NOTA BENE: Saranno riportate le foto degli stralci che devo commentare, con le frasi che mi interessano segnate in rosso, per evitare che qualcuno metta in dubbio e sostenga che "sono io che mi sono inventata queste cose". Vedrete la prova con i vostri occhi, perché sono stanca di essere maltrattata e sfottuta da cristiani che i loro libri cristiani non li conoscono.
Frasi tratte da
"Neppure è giusto vedere nel simbolismo di Cristo sposo e della Chiesa sposa il segno di una concezione maschilista che privilegia il ruolo dell'uomo su quello della donna.
Se è vero, infatti, che in tale simbolismo il ruolo di capo è rappresentato dallo sposo e quello subordinato dalla sposa, è vero anche che la sposa, la Chiesa, rappresenta qui indistintamente sia gli uomini che le donne (1).
La tradizione ha sempre riservato alle donne consacrate, specie le claustrali, il titolo di "spose di Cristo" e giustamente perché in esse è più evidente la corrispondenza simbolica e sono come un'epifania della Chiesa sposa. Ma ogni anima credente, femminile o maschile, è teologicamente sposa di Cristo (2)
METTIAMO LA PROVA:
Osservazioni:
1) Mary Daly osservava: "Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare."
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
2) "Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina [...] Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."
Insomma: se anche i maschi vengono considerati "la sposa di Cristo", nella "Chiesa", lo scandalo sessista resta in ugual modo, in almeno due casi:
A) Perché il prete rappresenta Gesù Cristo e lo rappresenta proprio perché maschio, come lui.
B) Cristo è maschio e Dio, quindi la virilità è il sesso di Dio.
Anche se i maschi terreni "sono anche loro le spose di Cristo", Cristo resta in ugual modo maschio, sempre e comunque! E siccome è considerato Dio, la sua virilità viene considerata divina!
Diversi teologi affermano che "Il maschio esprime più visibilmente il mistero di Cristo" ed ecco perché solo il maschio può essere prete (definizione che si trova ancora scritta su diversi siti cattolici tradizionalisti): come può la femmina esprimere "l'immagine di Dio" se solo il maschio la esprime visibilmente?
Quindi il problema resta in ugual modo Gesù Cristo, che "rende divina e quindi sacrosanta" la disuguaglianza maschio-femmina elevando il genere maschile come suo genere d'elezione.
Per approfondire la misoginia cristiana e i problemi relativi al "dio maschio Gesù", vedi
Altro approfondimento, tratto da
"Nel cattolicesimo, molte donne conducono la liturgia della parola, ma non possono esercitare il sacerdozio, perché nel cristianesimo il sommo sacerdote è Gesù, un maschio. E secondo la tradizione, che ha un fondamento teologico, tutto ciò che attiene al sacerdozio passa per l'uomo. Nel cristianesimo la donna ha un'altra funzione, che si riflette nella figura di Maria" (Nota di Lunaria: quindi della "serva del Signore", la creatura subordinata e sottomessa...)
Insomma: per la Chiesa Cattolica, dal momento che Gesù si è incarnato in forma maschile (e non ha fatto altrettanto per nascere anche femmina), il sacerdozio è riservato unicamente agli uomini e serve a rimarcare questa scelta fatta da Dio.
Qualcuno cerca di "risolvere l'impaccio" con argomentazioni di questo tipo (che mi sono state dette e stradette fino alla nausea): "Dio non ha elevato il maschio nascendo come tale, perché fu obbligato a nascere unicamente come maschio visto che la società del tempo era maschilista e una femmina non avrebbe potuto fare quello che ha fatto Gesù".
Ma l'argomentazione non regge: Gesù poteva fare miracoli, "avendo poteri sovrumani", quindi se fosse nato femmina non avrebbe avuto alcun problema, bastava fare i miracoli e sarebbe stata seguita e adorata in ugual modo.
Altri sostengono l'altrettanto risibile giustificazione che "Dio non poteva nascere ermafrodito o maschio e femmina insieme altrimenti non sarebbe stato pienamente umano, e quindi ha dovuto scegliere un sesso unico".
Anche questa argomentazione non regge: Dio avrebbe potuto benissimo nascere maschio una volta, e femmina un'altra volta o venire al mondo sotto forma di fratello e sorella.
Quello che io critico di questo Gesù è proprio questa sua SCANDALOSA OMISSIONE, QUESTO SUO MENEFREGHISMO: non essere nato ANCHE FEMMINA, quando avrebbe potuto, anzi AVREBBE DOVUTO, per essere considerato un dio equo, un dio non sessista.
E invece pur potendo nascere femmina, non l'ha fatto, non ha voluto farlo, continua a non volerlo fare.
Come dovrei considerare un dio del genere?
Un dio sessista, che esclude le donne dal diventare Dee.
Altri fanno notare che "Gesù era maschio fisicamente, ma non agì come maschio del suo tempo". Vero, questa argomentazione è parzialmente vera, visto che Gesù non si comporta "come un rabbino" o "come un soldato romano": non lapida donne, non si mette a fare la guerra e infatti sono i maschi del suo tempo a criticarlo e a ritenerlo scandaloso.
Ma questo non toglie che Gesù viene adorato, dai cristiani, in quanto dio maschile e quindi l'idolatria della virilità resta in ugual modo anche se il maschio-Gesù, durante il suo soggiorno su questa Terra, non si comportò "come un maschio del suo tempo".
Riporto anche un approfondimento tratto da "Sorelle in armi - 2000 anni di storia dell'esercito femminile di Dio" (1996), libro che lessi parecchi anni fa
Pagina 32
"La setta estremista degli Encratiti, in cui le donne erano ben viste come capi e che era priva delle caratteristiche classiche di una setta, operò attivamente per porre fino al mondo della carne, rifiutandosi di procreare. Probabilmente le loro predicatrici considerarono l'uomo come il principale strumento della carne, proprio come l'uomo vedeva la donna. In ogni caso, tutti consideravano la verginità come la via per arrivare ad uno stadio più elevato di esistenza, il che era per la donna la giustificazione decisiva per rifiutare il matrimonio e la maternità (si ricordi che all'epoca il matrimonio non avveniva quasi mai per amore, ma dipendeva da decisioni imposte dai genitori, nota di Lunaria). Sostenevano che la completa purezza avrebbe liberato le anime intrappolate, ricongiungendole alla luce. Altri Gnostici sostenevano che la Resurrezione avrebbe abolito l'opera procreatrice delle donne, oppure che i matrimoni veri avrebbero unito la coppia solo spiritualmente, dato che ogni aspetto sessuale costituiva un adulterio. Con varie esperienze di vita a metà del II secolo, Ireneo, vescovo di Lione, testimoniò che gruppi di donne stavano lasciando le loro case, i genitori e i mariti, interpretando troppo alla lettera i comandi evangelici."
Pagina 34
"Ritenendo di aver raggiunto un grado così elevato, le vergini non accettarono di essere zittite o sottomesse. Vantavano la propria superiorità rispetto a coloro che erano sposati. Si fecero riconoscere vestendosi in maniera eccentrica, rifiutando il tradizionale velo femminile (PRECETTO DI SAN PAOLO) e a volte adottando un vestiario e un taglio di capelli maschili."
Seguendo il modello di Tecla, scacciata da San Paolo in persona: accenno qui alla sua storia:
"Negli Atti Apocrifi di Paolo e Tecla, si afferma che lui aveva una devozione per la verginità che non appare nei suoi scritti canonici, anche se quest'opera ci riferisce il disappunto di Paolo quando gli fu chiesto di considerare Tecla un'apostola. Questa ribelle, una ragazza nobile probabilmente convertita dall'eloquenza di Paolo al cristianesimo e all'ideale della vita verginale, divenne il modello e la patrona della donna nuova. Indipendentemente dal fatto che questa storia sia vera, non c'è dubbio che già all'inizio del II secolo fosse accettata come modello delle donne che volevano abbracciare la verginità. Una volta che Paolo la rifiutò come compagna nel suo apostolato, Tecla si tagliò i capelli e si vestì da uomo. Subì minacce di martirio e si battezzò da sola in una pozzanghera, sfidando il nuovo monopolio dei sacramenti che i sacerdoti stavano da poco consolidando. Salvata da un miracolo, ampliò la sua missione d'insegnamento e viaggiò come profeta per molti anni fin da quando decise di abbandonare la vita attiva per quella contemplativa di eremita."
"Si comportarono come se avessero la dignità maschile. Paolo suggerì che se le donne non desideravano mettersi il velo quando pregavano e profetavano in chiesa, potevano benissimo andare fino in fondo e radersi i capelli. Per la fine del II secolo, questa non era più una battuta. Tertulliano si lamentava che le vergini rifiutavano di portare il velo e cercò di sostenere come il modello di Tecla non fosse valido per le altre donne. Le vergini risposero che ciò che Paolo ordinava alle altre donne non le riguardava. [...] Nel rifiuto di portare il velo, si vede un tentativo di reclamare prerogative di natura sacerdotale accordate solo agli uomini. [...] Alla fine del II secolo, Cipriano di Cartagine venne a sapere di una profetessa che viveva in Cappadocia, che non solo reclamava il potere di battezzare ma anche quello di celebrare l'Eucaristia. Le donne furono a capo dei raduni di Encratiti, organizzarono digiuni e banchetti, pasti a base di grano tostato e pranzi preparati a base di radici. Irene di Lione si lamentava di un profeta di nome Marco perché celebrava i servizi divini con una donna che partecipava con lui ad alcuni atti liturgici in cui era presente il calice consacrato."
Pagina 35-36
"Con l'intensità della loro convinzione religiosa, le loro illuminazioni profetiche, e il coraggio nell'abbracciare una vita così lontana dai vecchi schemi sociali, le vergini si fecero particolarmente notare dai persecutori romani. In un caso, sappiamo che questi scelsero deliberatamente una giovane schiava per sottoporla a speciali torture per farne un esempio della codardia dei cristiani. Eusebio scrisse che mentre la martire Blandina pendeva dalla croce "aveva l'aspetto del Cristo, l'invincibile atleta". Attraverso questo atto di com-passione, nel senso letterale del termine, lei divenne il Cristo o per lo meno la sua incarnazione. [...] Dopo vari anni di tolleranza, Diocleziano intraprese la Grande Persecuzione [...] Donne mutilate e fatte a pezzi, come Agata, alla quale tagliarono via i seni e Lucia, alla quale cavarono gli occhi, formarono la prima fila dell'esercito di Cristo. Un decreto imperiale condannò tutte le donne che rifiutavano il matrimonio ad essere violentate o ad essere mandate in un postribolo. [...] Le storie associate al martirio culminano nell'idea della trasformazione del corpo. Nella leggenda i morti venivano raggiunti dalle eroine che erano fuggite e si erano salvate per lasciare un esempio alla generazioni future. Soteris, un'antenata di Ambrogio di Milano, si mutilò per non essere violentata dai suoi carnefici. [...] I Romani, quando condannavano le vergini cristiane allo stupro, sapevano che l'integrità sessuale era la chiave per la trasformazione del corpo sofferente in un'anima redenta. Ma i cristiani compresero che la verginità era uno stato mentale che abbracciava le vedove e le donne sposate convertite alla castità. Una donna che manteneva la purezza mentale, anche se violentata, non poteva essere privata della sua verginità. Quando un giudice minacciò la vergine Teodora, martirizzata nel 303, di condannarla a quella pena, lei rispose: "Io penso che Lei non capisca una cosa: Dio vede i nostri cuori e considera solo una cosa, la nostra volontà di rimanere casti. Perciò, se lei mi obbliga a questo oltraggio, non avrò commesso nessuna colpa volontaria, ma avrò subito una violenza. Dio considera ciò che vogliamo fare, vede tutti i nostri pensieri ed è già penetrato in essi. Perciò, anche se venissi violentata, resterei comunque pura."
