio e trino nella gloria. è il principio da cui tutto fluisce. è la fine verso cui tutto converge. è potenza che muove, Padre. è sostanza mossa e movente, Madre. [...] L'era che libererà la seconda morte è già prefigurata. Sarà quella della Madre."
Pagina 90
"La gravidanza allude alla fecondità divina sempre creatrice. Qui però si riferisce all'incarnazione. La donna vestita di sole si manifesta quando la Madre che è in Dio si incarna nella creatura."
Pagina 103
"L'abbraccio dello Spirito fa affiorare alla coscienza le chiusure, arroccate come fortezze. Le fa sentire. La sofferenza nuda, sanguinante come ferita aperta, può solo essere offerta al divino amore. [...] La creatura è capace di questa sofferenza soltanto se si abbandona nell'abbraccio della divina maternità che sorregge e sostiene."
Pagina 131
"Per attraversare la notte oscura è necessario il dono della mestizia. Lo Spirito lo offre a coloro che desiderano entrare nella verità. Essa porta il dolore quieto di chi accetta di guardare nel buio. [...] Resta con me nella mestizia. Io te la porgo per quel vincolo d'amore che tutto dona fino in fondo."
Pagina 142
"La voce della paura serpeggia, ma l'oceano di luce è l'origine pura. Rigenera, tutto rifonde in unità. Il sole che sorge sale fino a mezzogiorno anche se il cielo è coperto di nubi. [...] Quando il sole sorto si farà vedere, l'anima sarà morta a se stessa e viva in quel sole. Lascia che tutto accada senza chiedere niente."
Altro approfondimento tratto da
Immagini Femminili per YHWH
Nelle profezie del libro di Isaia risalenti al VI secolo si incontrano descrizioni di Dio che si avvalgono di immagini femminili.
In 42,14 per descrivere l'atteggiamento di Dio il profeta si avvale della metafora del travaglio del parto: il versetto è inserito all'interno di un inno di creazione. [...] Dio descrive il processo caotico della nuova creazione facendo riferimento alla metafora del parto: "ora griderò come una che sta per partorire, respirerò affannosamente e sbufferò a un tempo".
Anche in Isaia 34-35, 40-55, 24-27, 56-66 si incontrano passi sulla maternità di Dio: una serie di domande retoriche paragonano YHWH a un vasaio, a un padre, a una madre, lasciando intendere che in Dio sono presenti tutti questi aspetti.
In 49,14, YHWH risponde: "una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere?", il che lascia intendere che l'amore di YHWH è paragonabile alla dedizione di una madre verso i propri figli; se talvolta può accadere che una madre umana venga meno all'amore per i suoi figli, YHWH-Madre Divina rassicura che "anche se tutte le madri dimenticassero, io non dimenticherò te"
Isaia 66, 12-13 propone un paragone tra una madre terrena, Gerusalemme, e YHWH Madre Divina. Al versetto 13, YHWH promette di consolare il popolo di Israele come "una madre consola suo figlio".
L'immagine materna di Gerusalemme del versetto 12 viene metaforicamente estesa al versetto 13, ove si suggerisce che YHWH consola e vezzeggia maternamente Israele nella stessa maniera.
[…] I verbi "fare e formare" usati in Isaia 27,11 pur non essendo femminili, in altri passi della Bibbia sono adoperati in contesti in cui viene descritta l'attività di YHWH nel grembo. L'uso del sostantivo "compassione" (rachamim) legato al sostantivo ebraico con cui si indica il grembo possono essere visti come un riferimento al Dio Madre.
Anche in Isaia 46, 3-4 la compresenza del verbo "fare" e del sostantivo "grembo" induce a pensare ad un'allusione al Dio Madre.
YHWH viene anche descritta come nutrice levatrice di Israele: di Dio è detto che ha tratto Israele dal grembo, come fa una levatrice, e se ne fa carico come una nutrice.
Infine, qui trovate delle prove che ho conservato, prese da siti o libri cristiani che hanno citato "Dio Madre\Dio materno"
Pagine 18-19
"L'esperienza mistico-estetica di Bartolo Longo, nella vicenda dell'icona di Pompei, sta proprio nell'orizzonte della teologia della bellezza. La sua creatura, l'uomo, è fatto a sua immagine e somiglianza in Cristo. (Lo so, infatti "dalla parte maschile" non si è mai posto il problema del "il maschio non è pienamente ad immagine di Dio"... nota di Lunaria) Cristo è "immagine del Dio invisibile" (Col 1, 15) (già, ma con corpo maschile... Nota di Lunaria) Dunque, il processo di cristificazione dell'uomo può essere riletto anche come un'acquisizione progressiva della bellezza di Cristo (il problema non sta nel carattere di Cristo, ma esclusivamente nel fatto che il suo corpo maschile esclude il femminile e degenera in un'idolatria del maschile a discapito del femminile. Nota di Lunaria) Ovviamente, Maria, essendo cristificata, in pienezza è la creatura che partecipa in pienezza della bellezza del Figlio [...] avendo collaborato alla generazione biologica e alla formazione religiosa del Verbo incarnato (causalità efficiente) Maria gli imprime la sua somiglianza sia fisica sia spirituale (causalità esemplare) diventando la faccia che ha Cristo più si somiglia" (Nota di Lunaria: vabbè... un ragionamento un po' da "arrampicata sugli specchi" per giustificare senza farlo sembrare misogino il fatto che Dio si è fatto solo maschio ma è stata la madre a dargli la sua somiglianza...)