Pagina 45 e 46
"Le vergini del III secolo volevano provare che la purezza trascendeva il sesso e perciò le trasformava praticamente in uomini. Questa formula si adattava bene a donne come Perpetua, la cui "virilità" fu messa alla prova nel martirio contro le bestie feroci. Ma c'era già chi si chiedeva se i generi sessuali di appartenenza dovessero essere ridotti a un concetto allegorico. Se le donne virili vivevano come gli uomini perché allora non avrebbero potuto espletare le funzioni degli uomini nella Chiesa? I teologi erano già impegnati a capire se l'efficacia dei sacramenti dipendeva o no dalla dirittura morale del sacerdote. Se l'essere "uomini" dipendeva da valori morali e spirituali, comunque li vogliamo definire, allora il sacerdozio doveva essere aperto a "uomini" di entrambi i sessi. Questo dilemma fu alla base di molte diatribe dottrinali del III e IV secolo, che alla fine portarono la Chiesa a legare l'anima al corpo sessuato per tutta l'eternità con la dottrina della resurrezione dei corpi. Quando le vergini della Chiesa africana rifiutarono di portare il velo sostenendo che l'ordine di Paolo rivolto alle donne non le riguardava, Tertulliano rispose sarcasticamente che lui avrebbe allora potuto chiedere ai vergini maschi di portare il velo come le donne."
"Le vergini e le vergini onorarie avevano le proprie idee sulla propria condizione. Esse si vedevano trasformate e trasportate al di là dei limiti imposti dal sistema basato sul genere di appartenenza sessuale. [...] Forse alcune donne consacrate, evidentemente, sentivano che avendo superato le differenze fisiologiche, potevano ora spezzare qualsiasi barriera tra maschi e femmine. Tertulliano [...] rifiutava di ammettere che qualsiasi grado di purezza sessuale liberasse le donne dai limiti che il sesso imponeva loro. Dopo tanta lotta, prese in prestito una nuova immagine della gerarchia sessuale da una frase di Moebio: "Portate il velo, vergini! [...] perché siete le spose di Cristo. A lui avete sottomesso il vostro corpo. Agite secondo l'insegnamento di vostro marito".
L'allegoria del matrimonio inchiodò le vergini consacrate alla loro natura sessuale per sempre: le vergini non differivano dalle mogli, seppur ai due estremi opposti della gerarchia sessuale, e dovevano sottomettersi alle stesse regole di comportamento imposte alle matrone. In più, man mano che l'attacco contro i profeti si faceva più duro, l'allegoria del matrimonio dava la possibilità ai membri del clero di interporsi come rappresentanti di Cristo tra le spose e il loro Sposo."
Pagina 49-50
"Le vergini che cantavano in processione, divennero parte dei rituali episcopali, come Rouen, dove la comunità delle vergini portava una croce in processione cantando salmi all'unisono, mentre andava a raccogliere le reliquie di un santo nella loro città. Questo tipo di esibizione pubblica conferì loro un posto semiclericale all'interno della Chiesa, e raggiunse il suo apogeo a Costantinopoli quando l'imperatrice vergine Pulcheria, reggente del fratello minore, condusse la sua comunità di vergini a prendere la comunione all'altare maggiore, sostenendo che la verginità le sottraeva all'antica legge che proibiva alle donne di entrare nel santuario."
In pieno 1300, il gruppo di "eretici" dei Guglielmiti, guidati prima da Santa Guglielma e poi da Suor Maifreda, ammetteva il sacerdozio femminile perché per loro lo Spirito Santo era Femmina (secondo un insegnamento gnostico). I Guglielmiti furono sterminati dai cattolici.
Chi volesse saperne di più può leggere questo libro
Anni fa, lessi anche questo libro
che cercava di evidenziare "gli aspetti emancipatori" di questa o quella donna nel vangelo. Ovviamente l'autore NON faceva notare il punto della questione, ovvero lo scandalo del "Dio fattosi solo maschio" e cosa questo stia a significare, in rapporto alle femmine e a come i maschi vedono le femmine... Comunque, se lo trovate, consiglio di leggerlo: ha delle pagine molto intense.
Avevo selezionato questa pagina, che conteneva una grande bugia: "La Chiesa era fiera di aver esaltato e liberato la donna e di aver fatto risplendere la sua uguaglianza fondamentale con l'uomo"
COSA FALSISSIMA, VISTO CHE è STATA PROPRIO LA TEOLOGIA CRISTIANA A DIFFAMARE LA DONNA E BASTA LEGGERE LA QUESTIONE 92 DI TOMMASO D'AQUINO PER RENDERSENE CONTO.
Comunque, salvando il salvabile, "Papa Roncalli annoverò la promozione della donna nella società del XX secolo" come "segno dei tempi"... sì, indubbiamente, ma la promozione della donna non è stato di certo portata né favorita dal cristianesimo...
Infine, riportiamo anche questo stralcio, sempre tratto da
dove si ammette la violenza contro le donne: "Ora, il punto dove si ricevono più attacchi, il più colpito, è sempre il più importante. Il nemico della natura umana, Satana, picchia dove c'è più salvezza, dove c'è più trasmissione della vita, e la donna, quale punto di riferimento esistenziale, è sempre stata la più colpita nella storia. è stata usata, fatta oggetto di lucro, schiavitù, relegata in secondo piano."
Fermo restando che "non è Satana" a maltrattare, stuprare e ammazzare le donne, ma personaggi umani in carne ed ossa (e nel Satanismo la donna è altamente stimata, tra l'altro officia come Sacerdotessa a tutti gli effetti), mi fa comunque piacere che in queste righe si sia ammesso che la donna è stata relegata in secondo piano e abusata, nella Storia.
Certo, si poteva aggiungere che spesso a dire le più oscene bestialità contro le donne furono "i celebri padri della chiesa e i teologi cristiani"...
APPROFONDIMENTO: "UMANITà AGGIUNTA" A CRISTO
NOTA BENE: Saranno riportate le foto degli stralci che devo commentare, con le frasi che mi interessano segnate in rosso, per evitare che qualcuno metta in dubbio e sostenga che "sono io che mi sono inventata queste cose". Vedrete la prova con i vostri occhi, perché sono stanca di essere maltrattata e sfottuta da cristiani che i loro libri cristiani non li conoscono.
Su questo libro
si trova un commento alla Lettera agli Efesini che - incredibilmente - cerca di contrastare l'interpretazione sessista a favore della supremazia del maschio sulla femmina, che è stata data fin dagli inizi e che è rimasta in vigore per secoli.
Devo dire che L'Autore è riuscito, con abilità, c'è da riconoscerlo, a stemperare il concetto di suprematismo maschile (creduto ancora e difeso con gli artigli da tutti i cristiani fondamentalisti, siano essi integralisti cattolici o non cattolici) scrivendo i suoi pensieri e commenti a simboli, metafore e attributi del Dio cristiano con uno stile narrativo e descrittivo improntato alla delicatezza, alla dolcezza, alla tenerezza reciproca tra i coniugi (quindi tra maschi e femmine); non vi sono in alcun modo giustificazioni o approvazione di forme di sessismo gerarchico tra i sessi, tirando fuori la solita scusante (il grande classico cristiano!) del "siccome Dio si è fatto maschio... allora il maschio è superiore!" e quindi da questo punto di vista mi fa piacere che un cristiano dei giorni nostri (il libro è del 2003) eviti di promuovere la misoginia e il sessismo tirando in ballo concetti teologici che vengono fatti passare come "la Verità" perché inerenti il Dio cristiano.
Certo, quando viene fatto notare, come di fatto è nel pensiero cristiano, che "Cristo è lo sposo, la Chiesa (l'umanità, i credenti) è la sua sposa, ogni cristiano e cristiana, dal punto di vista teologico, è la sposa di Cristo"
Il simbolismo (per quanto "impreziosito" da espressioni d'amore e di delicatezza) privilegia il sesso maschile, visto che Cristo, Dio, è maschio. Che l'umanità intera sia considerata femminile (e quindi, come le mogli nell'antichità, sottomessa al marito) serve proprio a far risaltare ancora di più la virilità divina di Cristo. Un maschio cristiano sarà anche considerato, dal punto di vista simbolico, "la sposa di Cristo", esattamente come lo sono le cristiane, ma Cristo è e resta maschio!
Nel cristianesimo il rapporto uomo-donna è modellato sul rapporto Cristo-Chiesa (Cristo ama la sua Chiesa, si è sacrificato per lei, e lei lo ama e gli è sottomessa), e, anche se negli scritti teologici contemporanei difficilmente si evidenzierà che "siccome Cristo è maschio ed è Dio, allora il maschio-marito è superiore alla femmina-moglie che deve stare sottomessa" (a sostenerlo sono i cristiani integralisti e tradizionalisti) preferendo stemperare il tutto facendo notare che il marito deve amare la moglie (quindi non deve maltrattarla e violentarla, anche se diversi mariti cristiani integralisti commettono stupro coniugale sulle mogli) e che la sottomissione richiesta è reciproca (è l'opinione dell'Autore) ed è fatta per amore, nell'amore ecc., questo non toglie lo scandalo di un Dio che si è fatto unicamente maschio elevando la virilità... mentre l'umanità formata da maschi e femmine è simbolicamente femminile e sottoposta al Cristo-maschio.
Infatti, è vero che nel testo si dice ai mariti di amare le loro mogli (come Cristo ama la Chiesa) mentre le mogli devono "restare soggette ai loro mariti in tutto", e anche se, con qualche forzatura, potremmo accettare che trattasi di rapporto d'amore e che quindi nessun marito cristiano abuserà, picchierà, violenterà sua moglie ma la amerà anche più di se stesso e lei, tutta felice e contenta, sarà più che lieta di delegare tutto a lui seguendo tutti i suoi voleri, proprio perché si fida di lui, lo ama, è ricambiata e sa che non le succederà niente di male (nell'ideale; nella realtà le cose non stanno proprio così, qualche volta...)
c'è sempre questa equivalenza, il marito viene posto sullo stesso piano di Cristo Dio, quindi in un rapporto di superiorità rispetto alla femmina, che non ha un corrispettivo di una "Gesù Crista".
Insomma, questo simbolismo può anche essere condito con espressioni tenere, dolci, affettuose, romantiche, resta il fatto che se si crede che Gesù è Dio, si sta affermando che Dio è maschio e che quindi nella virilità ci sarebbe qualcosa di più stimabile e superiore rispetto alla femminilità, tanto che Dio stesso sceglie proprio di nascere maschio.
Comunque, al di là di questo scandalo inaudito, che è tra i motivi per cui rifiuto il cristianesimo e il suo Dio, posso comunque apprezzare quei cristiani di buona volontà che si impegnano per evitare il sessismo e la misoginia e quindi non usano certe frasi bibliche per giustificare la violenza contro le donne e la loro subordinazione all'uomo.
Perciò posso accettare che qualche cristiano di buona volontà ammetta che "Paolo era influenzato dal maschilismo del suo tempo\la sottomissione deve essere reciproca, tra i coniugi", come commenta l'Autore, peraltro riprendendo una frase che è già contenuta nel testo biblico in questione: "Siate sottomessi gli uni agli altri (...)"
Più di così non si può fare, né trovare scappatoie, per togliere lo scandalo sessista di quel "mogli, siate sottomesse ai mariti in tutto" (l'Autore comunque non commenta gli altri passaggi biblici misogini, a Corinzi e a Timoteo, sul "Non permetto alla donna di insegnare\sarà salvata partorendo figlioli", il velo e la questione della donna "gloria dell'uomo" mentre l'uomo è "gloria di Dio"...)
Infine, per concludere questi commenti alla "Lettera agli Efesini" alla luce del rapporto uomo-donna, riporto questo stralcio tratto da Giovanni Crisostomo che dice ai mariti di non usare sevizie e minacce e di non trattare la moglie come una schiava:
Del Crisostomo avevo letto altre sue frasi, contro le donne, ma prendo atto che commentando la Lettera agli Efesini ha condannato la violenza domestica, e quindi è giusto e corretto farlo presente.
La riflessione più interessante dell'Autore è quella sull'Eucaristia (un punto di vista davvero particolare, che non avevo mai letto in altri teologi), alle pagine 57 e 58. Devo dire che quando le ho lette per la prima volta, qualche anno fa, mi avevano colpito profondamente per "la novità dell'interpretazione" e le avevo comunque tenute presenti nella mia memoria, ripromettendomi di scrivere un commento a questa interpretazione cristiana "moderna".
Infatti, se "mangiando l'ostia" i cristiani cattolici diventano concorporei e consanguinei di Cristo"
- cosa che io già rifiuterei: perché devo diventare "concorporea" di un maschio, rinnegando e annullando la mia corporeità femminile? -
l'Autore qualche riga sotto osserva: "Ma anche il contrario è vero: la mia carne, la mia umanità, diventa di Cristo (...) Nella sua vita terrena Cristo ha conosciuto soltanto un'esistenza al maschile e non al femminile; non ha conosciuto, pare, la malattia, né, certamente, la vecchiaia; non ha conosciuto cosa vuol dire essere sposato, l'avere figli, essere persona di colore... ma tutto questo, che "mancava" all'incarnazione di Cristo si "compie" ora, grazie all'Eucaristia"
è davvero incredibile che un uomo cristiano possa riconoscere che "Se Dio non ha vissuto come donna, questo è una mancanza", considerato che questa religione ha fatto sua l'idea aristotelica del "femmina = maschio mancato, difettoso", è andata avanti per secoli a diffamare le donne peggiorando la misoginia già in voga nei contesti pagani... Notare bene che alla lista degli esclusi dall'Incarnazione di Cristo in un corpo maschile, di etnia semita, giovane e in buona salute, vengono anche aggiunte le persone malate, le persone anziane, le persone di altre etnie... e tutte queste particolarità e variabili della nostra umanità vengono considerate, nella prospettiva dell'Autore, delle mancanze in Cristo, visto che egli non le ha vissute. Direi che i cristiani che pensano così non possono essere accusati di idolatria del "Cristo maschio, perché è il sesso più nobile" (Aquino dixit)
Ancora più sconvolgente, ai miei occhi, di donna non cristiana che si è sciroppata tanti libri di misoginia cristiana, che nella pagina seguente, si trova scritto:
"Egli viene ad abitare in me, così come io sono. Posso passare in rassegna tutti i minimi particolari della mia vita, il mio passato, i miei desideri più nascosti, le mie debolezze, i miei peccati, tutto. Egli non ha vissuto nella sua propria carne tutto questo, ma nell'Eucaristia vive tutti questi dettagli della mia esistenza. In un certo senso, vive nella donna l'essere donna, nel malato l'essere malato, nel depresso la sua depressione, nel padre e nella madre l'avere figli, nell'anziano l'essere anziano. Siamo per lui, come diceva la beata Elisabetta della Trinità, una specie di "umanità aggiunta". Che grazia poter ricevere la comunione con questa certezza di fede!"
INCREDIBILE. Abituata come sono a leggere dozzine di cristiani e teologi con le loro idolatrie di virilità (del Cristo Re e poi di loro stessi), gongolando sul fatto che Cristo, che è Dio, si è fatto solo maschio, e pure loro sono maschi... ai miei occhi è decisamente incredibile che un cristiano, a differenza delle centinaia di teologi e cristiani maschilisti, abbia pensato che "quando le donne ricevono l'ostia, Cristo vive in loro la loro femminilità", considerandolo come un valore aggiunto a Cristo! è qualcosa che mi lascia interdetta, in senso positivo, lieta di vedere che un cristiano abbia finalmente scritto nero su bianco che "il suo Dio, quando è sotto forma di ostia, vive in chi lo mangia tutti i dettagli della sua esistenza, della sua personalità", perché così lascia intendere di pensare che la femminilità possa essere, in questo modo, un valore aggiunto al Dio cristiano.
Fermo restando che questa interpretazione sarebbe schifata da tutti i cristiani anti-Eucaristia e dai cattolici integralisti e maschilisti che griderebbero al sacrilegio ("associare la femminilità a Dio? che orrore, che sacrilegio, che blasfemia, insozzare Dio attribuendogli quel sesso tanto infame e inferiore", mi pare di sentirli urlare...), e che nella bibbia non è che "sia scritto proprio nero su bianco" (è l'interpretazione personale e soggettiva dell'Autore), devo ammettere che quelle frasi mi hanno colpito e che sono contenta che un cristiano le pensi: forse non se ne rende conto, ma contribuisce a contrastare il sessismo e la misoginia veicolati dalla sua religione per moltissimi secoli.
Non che questa interpretazione così innovativa e inclusiva di tutta l'umanità in Dio (e quindi non inneggiante al sesso maschile, superiore, proprio perché di Dio...) mi farà diventare cristiana cattolica, ma è un'opinione di un uomo cristiano cattolico che ho tenuto in considerazione nelle mie ricerche sul cristianesimo e che inserisco tra le poche affermazioni cristiane che "non sono oscenamente misogine" e tra le rarissime affermazioni cristiane "che posso apprezzare".
Ovviamente in nessuna pagina biblica il Dio dei cristiani afferma che "quando sarò ostia, e sarò mangiato da una donna, vivrò in lei la sua femminilità", e per quello che ne sappiamo, magari il Dio dei cristiani, se esiste, troverà orrenda e sacrilega questa interpretazione... ma io valuto i fatti oggettivi, non le ipotesi trascendenti, perciò spero che i cristiani e le cristiane facciano loro questa interpretazione all'Eucaristia.
Io, che sono anticristiana, che sono puntigliosa e valuto persino le virgole degli scritti cristiani, l'ho trovata un'interpretazione non scritturale, molto "di libera interpretazione", ma che contribuisce ad includere un po' di femminilità nel Dio patriarcale cristiano, e questo mi basta per apprezzare il tentativo fatto dall'Autore di rendere meno patriarcale la sua religione pensando anche a dare dignità alle donne, e quindi invito caldamente i cristiani a leggere questo libro.
Per curiosità: ovviamente sono "interpretazioni liberissime", del tutto assenti nella bibbia, comunque, su qualche sito, ci sono cristiani realmente convinti che Maria faccia parte della Trinità... tanto da averla trasformata in una Quadrità:
"Cinque giorni dopo Gesù ce ne dava la spiegazione che seguiva al suo messaggio: Vi benedico, figlioli miei, vi benedico con la benedizione che già conoscete: nel nome del Padre, della Madre, che deve essere al centro del vostro cuore, dell'universo, al centro dei vostri pensieri perché ogni azione Lei la modifica e la rende bella agli occhi del Padre, del Figlio, che per voi rimane quell'essere da imitare anche sul legno della Croce, e dello Spirito Santo, per cui in ogni azione Lui è il datore dei doni, Lui è la forza che illumina il cammino, la luce alle menti. Amen.
Con nostra sorpresa, Maria Santissima ci dà un'ulteriore luce sul "nuovo" Segno di Croce, rivelando il suo essere nella SS.Trinità: "Gesù vi ha insegnato un nuovo modo di farsi il Segno della Croce... Io sono nella Trinità... sono nel vostro cuore... in quale posto dovrebbe essere una Madre se non nel cuore?"
Noi ora continuiamo a fare il segno della croce come da sempre lo facciamo nella Chiesa; nel Nuovo Regno lo faremo con gioia in questo modo:
- sulla fronte: nel nome del Padre
- al petto (al cuore): della Madre
- alla spalla sinistra: del Figlio
- alla spalla destra: e dello Spirito Santo
La Mamma ci ama, ci ama, ci ama!"
La "Quadrità" si vede anche in qualche santino:
Notare che Maria viene quasi sempre messa sotto Dio Padre e Gesù, quindi non è che sia "così paritaria" la cosa... Avevo già spiegato, nel primo pdf, che potrei anche accettare questa interpretazione della Trinità che alcuni cattolici propongono, includendo anche Maria nella Trinità proprio perché loro sono devotissimi a Maria, le vogliono bene e quindi hanno bisogno di inserirla in primo piano nella Trinità... anche se resta sempre il fatto che Maria NON è UNA DEA, e quindi, anche se ce la mettiamo ficcata dentro nella Trinità maschile cristiana (non potendo citare manco mezzo versetto biblico a sostegno di questo, ovviamente), non è che questo ficcarcela dentro la renda una Dea... resta sempre la serva del Signore, cioè di un Dio pensato come maschile, anche se può farmi piacere che qualche cristiano cattolico "possa credere, scrivere, dire" che Maria "sarebbe una presenza e un sacramentale dei lineamenti materni di Dio" o "Icona della tenerezza di Dio"
Altri credono che Maria sia divina, come si legge in questo pdf o su certi siti cattolici, anche se nella bibbia non c'è alcun versetto che parla di una divinità di Maria:
Per giunta, qualcuno associa Maria anche all'Eucaristia
proponendo un'equazione tra il corpo di Cristo e il corpo di Maria ("Caro Christi, caro Mariae"), essendo stata Maria ad aver dato la carne fisica al Cristo (e siccome non c'è stato un padre umano, visto che Maria è stata ingravidata dallo Spirito Santo e non da un maschio umano, Cristo ha preso "tutta la carne" da Maria, perciò il corpo terreno di Cristo si è formato nel corpo di Maria ed è stato il corpo di Maria a nutrire il feto di Cristo...)
Alcuni si spingono persino oltre, sostenendo che il sangue di Maria, presente anche in Cristo, sarebbe quindi presente nell'Eucaristia: sotto le specie eucaristiche ci sarebbe anche il corpo e il sangue di Maria. Questa tesi, ovviamente, è stata rigettata dalla Chiesa Cattolica, anche se oggigiorno si vedono ancora cattolici convinti di questo e si possono vedere dei santini che raffigurano Maria con l'ostia o con del pane o con il calice...
Altri ritengono che l'Ostia, in quanto corpo simbolico che viene dato come cibo, rimandi al corpo femminile e Gesù avrebbe integrato la totalità dell'essere umano in tutte le sue forme: "Gesù dà il pane come suo corpo quasi come da seno di donna" (per usare la citazione di Efrem il Siro)
Alcuni santi, come Bernardo da Chiaravalle, svilupparono il tema della "Lactatio Virginis" avendo visioni su Maria che allattava Gesù bambino, ma anche i santi stessi erano allattati con un fiotto di latte che sgorgava dal seno di Maria fino alla loro bocca o direttamente attaccati al suo seno; altre sante avevano visioni legate all'allattamento al seno di Cristo. Frequente anche il tema di santi e soprattutto sante che stringono tra le braccia Gesù Bambino.
Per curiosità: la Chiesa Palmariana afferma che nell'Eucaristia, oltre a Gesù, ci sia la presenza reale dei santi e soprattutto della Madonna.
Per i cattolici, solo un maschio può "dire messa" facendo le veci di Gesù e consacrando "il pane e il vino" perché "il maschio esprime più visibilmente il mistero di Cristo"; sono questo tipo di affermazioni che sacralizzano la subalterità delle femmine, elevando solo i maschi a "immagini di Dio, rappresentanti di Dio" e facendo passare il tutto come "volere di Dio"
Ad altri cattolici mariani non basta neanche più pensare a "Maria nell'ostia", ma vogliono persino essere inglobati in Maria!