"Nel dovuto rispetto della diversità di livello, anche Maria è icona del Dio invisibile, in quanto icona di Cristo: è un'icona che produce un'icona"
PROVA:
Pagina 15
"Come ogni anima, lo spirito di Maria è scintilla divina
che nasce ad immagine dell'Amore trinitario\lo spirito di Maria è una distesa sterminata di luce, luce divina, senza ombra di peccato\è un mare sconfinato dove il sole di Dio si riflette in tutto il suo fulgore. In Maria, Dio contempla Dio. Questo specchio finito di luce tersissima, di purità tutta divina, riflette perfettamente la santità di Dio [...] Non così possiamo dire dell'anima dell'uomo, dove lo splendore originario è offuscato dal male. L'anima dell'uomo, macchiata dal peccato, è come quei paesaggi lunari dove un candore opaco si dissolve fra le macchie d'ombra"
PROVA:
Nell'attesa di leggere il libro, posto la recensione che ne è stata fatta
Info tratte da
"Questo libro è il resoconto di una serie di avvenimenti che si sono svolti in Ungheria tra il 1943 e il 1944. Non è né giornalismo né letteratura né fantascienza. Il lettore deve prenderlo così com'è. O lasciarlo stare."
Queste sono le parole della premessa del libro "Dialoghi con l'angelo", scritto in ungherese da Gitta Mallasz e tradotto in varie lingue. Venne scritto al tempo della guerra e dell'antisemitismo; durante le persecuzioni, solo Gitta (cattolica) sopravvivrà, anche se i tre amici (che però vennero uccisi) condivisero con lei l'incontro con gli angeli. Nessuno dei quattro era praticante, e lo divennero solo dopo aver vissuto questa esperienza.
La prima volta, Gitta sente l'angelo manifestarsi parlando attraverso l'amica. Successivamente le apparizioni si fanno via via più frequenti.
"Ognuno dei vostri passi attraverso il vuoto diviene un'isola fiorita dove gli altri possono posare il piede. Ma sul cammino non portate niente di vecchio con voi! Il vuoto attira il vuoto. Voi dovete partire senza vesti: una veste nuova, mai vista prima, vi attende... Nel vostro lavoro lasciate ciò che è vecchio, cercate ciò che è nuovo, non temete di restare senza vesti. Non potrete vestirvi di nuovo se non vi liberate del vecchio. è Lui che veste i gigli di campo: se avete fede, donerà anche a voi un abito nuovo. Cominciate il vostro lavoro. (...) Ciò che sollevi al posto degli altri, non può pesarti. Pesa soltanto il carico che hai omesso di sollevare."
(...) "Il sole non può vedere i propri raggi, ma le sue lune li riflettono. Sappi che anche il sole è soltanto una luna e tutto riflette la Sua luce. Egli contempla se stesso in noi... (...) Il male è bene in divenire, bene non ancora formato. (...) Non combattere contro il male, rafforza il bene."
I messaggi degli angeli proseguono anche durante la persecuzione nazista.
All'inizio era il Silenzio,
dal seno del Silenzio è nato il Suono,
il Suono è l'Amore.
Il Suono è Figlio del Signore.
Il Signore è il Silenzio.
Nel seno del Silenzio riposava il Suono.
Egli è divenuto corpo. Egli è nato.
L'Amore è la prima proiezione.
Il corpo non è altro che Amore divenuto materia.
è LUI che opera.
Il Suono è slancio.
La creazione è proiezione, materia fatta d'Amore infinito...
Va notato che le lingue occidentali devono necessariamente tradurre col termine LUI il pronome ungherese "Ö", che non è né maschile né femminile, ma esprime contemporaneamente le due cose e andrebbe tradotto con "LUI\LEI".
"Ö" è maschile e femminile, è il Padre e la Madre, la forza e la saggezza, il potere e la tenerezza. Viene così trascesa la concezione maschile di Dio.
Mettiamo la prova: pagina 165