"Bisogna penetrare in Maria, quindi. Ossia, amarla tanto da unirsi, penetrare e chiudersi in Lei. Trasformarsi in Lei: così dicono S. Luigi Grignion e S. Massimiliano Kolbe (...) transustanziarsi in Maria, per diventare Lei, far restare Essa sola in noi (...) Diventare un'altra Maria vivente e operante, marianizzarsi (...) Non sono più io che vivo, è Maria che vive in me (...) diventare Maria significa poter amare Gesù (...) rallegrarlo e allietarlo, facendogli vedere in noi i lineamenti celestiali della sua Beatissima Madre"
Concludo citando qualche altro stralcio sul quale riflettere:
1) Secondo Gabriel Marcel (filosofo cristiano) "Essere, è essere amato"; la creatura esiste perché è stata amata. Secondo questo ragionamento, Cristo ama la sua Chiesa, Dio ama l'umanità anche se i singoli esseri umani sono iniqui, malvagi, miserabili nei loro fallimenti. L'Autore commenta dicendo che "Cristo faceva quasi finta di non vedere le iniquità che la Chiesa avrebbe commesso in futuro e che i suoi discepoli commettono, come il rinnegarlo, il tradirlo o il fuggire mentre lui veniva arrestato" proprio perché la amava, così come Dio ha creato l'umanità, amandola, anche se sapeva che sarebbe stata iniqua: "Come creasti, dunque, o Padre eterno, questa tua creatura? (...) O Amore ineffabile, benché nel lume tuo tu vedessi tutte le iniquità che la tua creatura doveva commettere contro la tua infinita bontà, tu facesti vista quasi di non vedere, ma fermasti l'occhio nella bellezza della tua creatura, della quale tu, come pazzo ed ebbro d'amore, t'innamorasti e per amore la traesti da te, dandole l'essere all'immagine e similitudine tua" (Santa Caterina da Siena)
è avendo presente questa caratteristica di Dio, che certi cristiani credono che "l'inferno sia vuoto" e che Dio non condanni nessuno, pensando che un Dio d'amore puro non possa minimamente volere condannare una sua creatura a pene eterne, anche se la sua creatura lo detesta e commette azioni orribili... Nella bibbia, comunque, si parla di tormenti eterni nel fuoco, quindi queste visioni di un "Dio che non condanna nessuno all'inferno" appartengono solo a quei cristiani buonisti che fanno finta di non sapere che nella bibbia si parla di un Dio castigatore. Per altri cristiani (tra cui eretici di secoli fa) alla fine Dio perdonerà tutti, pure Satana e i demoni; per altri cristiani, Dio non getta nessuno all'inferno, ma è il peccatore che ci va di sua spontanea volontà. Per ulteriori approfondimenti, vedi questo libro
2) è noto che per il cattolicesimo Maria si identifica anche con la Chiesa: è "figura", "tipo" della Chiesa, specchio della Chiesa, "la Vergine fatta Chiesa"; Maria e la Chiesa sono entrambe madri perché fanno nascere Cristo: Maria lo ha fatto nascere fisicamente e corporalmente, la Chiesa fa nascere le membra di Cristo, cioè i cristiani, che formano il Corpo Mistico di Cristo. I termini e le espressioni usate per entrambe sono molto belli (sarebbe sciocco negare che termini come "Immacolata, senza ruga, senza macchia" sono suggestivi, così come lo sono i santini cattolici che raffigurano la Madonna e i santi) e, fermo restando che nella bibbia Maria non compare come "Immacolata, Avvocata, riflesso del Volto di Dio, Regina del Paradiso, Rosa Mistica", "Stella Maris" ecc. ecc., essendo tutte interpretazioni, allegorie, simbolismi inventati dai padri della Chiesa e dai teologi cattolici, e rifiutati, a ragion veduta, dai cristiani non cattolici, il problema di fondo è che esaltando Maria, come i cattolici hanno sempre fatto, si abbassano tutte le altre donne, giudicandole inferiori, indegne, meretrici, mentre solo lei è pura, tutta santa, perfetta... Avevo anche spiegato nei pdf precedenti come l'idolatria della sua verginità sia degradante e disumanizzante, oltre che indice di sessuofobia, perché tale ideologia considera "stimabile, venerabile" una particola di pelle (imene), e non la donna a prescindere dall'imene, lasciando intendere che solo quello "la rende degna, stimabile", come a dire che "non avere l'imene" sia indice di bassezza, di turpitudine, di indegnità, di immondezza... Se ancora oggigiorno, nei paesi non occidentali, persistono orrori come l'infibulazione, la mutilazione della clitoride, i delitti d'onore, la lapidazione, le prove di verginità, è proprio perché la verginità della donna viene ritenuta "l'unica ragione di vita" di una donna... il suo valore come "merce di scambio", passando dalla tutela del padre-padrone a quella del marito è sancito proprio dall'avere l'imene, che deve essere deflorato durante "la prima notte di nozze" dal nuovo possessore della donna, che sancirà così il suo possesso su di lei e di lei. è proprio sapendo cosa succede a certe donne in certi contesti islamici, indù, buddisti o animisti, se queste donne "non sono vergini", che trovo profondamente disturbante, disumanizzante, oggettificante e misogina l'idolatria alla "Vergine Maria" in quanto "femmina che ha preservato l'imene incorrotto, integro, in eterno".
3) Dopo l'equivalenza simbolica "Maria-Chiesa", l'Autore propone anche questa metafora: il battistero come seno della Chiesa, un seno dove ci si annida per essere concepiti, come la madre ospita dentro di sé il feto, che riceve tutto dalla madre. Da non cristiana, può andarmi bene che si usino metafore così legate alla corporeità femminile nel "dare la vita", a patto che non si sostenga poi che "la donna deve fare solo la madre". Essere donna non significa essere ridotta unicamente alla capacità riproduttiva.
4) L'essere creati a immagine di Dio, e il fatto di essere maschio e femmina, può essere usato come allegoria per parlare della Trinità: Dio è unico ma non è solitario, e la Trinità consisterebbe proprio in uno scambio d'amore tra tutte le tre Persone che la formano: la coppia umana riflette questo scambio d'amore, è un riflesso della Trinità.
Da non cristiana, posso accettare questa interpretazione cristiana cattolica alla Trinità perché include anche la donna che in coppia con l'uomo forma una sola carne con lui unendosi nel rapporto sessuale e dando vita al figlio.
Certo, questa interpretazione può essere approvata dagli eterosessuali, ma le persone LGBTQIA+ farebbero notare che tale interpretazione della Trinità li esclude totalmente; è vero.
Se proprio vogliamo essere puntigliose, potremmo osservare che la coppia non deve per forza procreare, comunque, veniamo incontro alla buona volontà di certi cristiani che hanno incluso la donna e persino il rapporto sessuale coniugale (e ovviamente procreativo, dal loro punto di vista...) nelle metafore per parlare del loro Dio Trino: è già un passo avanti, rispetto alla misoginia e alla sessuofobia...
APPROFONDIMENTO SU SAN GIUSEPPE, NEI SUOI ASPETTI ANTIPATRIARCALI
Nota di Lunaria: negli ultimi tempi qualche teologo o teologa ha interpretato la figura di san Giuseppe (molto marginale nei vangeli) come "simbolo di emancipazione e liberazione dal patriarcato", proprio perché nei vangeli Giuseppe non si comporta come un uomo patriarcale e brutale della sua epoca, tutto il contrario.
Inoltre, un cattolicesimo di matrice marxista (i volgarmente chiamati "cattocomunisti") o, più in generale, che si interroga sulla questione operaia e sul classismo, ha proposto san Giuseppe come figura eminente di lavoratore.
Penso che siano analisi che vale la pena conoscere, perché a differenza di altri concetti cristiani inconciliabili con i diritti e l'emancipazione della donna, quei concetti cristiani che perpetrano anche l'esclusione della femminilità dalle raffigurazioni di Dio (l'idolatria della verginità, il Dio Padre, l'incarnazione di Dio in un maschio...), queste analisi moderne a san Giuseppe contribuiscono a stemperare il patriarcato e a dare una visione luminosa e laboriosa della virilità. (è evidente che la figura maschile tipica dell'Antico Testamento, oltre a quella del profeta, è quella del re o del condottiero e generale bellicoso, che uccide, abusa delle donne, pratica la poligamia... quindi la virilità che trapela nei testi dell'Antico Testamento è quella del maschio patriarcale, brutale e rozzo...)
Anche se a voler essere precise, il valore luminoso ed eccelso della virilità c'è sempre stato nel cristianesimo fin dal principio (Gesù Cristo maschio e Dio...) quindi sarebbe ridondante fare un discorso di esaltazione della virilità anche nella figura di san Giuseppe: c'è già Gesù Cristo ad esaltare la virilità portandola a livelli divini... Infatti il cristianesimo è un'ideologia virile per definizione, sia nel suo aspetto terreno (santi, papi, teologi...) sia nel suo aspetto simbolico (Dio, la Trinità, gli Angeli...)... è la femminilità divina che è carente nel cristianesimo... la virilità è sempre stata sovrabbondante e in primo piano.
è anche per questo motivo che san Giuseppe è sempre stato in secondo piano, perché quando si parla di personaggi maschili cristiani vengono in mente Gesù Cristo e Dio Padre... la virilità è già rappresentata da loro due, senza che si sia sentito il bisogno e la necessità di aggiungerci anche san Giuseppe, magari invocandolo come "Padre (putativo) di Dio" dopo che ci si è rivolti a Gesù e a Dio Padre, cosa che comunque qualche cristiano potrebbe fare... Ma è decisamente inusuale come cosa.
Come ho detto, sotto questo punto di vista è superfluo esaltare la virilità di san Giuseppe pensando di farlo per omaggiare lui e "per riverberare la cosa" anche sul resto dei maschi, dal momento che c'è già Gesù Cristo come maschio esaltato...
Ma comunque, visto che Gesù non è "molto considerato come esempio di lavoratore" per imbastirci una "teologia del lavoro che si interroghi sulla questione operaia", è sensato e ha il suo perché citare san Giuseppe, al posto di Gesù, se qualcuno volesse fare analisi di "di classe" al cristianesimo, magari per dare visibilità alle problematiche del mondo operaio.
Perciò metto a disposizioni di tutti queste riflessioni che ho estrapolato da un paio di libretti cristiani.
Altri due motivi che mi hanno portato a dedicare mezz'ora del mio tempo a trascrivere questi concetti
sono motivati da queste due ragioni:
1) Il post serve a dimostrare che io conosco un mucchio di roba sul cristianesimo, conosco anche cose di nicchia o stravaganti e inoltre se mi gira il capriccio posso trattare anche la figura di san Giuseppe, tanto per dimostrare a chi mi insulta che conosco anche questo aspetto del cristianesimo...
2) Ma in particolar modo, il post è dedicato ai lavoratori cristiani sospesi, che lottano con noi non-cristiani contro il marchio verde.
Checché ne dicano i miei detrattori, del cristianesimo io tengo conto di tutto, non tengo conto solo delle cose misogine di secoli fa, ma tengo conto anche delle nuove analisi teologiche e di quanto dicono e fanno i cristiani.
Ho tenuto conto di quei cristiani che si sono esposti per combattere contro questo scempio liberticida, ho tenuto conto di quei cristiani che sono scesi in piazza (a farsi manganellare) in difesa dei diritti di tutti e del diritto al lavoro.
Perciò se San Giuseppe è il Santo Lavoratore per eccellenza, sono certa che protegge tutti i cristiani no gp, specialmente se sono lavoratori sospesi e condannati alla miseria per merito di queste leggi diaboliche.
***
Concetti estrapolati da
e rielaborati in un'ottica femminista
Nella teologia cattolica si è scritto tantissimo sul "Sì di Maria" al piano di Dio, ma si può fare un'analisi anche al "Sì" di Giuseppe.
Egli, uomo di secoli fa calato in un contesto patriarcale, contribuì all'opera di Redenzione ascoltando l'Angelo, vincendo i pregiudizi misogini e gli usi barbari del suo tempo, facendo trionfare l'amore accogliendo Maria e Gesù.
Nei vangeli, Giuseppe resta una figura secondaria; di lui sappiamo solo che era un falegname e che era un uomo giusto.
è l'ultimo patriarca biblico, che però si discosta dai patriarchi che lo avevano preceduto, e riceve la rivelazione di Dio durante il sonno, quando gli appare un angelo: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
Giuseppe è quindi l'uomo, scelto da Dio, come custode e sostegno di Maria e Gesù; li conduce nella fuga e nel ritorno dall'Egitto.
Fu san Bernardino da Siena a diffonderne il culto elogiandone la fedeltà e l'obbedienza silenziosa: infatti a differenza dei patriarchi che lo hanno preceduto, i vangeli non ci hanno tramandato nessuna frase di Giuseppe.
Santa Teresa d'Avila affermò: "Qualunque cosa si domandi a San Giuseppe verrà certamente concessa. Chi non crede, ne faccia la prova affinché si persuada (...) Egli aiuta moltissimo chi si raccomanda a lui."
La collaborazione di Giuseppe al piano di Dio assicura un diritto genealogico a Gesù, ma Giuseppe si trova a dover anche affrontare prove, vincendo gli usi e i costumi tipici dei maschi del suo tempo che di fronte ad una gravidanza prima del matrimonio avrebbero condannato a morte la promessa sposa accusandola di adulterio.
Giuseppe si trova di fronte all'azione divina trascendente per lui incomprensibile ma non si sottrae al piano divino né lo contesta.
Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie il mistero in lei, unendosi al mistero dell'Incarnazione.
Dio nel suo aspetto di Padre è fonte di ogni paternità in terra e desidera che il giusto Giuseppe dia il nome al Figlio chiamandolo Gesù; in questo possiamo vedere la volontà di Dio che anche Giuseppe, nel suo ruolo di padre putativo, collabori partecipando alla Redenzione, diventando anche lui responsabile.
Giuseppe, nella sponsalità e nella paternità, è stato chiamato a diventare discepolo di Gesù, dedicando la sua esistenza di uomo al servizio del Figlio.
San Giuseppe manifesta in maniera eminente la paternità divina, come Maria è specchio della maternità generante di Dio, anche Giuseppe è segno della paternità feconda e amorevole di Dio.
Nota di Lunaria: onde evitare di essere lapidata e trattata come una mentecatta delirante, il concetto che ho riportato, di Maria come "specchio della maternità generante di Dio" si trova a pagina 6, metto anche la foto per dimostrare che le cose stanno così, prima che qualcuno mi accusi di "inventarmi le frottole sul cristianesimo"
Pur non essendo il padre biologico di Gesù, Giuseppe è pienamente padre perché la paternità può anche essere non biologica, si manifesta al servizio della vita con grande dedizione.
Giuseppe rappresenta anche la figura del lavoratore e dell'emigrante, perché ha conosciuto la persecuzione, l'esilio.
Leone XIII proclamò san Giuseppe patrono di tutti i cristiani e lo propose come modello di laboriosità: "Agli operai e agli indigenti insegnerà il modo di santificare se stessi col santificare il lavoro e sopportare con serenità la povertà."
Il suo silenzio, all'unisono con quello di Maria, manifesta una pienezza di fede in Dio, di abbandono fiducioso nella Provvidenza.
Col "Sacro Manto" si intendono delle orazioni particolari con le quali si onora san Giuseppe per mettersi sotto il manto della sua protezione.
Fra Giovanni da Fano (1469-1539) diede avvio alla devozione nota come "I Sette Dolori-Gioie di San Giuseppe", basati sugli eventi che coinvolsero Giuseppe.
1) Dolore di Giuseppe prima di conoscere la vocazione di Maria e gioia nello scoprire il progetto che Dio aveva di lui
2) Dolore di Giuseppe per le difficoltà incontrate a Betlemme e gioia per la nascita di Gesù
3) Dolore di Giuseppe alla circoncisione del Bambino e gioia nell'imporgli il nome di Gesù
4) Dolore e gioia di Giuseppe per la profezia di Simeone
5) Dolore di Giuseppe per l'esilio in Egitto e gioia nell'affidarsi alla volontà di Dio
6) Dolore e gioia di Giuseppe nel ritorno dall'Egitto in Israele e nella residenza a Nazaret
7) Dolore di Giuseppe per aver smarrito Gesù e gioia per averlo ritrovato nel tempio fra i dottori
LA SANTITà FEMMINILE NEL CATTOLICESIMO MODERNO
Info tratte da
Cito concetti tratti da pagina 31
Tra le diverse forme il papa ha voluto sottolineare anche "il genio femminile", che si manifesta in stili femminili di santità, indispensabili per riflettere la santità di Dio nel mondo.
Lo Spirito Santo ha suscitato, anche nelle epoche durante le quali le donne erano discriminate, molte sante che hanno ispirato dinamismi spirituali: santa Ildegarda di Bingen,
Santa Brigida, santa Caterina da Siena (*), santa Teresa d'Avila e santa Teresa di Lisieux
Ma è importante ricordare anche la tante donne sconosciute le quali hanno trasformato famiglie e comunità con la loro fede e testimonianza.
(*) Nota di Lunaria: che SCONSIGLIO totalmente come "modello di donna"; a parte che era omofoba, ma il modo agghiacciante nel quale maltrattava il suo corpo era assolutamente segno di misoginia interiorizzata oltre che di masochismo.
Piuttosto, se cercate una vera eroina cristiana dalla quale prendere esempio, suggerisco Annalena Tonelli, uccisa dai fanatici islamici: era andata in Africa per aiutare le donne africane ad emanciparsi dalla condizione di inferiorità e faceva la battaglia contro la mutilazione genitale femminile. è stata uccisa proprio per questo, ai fanatici islamici misogini dava fastidio che questa donna aiutasse le donne.
Per approfondimenti sulle donne nel Medioevo, vedi:
Per approfondimenti sulla misoginia cristiana, vedi questi due libri:
NON sono libri di critica radicale al cristianesimo, al contrario, sono libri scritti da autrici cristiane che pur denunciando la misoginia del cristianesimo, vogliono fare il possibile per "salvare" questa religione, ritenendola, al netto dei suoi errori storici e concettuali, una religione "dalla parte delle donne".
Citando i concetti da pagina 135
Maria corona queste riflessioni sulla santità, è colei che ha mostrato la santità e ci accompagna.
Lei non accetta che quando cadiamo rimaniamo nel baratro, ci porta in braccio senza giudicarci.
Parlare con lei ci consola e ci santifica.
Nota di Lunaria: onde evitare di essere lapidata da qualche integralista cristiano, preferisco mettere la foto della pagina da cui ho tratto i concetti, a dimostrazione che "non me li sono inventata io" (sono stata accusata anche di questo, da femmine che la Summa Theologiae non sanno manco che è stata scritta)
Ok, adesso citiamo un paio di concetti tratti da
No, non è che sia un trattato sulla femminilità e maternità di Dio, comunque, a pagina 32 si sono degnati di farci sapere che "la donna ha una sorta di lavoro sacerdotale pur non essendo un prete": "Cristo volle soprattutto servire, ed è lui il primo e sommo sacerdote. Ma dopo di lui e con lui, tutti i fedeli sono chiamati a continuare - ciascuno nel proprio ambiente - la sua opera di servizio. Operai di fabbrica e medici, donne di casa o centraliniste del telefono: ogni lavoro svolto a servizio del prossimo è in realtà un lavoro sacerdotale."
Mettiamo la prova, prima che qualcuno strilli dicendo che "è un tuo delirio!"
Ok, questo è il massimo che troverete, dal punto di vista cattolico, "che ammette che le donne possono avere un certo ruolo sacerdotale pur non essendo pretesse."
Altro non troverete (se volete la donna sacerdotessa dovete andare nella Wicca Dianica)
APPROFONDIMENTO: MATER ECCLESIA
Concetti tratti da
"Mater ergo viventium Ecclesia est", la Chiesa è la madre degli uomini vivi, diceva S. Ambrogio.
Il Mysterium Ecclesiae è anche il Mistero della Maternità (Nota di Lunaria: tuttavia, per quanto simbolicamente la Chiesa Cattolica sia "femminile", tutta la sua gerarchia è maschile... e invece se fossero coerenti con il loro simbolismo approverebbero il sacerdozio femminile; se il prete maschio rappresenta il Cristo, la donna sacerdotessa potrebbe rappresentare Maria o la Chiesa... e invece non lo fanno...)
La Chiesa è Madre di Cristo nei cristiani.
Il tema biblico della maternità lo ritroviamo nella Gerusalemme Madre, destinata a diventare la Madre di tutti i popoli, come la biblica Rebecca: "... benedissero Rebecca e le dissero: tu, sorella nostra, diventa migliaia di miriadi e la tua stirpe conquisti le città dei suoi nemici" (Gn 24,60)
"Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore (...) ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza possiederà le nazioni, popolerà le città un tempo deserte" (Isaia, 54, 1-2)
"Siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli" (1 Ts 2,7 vedi anche Gal 4,19)
Anche i Padri trattano il tema dell'Ecclesia Mater, con l'idea che il cristiano ha Dio come Padre e la Chiesa come Madre (Nota di Lunaria: per questo Maria è simbolo anche della Chiesa Cattolica; Agostino, per esempio, scriveva "Maria l'ha [la Chiesa] preceduta come figura di essa. In questo senso, vi domando, la Chiesa è Madre di Cristo (...) Chi vi ha partoriti? Odo la voce del vostro cuore: la Madre Chiesa. Codesta Madre santa, onorata, simile a Maria, partorisce ed è vergine", Serm. Denis 25,83)
"Pater Deus est, Mater Ecclesia", scrive s. Agostino (Sermo 216,8)
"Madre e Maestra di tutti i fedeli in Cristo", scrivono i Concili Lateranense IV e Lionese II.
Il principio sorgivo della Maternità della Chiesa è lo Spirito Santo: come Maria, tipo della Chiesa, concepit de Spiritu Sancto, la Chiesa è resa sposa e feconda dallo stesso Spirito Santo.
APPROFONDIMENTO: COMMENTO TEOLOGICO ALLO STABAT MATER
Info tratte da
Pagine 80 e 81
"L'innalzamento di Cristo sulla Croce (atto libero della sua volontà) è un atto nel quale Dio estrae Maria (corpo e sangue di Cristo) dalla costola di Cristo. (1) Forma quindi il Trono (Maria), trono che ci permette, se ci sediamo per nostra scelta, di vedere Cristo e di amarlo col suo stesso amore divino. Solo Maria può vedere Gesù-Dio come'è (perché lei gli assomiglia) e amarlo come lui ama (...) Solo seduti su di lei, trasformati in lei, possiamo fare lo stesso!
Sulla Croce la sua azione consiste nel riservarci\crearci un posto: "Nella case del Padre mio vi sono molti posti. (...) Io vado a prepararvi un posto (...) ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io." (Gv 14, 2-4)
Cristo prepara un posto in cui possiamo stare di fronte a Dio: nessuno può resistere davanti a Dio: "I discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore" (Mt 17,7)
"Il posto che crea sulla Croce è l'Immacolata e divinizzata Maria "carne della sua carne\ossa delle sue ossa".
Lei è l'unica che può sopportare l'intensità dell'avvicinamento\trasformazione di Dio."
PROVA:
Solo un Dio può vedere Dio così com'è: "Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato, lo vedremo com'è perché gli saremo simili" (1 Giovanni 3,2)
"Nella tua luce vedremo la luce" (Sal 36,10) (2)
Il posto che ci tieni ritti davanti a Dio è Maria ("Stabat Mater", Stava la Madre)
Maria è la sola che arriva a mettersi in piedi di fronte al Crocifisso-Dio: la Croce è il Monte della Trasfigurazione, dove Dio si mostra all'umanità.
Sulla Croce, plasma Maria e fa di noi delle Marie, ad immagine di Maria."
Attraverso il corpo martirizzato di Cristo, Cristo ci fa rinascere, purificandoci. (3)
"Ecco dunque la vera trasfigurazione: per la potenza dello Spirito che agisce nel e per il suo Corpo e nella sua Anima, lui ci trasforma e fa di noi degli esseri immacolati, delle Marie." (4)
Note:
(1) Vedi Genesi 2,18: "E il Signore disse: non è bene che l'uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simile"
(2) Nota di Lunaria: è attaccandosi a questa cosa del "Lo vedremo com'è perché gli saremo simili" o del "Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio" (1 Corinzi 3,9), "Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso" (1 Corinzi 12,27), "Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente" (2 Corinzi 6,16) che alcuni teologi sostenevano che "non è così importante che Gesù-Dio sia venuto
sotto forma di maschio, tanto anche le donne saranno divinizzate e sono il tempio di Dio"; sì, ma l'idea di fondo, se anche la volessimo prendere per buona questa interpretazione teologica, è che le donne "saranno divinizzate in futuro, alla fine dei tempi" non che "lo siano già state, nel passato e nel presente", e che "le donne cristiane sono sì il tempio di Dio, ma di un Dio allegorizzato come Padre" mentre il corpo maschile è già stato divinizzato in Gesù.
Per approfondimenti vedi "Al di là di Dio Padre" di Mary Daly.
L'essere stato un maschio, di Cristo, è stato usato come base teologica per sostenere che solo il maschio è l'immagine adeguata di e per Dio e che solo i maschi sono modelli appropriati per le anologie e i simboli su Dio. Sulla base della virilità di Gesù (anche introiettando la misoginia di Aristotele nel pensiero cristiano) si è affermato che il modello normale, principale, dell'umanità è il maschio, mentre la donna è un essere umano di secondo livello, inferiore al modello ideale. Troviamo questa idea in Tommaso d'Aquino, che nella Summa Theologiae, questione 92 descrive le donne come maschi concepiti con un difetto, una mancanza (seguendo la biologia aristotelica, per l'appunto).
Fermo restando che l'Aquino NON ha inventato l'infame marchioverde, non è arrivato a quei livelli di discriminazione.
Mary Daly scriveva:
"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile.
(Nota: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato") (Mary Daly)
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità." (Mary Daly)
"Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità". (Mary Daly)
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina." (Mary Daly)
Nel cristianesimo, il maschile è assunto come paradigma del genere umano.
"L'uomo è principio e fine della donna come Dio è principio e fine della creazione" (Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, commentando le frasi di san Paolo e Genesi)
"Il Signore è l'archetipo del Maschio" (Hans von Balthasar, Teologo del '900)
Se anche la donna è fatta "a immagine di Dio" come l'uomo, come si riconosce oggi (e non certamente nei secoli precedenti...)
la dottrina della Trinità tutta maschile è ancora valida?
Le donne sono escluse dalla gerarchia ecclesiastica proprio perché "il sacerdote maschio è simbolo di Dio e deve continuare a restarlo"
(3) Nota di Lunaria: "Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità. Il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure siamo stati guariti" (Isaia 53,5)
è il Cristo-Agnello immolato, che poi è uno dei pochi simbolismi non patriarcali che compaiono per definire Cristo, al contrario del Cristo glorioso e "imperiale" (Cristo Kyrios).
(4) Vero, infatti la Chiesa riconosce che Maria Immacolata è anche "immagine che ci fa capire come noi saremo". Sarebbe fantastica l'idea se di fondo non restasse sempre il solito ostacolo insormontabile: il fatto che Dio si è fatto esclusivamente maschio, quando è venuto sulla Terra.
APPROFONDIMENTO: CARO CHRISTI CARO MARIAE
Info tratte da
Precisamente, prima che qualcuno salti fuori col solito mantra del "Non è vero niente, te lo sei inventata tu! Non hai mai letto un libro di teologia!", il capitolo 13, da pagina 126 a 129, intitolato "Appello alla devozione al Cuore Immacolato di Maria" a cui aggiungo uno stralcio tratto da "Reconciliatio et Paenitentia" cioè l'esortazione apostolica di Giovanni Paolo II
"Tutti sappiamo cosa rappresenta in una famiglia il cuore della mamma: è l'amore! Infatti è l'amore che porta la madre a vegliare accanto alla culla del figlio, a sacrificarsi, a darsi, a correre in difesa del figlio. Tutti i figli confidano nel cuore della madre, e tutti sanno di avere in esso un luogo di intima predilizione. Lo stesso avviene con la Vergine Maria. Così dice il Messaggio: "Il mio Immacolato Cuore sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio."
Il cuore di Maria è quindi per tutti i suoi figli il rifugio e la via verso Dio.
Questo rifugio e questa via sono stati annunciati da Dio a tutta l'umanità (...) "Io porrò inimicizia tra te [serpente] e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccierà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Genesi 3,15)
La nuova generazione che nascerà da questa donna annunciata da Dio trionferà nella lotta contro la generazione di Satana fino a schiacciargli la testa. Maria è la madre di questa nuova generazione, come se fosse un nuovo albero della vita piantata da Dio nel giardino del mondo affinché tutti i figli possano nutrirsi dei suoi frutti.
(...) Guardando la dipendenza del figlioletto nei primi tempi della sua gestazione nel seno materno potremmo quasi dire che il cuore della madre è il cuore del figlio.
E lo stesso possiamo dire di Maria, quando ha portato nel suo seno, il figlio dell'Eterno Padre.
(...) Come ha detto Gesù: "Io sono il pane della vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. (...) Così anche colui che mangia di me vivrà per me" (Gv 6,48-56-57)
E questo vivere per Cristo è anche vivere per Maria, perché il suo corpo e il suo sangue Gesù li aveva presi da Maria (1)
Fu nel cuore di Maria che il Padre chiuse il Figlio come se fosse il primo tabernacolo (2)
(...) è in questo modo che il Cuore Immacolato di Maria deve essere per noi il rifugio e la via che porta a Dio. (3)
(1) Nota di Lunaria: Ex Maria Virgine\Verbum Caro factum est o Caro Christi Caro Mariae, il Verbo si è fatto carne tramite Maria, la carne di Gesù è la carne di Maria (che il Figlio ha preso dalla Madre) per questo motivo spesso in teologia cattolica si trova scritto che vi è un rapporto tra Maria e l'Eucaristia, perché è da Maria che Gesù ha preso carne e sangue, cioè il pane e il vino come cibo e bevanda mistici per i cattolici; in alcuni santini Maria è rappresentata accanto al Calice o con il Calice in mano o con il Calice\Ostia nel ventre:
Non mancano santini dove Maria è associata al pane (non proprio "eucaristico" ma più inteso come "soccorso al bisognoso" e, più "allegoricamente" come "Maria che porta Gesù")
Mi è capitato di leggere riflessioni di cattolici che facevano il parallelo "Maria ha dato il suo latte come alimento a Gesù Bambino - Gesù adulto offre ai cristiani il suo corpo "panificato" come alimento"
Per alcuni cristiani, addirittura, nell'Eucaristia ci sarebbe "traccia" anche della carne e del sangue di Maria (perché "li fanno equivalere a quelli di Cristo, che da lei li ha presi, quindi in Cristo ci sarebbero sempre "particole di carne e sangue di Maria")
Sono concetti, inesistenti nella Bibbia (ergo, rifiutati da tutti i cristiani non cattolici ma già spiegavo che dei cristianesimi non cattolici non salvo niente, essendo totalmente androcentrici al 100%, non hanno neanche le briciole di femminile... :P), che potrebbero essere usati come "scusanti" per proporre "un sacerdozio femminile" da affiancarsi a quello maschile (del resto, se si considera "il prete che officia la messa una rappresentazione di Cristo", e il prete è un uomo normale come tutti gli altri, ne consegue che "per logica" si potrebbe considerare la suora "una rappresentazione di Maria"; ma il punto è sempre quello: non è che non esistano "appigli" che, molto "fantasiosamente" possano essere usati per "considerare Maria una Dea\Dio Madre, la suora una sacerdotessa, una rappresentazione di Maria sull'altare", di per sé esistono anche - alla fantasia non c'è limite, del resto - il punto è che la Chiesa Cattolica NON vuole conferire "la parità spirituale" tra uomini e donne, perciò qualsiasi appiglio, più o meno fantasioso, si tirerà fuori per "deificare le donne", verrà in ugual modo rifiutato mentre per deificare il maschio nessuno dei teologi che conta ha mai fatto obiezioni...)
(2) L'immagine è suggestiva e rimanda pure al "Graal" ma purtroppo, in un contesto androcentrico e sessista, si corre il rischio di reificare la donna solo al suo utero, come se fosse solo "un contenitore" per l'altro... L'immagine di "Maria Tabernacolo" ci può anche stare, a patto che si ricordi che "Maria ha anche fatto" (anche tirando fuori le apparizioni mariane a mo' di esempi di cose che ha fatto Maria, l'importante è darle una valenza attiva e non solo passiva come l'oggettificazione "Maria = Tabernacolo" suggerisce)
(3) Non è dogma cattolico ufficiale, ma per alcuni cattolici Maria è Corredentrice, infatti nel testo si legge: "Cristo ha ricevuto il corpo e il sangue che dovranno essere rispettivamente immolato e versato per la salvezza del mondo. Perciò Maria, diventata una con Cristo, è la Corredentrice del genere umano: con Cristo nel suo seno, con Gesù Cristo tra le sue braccia, con Cristo a Nazareth nella vita pubblica; con Gesù Cristo è salita al Calvario, ha sofferto e agonizzato, raccogliendo nel suo Cuore Immacolato gli ultimi dolori di Cristo, le sue ultime parole, le ultime agonie e le ultime gocce del suo sangue da offrire al Padre."
Poi, intendiamoci: laggiù, nel vasto mondo, lo so già che esistono cattolici che si inventano il cattolicesimo fai-da-te e "sentono, nel loro cuore, che Maria fa parte della Quadrità\è diventata Dea al momento dell'Assunzione" (commento che mi venne fatto da una cristiana molti anni fa) perché "si basano sui santini e nei santini Maria è tanto bella"
Ma infatti lo scandalo sessista del cristianesimo non sono i santini di Maria bensì il fatto che per i cristiani solo il maschio Cristo è Dio e che Maria è "super stimabile" perché "eternamente vergine" il che suggerisce che "le donne non vergini non siano degne".
Approfondimento tratto da
Pagina 70
"Vi invito pure a rivolgervi con me al Cuore Immacolato di Maria, madre di Gesù, nella quale si è operata la riconciliazione di Dio con l'umanità, si è compiuta l'opera della riconciliazione, perché ella ha ricevuto da Dio la pienezza della grazia in virtù del sacrificio redentore di Cristo. In verità, Maria è diventata "l'alleata di Dio" in virtù della sua maternità divina, nell'opera della riconciliazione.
APPROFONDIMENTO:
Nota di Lunaria: nel complesso è un pensiero teologico che non presenta criticità misogine, ma resta il problema di fondo: per tutto il libro si parla di Dio come "Padre", pertanto non ci si schioda dal simbolismo androcentrico cristiano, anche se l'Autrice "ripiega su Maria" il (solito) discorso della maternità, presentandola come "Copia di Dio".
Non ho letto tutti i suoi scritti, ma così ad occhio direi che più di questa "piccola concessione all'inclusione del femminile nel concetto di Dio" non troverete.
Del resto, è in linea con l'ortodossia cattolica postulata dalla Chiesa, non ci si poteva aspettare che pensasse ad un Dio Madre.
Certo, siamo comunque avanti anni luce rispetto alle teologie non cattoliche da "Sola Scriptura" che la femmina la considerano solo "come ha detto l'apostolo Paolo" in un paio di desolanti e deprimenti righe striminzite, ma resta il fatto che "il considerarsi figlia di Dio, perché Dio mi ama" (che poi è il centro del pensiero teologico dell'Autrice)
NON risolve il problema dell'androcentrismo cristiano: l'elemento che esclude la femminilità, perciò le donne, dalla divinizzazione non è "Dio ci ama" (lo dicono tutti i cristiani) ma il "Dio è padre"; simbolico e allegorico quanto volete, ma resta ad immagine e somiglianza del patriarca terreno, pertanto come simbolismo esclude le donne e "se anche le riconosce come figlie del Dio Padre" ma continua a parlare di Dio come Padre e basta, non si includono le donne nella divinità, visto che a restare divini sono il Dio Padre e il Cristo maschio, la gerarchia sessuale, con la predominanza del maschile sul femminile, rimane, rafforzata dal concetto stesso di Dio che la veicola e la rappresenta allo stesso momento.
Ad ogni modo, consiglio di leggere il libro, pur inscrivendosi in tutto e per tutto nel solco del "Dio è Padre, punto e basta" è comunque un passo avanti rispetto ad altre visioni più patriarcali di cristianesimo.
***
Pagina 41: Concetto del "Bambino Evangelico", che sa di essere figlio del Padre Celeste, lo riconosce e lo ama, e sa di essere da lui conosciuto e amato. Come il bambino vero che impara dagli adulti a parlare, il Bambino Evangelico impara la Parola dal Padre.
Nota di Lunaria: sì, il concetto è anche poetico, l'idea di essere come dei bambini accuditi, ma siamo sempre al punto di prima: perché solo Padre? Perché non anche Madre? Anche la Madre accudisce il neonato e il bambino, anzi, in certe culture era soprattutto o solamente la madre a farlo.
C'è da dire che ad un certo punto ci si è accorti dell'esclusione della madre, e infatti viene scritto: "Similmente al bambino che assomiglia non solo al padre, ma anche alla madre, anche egli assomiglia non solo a Dio Padre ma anche a Maria, sua Madre"
Sì, almeno rispetto a prima abbiamo incluso "la femminilità, la maternità accudente", ma resta sempre il problema di fondo: Maria non è considerata una Dea, perciò il concetto si traduce così: "Siamo figli, siamo come bambini, di Dio che è Padre e somigliamo a lui, ma siamo anche figli di Maria e somigliamo a Lei, che però non è una Dea"; il femminile c'è, ma resta subordinato alla divinità maschile.
Pagina 47: Il concetto dei "Piccoli soli accanto al Sole"
"Cosa vuole Dio da noi? Se Dio è l'Amore, se Dio è come il Sole e come la luce, essendo noi figli suoi, ci vuole piccoli soli, piccole luci. A somiglianza di Cristo, Figlio di Dio e Sole incarnato, ci vuole piccoli Cristo. A somiglianza di Maria, che è stata un altro Cristo, e quindi un piccolo Sole, ci vuole altri Maria. (...) Dio vuole che realizziamo in noi quella immensa realtà che Gesù ha espresso in questi termini "Siete Dei" (Massimo il Confessore, citato a pagina 49: "Dio ci ha creati perché diveniamo partecipi della natura divina ed entriamo nella sua eternità, perché possiamo apparire simili a Lui, essendo deificati per grazia")
Nota di Lunaria: il problema è sempre quello: si rimanda sempre a Cristo maschio come fine e scopo di tutto, e anche le donne (inclusa Maria) vengono "assimilate" a Cristo, come se il Cristo "le inglobasse": sì, ma lui resta maschio e una simile concezione annulla la femminilità (concezione che poi chiosa il vangelo gnostico-misogino di Tommaso "Ecco, io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio, affinché anch'essa possa diventare uno spirito vivo uguale a voi uomini. Infatti ogni donna che si farà uomo entrerà nel regno dei Cieli")
San Paolo scriveva "in Cristo non c'è né maschio né femmina" ma se l'immagine di Cristo è maschile, in Cristo "si è tutti uno", sì, ma in un Lui! La femminilità viene dissolta e "ricapitolata" in un Lui che "incarnatosi nel solo corpo maschile" non ha mai assunto i tratti femminili; ancora una volta ritorna la diffamazione aristotelica e poi tomista del "il modello ideale di tutto e per tutto è il maschile e la femminilità è una mancanza, una deviazione dal modello perfetto".
Non vale il "ma Cristo ha accolto le donne, non le ha discriminate, le ha rispettate", che molti sostengono per "attenuare" la misoginia disumana dei passi che ho riportato, perché anche se è vero, il problema non è "come Cristo ha trattato le donne" ma "il simbolismo del divino coincide col solo corpo maschile".
Come faceva notare Mary Daly in "Al di là di Dio Padre": "Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
Infine concludiamo riportando l'ultimo concetto che ho trovato interessante: "Maria incandescente immagine di Dio che è amore" pagina 91 e 92
"Il disegno d'amore di Dio sull'uomo si è già attuato in una creatura: la prima pienamente deificata: Maria. è in lei che, per la prima volta, si è reso manifesto, sia pure in forma velata, il mistero trinitario di Dio". Maria diventa quindi immagine e modello della Chiesa e dell'umanità divinizzata"
"Maria [...] è una spiegazione di Dio, un libro aperto che spiega Dio [...] la creatura che più copia Dio e più ce lo mostra, essendo lei stessa ciò che più propriamente egli è: Amore"
Nota di Lunaria: fermo restando che queste riflessioni su Maria sono vere solo per i cattolici, e rigettate da tutti gli altri cristiani non cattolici (ma vabbè, ho già detto che ritengo le teologie non cattoliche assolutamente inconciliabili con i diritti delle donne e totalmente androcentriche, laddove certa teologia cattolica progressista un zinzino di femminilità in Dio la riconosce di tanto in tanto) le parole che ho trascritto ridimensionano, in parte, l'androcentrismo cristiano, ma non proclamano un "Maria è una Dea\Maria fa parte della Trinità ormai diventata Quadrità", a meno che non si voglia andare dietro alle ipotesi teologiche (rifiutate dalla Chiesa Cattolica) che tentano di divinizzare Maria nello Spirito Santo (Ipostasi di Maria nello Spirito Santo: Maria sarebbe nata donna, creatura, poi diventata Dea al momento dell'Annunciazione. Ovviamente non vi è nessun versetto biblico che giustifichi una simile interpretazione, anche se il "piena di Grazia" che è l'unica cosa che si può usare come "argomentazione" potrebbe, con molta fantasia, essere inteso così.
Ho già detto che dopo molti anni che studio la questione leggendomi tutto il leggibile possibile, sono giunta alla conclusione che è l'unica ipotesi teologica che potrebbe risolvere definitivamente la misoginia e l'androcentrismo cristiano: o si ipostatizza Maria nello Spirito Santo (accontentandosi del contentino che ci riconosce che "anche la donna Maria, nata creatura, è diventata Dea, tramite Spirito Santo", mentre Cristo è sempre stato Dio da sempre... e ancora una volta: il maschile viene sempre prima!) oppure lo scandalo dell'androcentrismo cristiano monosessista resta.
In questo modo si avrebbe: Maria figlia del Dio Padre, Madre del Figlio di Dio Padre, Tempio dello Spirito Santo (seguendo, fin qui, l'ortodossia teologica cattolica) e "diventata Dea, coincidente con lo Spirito Santo".
PROVE PER DIMOSTRARE CHE IL LIBRO L'HO LETTO E NON MI INVENTO LE COSE:
IL CARISMA MATERNO NELLA CARITà
Info tratte da
Camillo de Lellis (1550-1614), ludopatico in gioventù e avviato ad una carriera militare, si convertì e si dedicò alla cura dei malati, gettando le basi per quella che poi diventerà la sanità pubblica (in particolar modo, il ruolo degli infermieri)
Creò centri di aiuto per i malati e i poveri, anche durante la peste che dilagò a Roma.
Era solito accogliere i poveri che si presentavano al convento con una ciotola in mano, vestito di un grembiulone.
Affermava: "Il mio riposo e il mio conforto è soccorrere gli infelici e gli abbandonati".
"Vorrei avere mille lingue, l'ardore di san Paolo e la scienza di tutti i santi per far conoscere Dio a tutte le creature. Vorrei avere cento braccia per servire tutti i poveri e i malati della terra"
Nei malati e nei poveri, vedeva la figura di Cristo:
"Se voi non farete del bene ai poveri, nemmeno Dio ne farà a voi, e nell'ora della vostra morte sarete misurati con la misura con la quale avete misurato a questi poveretti"
"Non può un'anima amare Dio che non vede, e non amare il prossimo che vede"
Si occupava personalmente degli infermi: li lavava e li confortava, con la tenerezza di una madre verso il figlio, invitando i suoi collaboratori "a servire i malati con un cuore di madre" e una testimonianza del tempo afferma "[...] che un uomo avvezzo e allevato tra l'armi, sapesse far così bene l'officio delle madri...".
Amava e soccorreva anche gli animali, come quando a Bucchianico (suo paese natale), portò tra le braccia un agnellino che si era perso.
Fece anche un miracolo, a Bucchianico, riuscendo a far moltiplicare le fave in un piccolo campo, durante una carestia.
Venne proclamato santo nel 1746, patrono dei malati, infermieri e ospedali.
Nel XIX secolo vennero alla luce due congregazioni femminili, ispirate al carisma camilliano: le "Ministre degli infermi di San Camillo" e le "Figlie di San Camillo" (fondate da Giuseppina Vannini)
Non erano mancate, in precedenza, diverse donne che collaborarono con san Camillo.
Il sorgere di due congregazioni femminili che rappresentano il volto femminile del carisma camilliano ha contribuito a rendere più visibili i tratti tipicamente femminili del volto di Dio: tenerezza e la compassione.
Ricordiamo Suor Maria Domenica Brun Barbantini che, rimasta vedova dopo una lunga serie di lutti familiari che la spinsero a dedicarsi al prossimo, fondò la Congregazione delle Suore Ministre degli Infermi di san Camillo, ponendo, come modello a cui ispirarsi, Maria che assisteva Gesù Crocifisso sul Calvario.
Andava personalmente a soccorrere le donne malate o morenti nelle loro case, attraversando le vie di notte e giorno, anche in zone pericolose della città.
PROVA:
APPROFONDIMENTO: LE SANTE MARTIRI CROCIFISSE
Info tratte da
Santa Giulia di Corsica, Martire. Una delle martiri cristiane crocifisse (le altre sono Santa Liberata, Santa Margherita, Santa Blandina e Santa Vilgefortis, che, per giunta, è una donna "mascolinizzata" perché raffigurata con la barba)
Pagina 7
"In una fase del martirio [Santa Giulia] viene sospesa al palo e il redattore annota che in lei i compagni vedevano il Cristo"
"Un'osservazione di questo genere [...] aggiunge un tratto importante: una donna, un corpo femminile, può rappresentare Cristo"
[Anche se esistono sante con le stimmate] "vige tuttora nella Chiesa Cattolica una rimozione totale del femminile della ri/presentazione di Cristo"
Nota di Lunaria: per almeno tre motivi:
1) L'essere donna, il suo corpo, è ritenuto "meno degno" del corpo maschile, perché:
2) Eva è considerata "derivata" (prodotto secondario) dal maschio Adamo (ritenuto "primo"); vedi anche gli sciagurati versetti del maschio "Gloria di Dio" mentre la femmina "è gloria del maschio" e deve pure stare sottoposta "all'autorità maschile" (1 Corinzi 11,7-16)
3) La Seconda Persona della Trinità, cioè Gesù Cristo, si è incarnato esclusivamente in un corpo maschile e pur potendo "nascere anche donna" non l'ha fatto.
Infatti, riporto le argomentazioni di Mary Daly
"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
Comunque, a pagina 8 troviamo:
[le sante crocifisse sono] "segno dolente della violenza e del suo superamento ma è anche simbolo potente della capacità femminile di rappresentare il divino"
(Nota di Lunaria: ma non vi aspettate che i cattolici ultratradizionalisti approvino applaudendo...)
Pagina 57
"Blandina resta nella memoria collettiva come una martire crocifissa, assimilata a Cristo e capace di renderlo presente attraverso il suo corpo femminile"
(Nota di Lunaria: sì, ma non è che la Chiesa allora ha proclamato "Si può considerare ipostatica Santa Blandina: Vera Dea e vera Donna, la nostra Salvatrice e Redentrice che si è fatta crocifiggere e ci ha salvato!"... il Dio cristiano resta uno solo e resta MASCHIO e da lì non ci si schioda)
A pagina 81 viene poi menzionato il culto a Santa Vilgefortis (che qui in Italia sarà conosciuta da 4 gatti...); è rappresentata come una donna (vestita anche con abiti eleganti e sfarzosi) crocifissa; sul volto ha una folta barba.
"Una donna assimilata a Cristo [...] ma anche, reciprocamente, un Cristo androgino, disponibile a rappresentare la potenzialità divina del femminile ma anche la dignità di ogni vita, qualunque sia la sua connotazione sessuale."
Nota di Lunaria, come considerazioni finali al "Manca un'incarnazione femminile di Dio, allora andiamo a ripescare le sante crocifisse e facciamo finta che siano delle ri\presentazioni di Cristo!": l'incarnazione di Dio in un corpo maschile è un problema dal punto di vista femminile, visto che dei due sessi, Dio ne sceglie uno solo, lo usa "come forma materiale" e vive le sue esperienze terrene come maschio, ma non anche come femmina.
Infatti il problema dell'indegnità, per i maschi e dei maschi, non si è mai posto: non solo perché tutte le ideologie religiose del passato sono androcentriche, e tutte pontificano di superiorità maschile e\o hanno Dei maschili, ma è evidente che dal punto di vista concettuale cristiano se Dio si è fatto esclusivamente maschio, il loro sesso, la loro psico-fisicità maschile è stata elevata ad una dignità eccelsa; Dio stesso "riverbera" la virilità, la fa sua dal punto di vista corporale.
è la psicofisicità femminile che è stata del tutto ignorata, da questo Dio, che non si è incarnato anche in un corpo femminile.
è proprio pensando a questo fatto che l'Aquino e molti altri teologi cristiani hanno pensato che "Non era da Dio farsi femmina: si è fatto maschio perché é il sesso più nobile"; basti citare la questione 92 dell'Aquino, nella "Summa Theologiae", tanto per farsi un'idea della misoginia cristiana
(che comunque, e facciamo pure contenti i cristiani che "cercano lo scaricabarile", è innegabile che si forma anche su quella pagana, così "non sono solo i cristiani dell'antichità ad essere misogini, lo erano anche i pagani"; contenti? Adesso che ho ribadito che anche i pagani greco-romani erano misogini e l'Aquino riprende Aristotele, siete più contenti? Non ho mai negato questo fatto, mi limito solo a far notare che il cristianesimo rispetto al paganesimo ha tolto il concetto di Dea, e in più è andato dietro alla misoginia pagana... almeno i pagani avevano un concetto di Dea, limitato a "moglie o sorella del dio maschile", ma per lo meno, ce l'avevano...).
Ad ogni modo, per tentare di salvare il salvabile e anche perché non sono ignorante sugli ultimi sviluppi della teologia cattolica, per onestà culturale riporto anche che alcuni teologi moderni hanno comunque tentato di pensare Maria come ipostatica nello Spirito Santo (ipotesi rifiutata dalla Chiesa Cattolica, ovviamente, e peraltro non si trova neanche nessun versetto biblico che "la possa sostenere", anche se il "piena di grazia" potrebbe essere un indizio o comunque, per chi ci crede, lo potrebbero essere certe apparizioni della Madonna, tranquilli, non sono ignorante e ho studiato anche questa faccenda della vostra religione...) oppure "sua collaboratrice", quasi come se l'azione dello Spirito Santo, su questa terra, fosse "associata a Maria" e viceversa (cosa che comunque viene accettata dalla Chiesa Cattolica); mi è capitato di leggere anche analisi teologiche che parlano di Maria come "Specchio del volto di Dio" o una sorta di figurazione dell'amore materno di Dio; altrimenti, hanno tentato di affermare che la natura umana femminile è stata glorificata e innalzata in Maria; ma resta il fatto che Maria non è una Dea, quindi se anche prendo per buone queste analisi teologiche cattoliche moderne che tentano di includere la femminilità nelle loro analisi a Dio, anche per scusarsi di 2000 anni di misoginia (scuse che posso anche accettare, sapendo che là fuori ci sono comunque cristiani di buon cuore e sinceramente dispiaciuti per i crimini della loro religione e che vogliono porci rimedio), resta il fatto che per il cristianesimo solo il maschio Cristo è Dio; la femmina non è Dio, manca un'incarnazione femminile di Dio.
Infatti, sempre ri-citando Mary Daly:
"Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."
Nel cristianesimo, il maschile è assunto come paradigma del genere umano.
"L'uomo è principio e fine della donna come Dio è principio e fine della creazione" (Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, commentando le frasi di san Paolo e Genesi)
"Il Signore è l'archetipo del Maschio" (Hans von Balthasar, Teologo del '900)
Se anche la donna è fatta "a immagine di Dio" come l'uomo, come, comunque, fa notare la teologia moderna (quella antica se ne è ben guardata dal riconoscere la piena Imago Dei alla donna...) dobbiamo chiederci "che cosa", "chi" è Dio.
La Trinità tutta al maschile (Dio Padre, Dio Figlio e uno Spirito Santo sotto forma di colomba ma citato con termini maschili) permette l'inclusività della femmina?
Se la donna "è fatta a immagine di Dio" come riconosce la teologia moderna, dopo secoli di misoginia, perché il loro Dio, quasi sempre, viene ancora considerato, nel linguaggio e nelle raffigurazioni, maschile e paterno?
"Il sacerdote è simbolo di Dio. Perciò il sacerdote deve essere maschio. Il linguaggio maschile in riferimento a Dio diventa così una legittimazione esplicita dell'esclusione delle donne dalla gerarchia ecclesiastica." (e quindi, dell'esclusione della donna, della femminilità, nelle immagini di Dio)
Aver bisogno di un salvatore maschile non è forse un segno inconscio o meno, di masochismo e mancanza di autostima femminile?
"Il fatto che Gesù è un maschio limita la sua missione redentrice?"
Teologi di tutti i tempi hanno commentato che "Gesù è l'uomo in cui si manifesta la perfezione di Dio in un volto maschile"
Mentre Maria non è certamente "la donna in cui si manifesta la perfezione della Dea in un volto femminile" bensì "La serva del Signore"
"Nel Nuovo Testamento il Cristo-Logos è specificatamente identificato col principio divino maschile, che rispetto alla chiesa femminile, è come il capo che domina il corpo. Questo diventa pure il modello del predominio maschile e della subordinazione femminile nel matrimonio. Implica infatti che le donne possono rappresentare soltanto la parte sottomessa del dualismo, non la parte dominante della Chiesa"
(Questa visione la si trova anche nei domenicani Institoris e Sprenger che affermano che le donne appartengono al mondo demoniaco proprio perché Cristo ha scelto il corpo maschile; basandosi su questo, ecco che il corpo femminile è visto come indegno, inadeguato. Si consideri che il Malleus Maleficarum è servito per torturare e perseguitare milioni di donne in quanto donne) "La tradizione mistica e quella androgina gnostica sono chiaramente androcentriche.
Le donne si salvano sopprimendosi in quanto donne.
Secondo il Vangelo degli Egiziani, Gesù dichiara: "Sono venuto a distruggere le opere delle femmina" e nel Vangelo di Tommaso "Io la guiderò in modo da farne un maschio, cosicché anch'essa possa diventare uno spirito vivente che somigli a voi maschi. Infatti, ogni donna che diventa maschio entrerà nel Regno dei Cieli."
Il fatto che Gesù sia maschio è un limite alla sua efficacia redentrice per le donne: per il semplice fatto che tale Dio si è limitato da sé all'essere solo maschio: c'è una psico-fisicità femminile che questo Dio cristiano non ha voluto assumere su di sé.
Perché?
Ad ogni modo, come ho detto, per onestà culturale ribadisco che nella teologia di OGGI, può capitare di trovare alcuni libri cattolici che parlano di una maternità di Dio e\o di Maria come "collaboratrice dello Spirito Santo" o di "volto materno di Dio".
Bibliografia consigliata "con un po' di esegesi femminile\inclusività del femminile nel Dio cristiano"
APPROFONDIMENTO SU GIOVANNI PAOLO II
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"[...] La Gloria di Dio, il suo irradiarsi nella creazione della persona umana, verrebbe oscurata, dal momento che l'uomo - maschio e femmina - è creato a sua immagine (Gen. 1,26) La creazione diviene spiritualmente più povera quando la donna rinuncia al mistero, alla ricchezza che sono propri della femminilità" (Al congresso nazionale del CIF, 6 dicembre 1982)
"[...] secondo la ricchezza della femminilità, che ella ricevette nel giorno della creazione e che eredita come espressione a lei peculiare dell'immagine e somiglianza di Dio" (Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem, 15 agosto 1988)
"[...] [l'uomo] porta a considerare la donna come oggetto di piacere o semplice strumento riproduttivo. Contro questa cultura oppressiva è doverosa ogni legittima iniziativa volta a promuovere l'autentica emancipazione femminile." (Recita dell'Angelus, 14 agosto 1994)
"Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita." (Lettera alle donne, 29 giugno 1995)
APPROFONDIMENTO: MISTICHE E PROFETESSE DAL '600 ALL'800
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Nell'Antico Testamento sono menzionate di striscio delle profetesse: Miriam, Debora, Hulda... ma costoro, ininfluenti dal punto di vista teologico cristiano, annunciavano un dio "maschile" perciò... e poi, non erano di certo sacerdotesse... gli unici sacerdoti voluti dal dio Jahvè erano i maschi leviti.
Inoltre, Gesù, che qualche femminista che NON ha mai letto libri di teologia, sostiene sia stato "il primo femminista", scelse dodici discepoli maschi e poi altri settanta maschi per mandarli a predicare. Le donne menzionate nei vangeli NON predicano, al massimo sostengono gli apostoli con i loro beni.
Per quanto riguarda le diaconesse menzionate, come
Febe, diaconessa della chiesa di Cencrea, Evodia e Sintiche "che avevano lottato per l’Evangelo con Paolo", le quattro figlie di Filippo l’evangelista che profetizzavano, ecco, chi tira in ballo queste donne non ha ancora capito che il diacono (uomo o donna) FA SERVIZI DI ASSISTENZA,
NON INSEGNA. Infatti, che le diaconesse "SERVIVANO E AIUTAVANO GLI ALTRI" è ribadito a Romani 16: 1-2
"Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza, in qualunque cosa ella possa avere bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso."
Qui Paolo non sta dicendo "ella pure ha insegnato, ha predicato", afferma che "ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me stesso".
Ricercando qui e lì nelle anticaglie cristiane, sono giunta anche ai "Livellatori" ("Levellers"), un partito cristiano del Seicento. Tali Livellatori avevano, nel loro partito, molte donne, che partecipavano alla vita politica. La più famosa fu Katherine Chidley, una sorta di protofemminista puritana e businesswoman (!) che scrisse un libro contro un tizio presbiteriano e raccolse ben diecimila (!) firme di donne "per chiedere l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a Dio":
"Siamo sicure della nostra creazione a immagine di Dio (...) come pure d'una congrua parte nelle libertà e diritti di questa repubblica" (1648)
Ci sarebbe da dire qualcosa anche sulle donne quacchere, ma non ho ancora avuto modo di trovare un libro su di loro; ho letto solo qualche info online.
Tra le prime mistiche possiamo citare Maria di Agreda: la sua "La città mistica di Dio" fu condannato dall'inquisizione nel 1681, riabilitato da Innocenzo III e poi nuovamente interdetto all'inizio del XVIII secolo.
La tesi del libro è sintetizzata dal concetto che la Creazione viene considerata come un accostamento mistico alla Divinità.
Fu a partire dal '600 che sorsero profetesse di ogni tipo, sia nell'occultismo sia in versioni più o meno cristiane (gianseniste, pietiste, Marguerite Maria, la "Santa di Coutances").
Tra i primi nomi che possiamo fare, c'è Jane Lead, ispirata alle Madri di Jacob Boehme, mistica con visioni fin dal 1670. Fondò la "Società di Filadelfia", riunendo boehmisti.
Johanna Southcott (1750- 1814) era una serva d'albergo che ricevette l'ispirazione del Cielo nel 1792; morì a causa di una gravidanza nervosa a 64 anni, prima di aver dato alla luce "Il Principe della Pace" come credevano i suoi discepoli.
Molte di queste sette attendevano "la Seconda Venuta di Cristo", concepito come l'Amante e il Veridico, Figlio della Vergine Madre, di Maria e Lilith riconciliate.
A volte era immaginato come Nutrice e Consolatrice, una specie di Gesù Donna.
A due donne, la fiamminga Antoinette Bourignon (1616-1680) e Madame Jeanne-Marie Bonnier de la Motte, nota come Mme Guyon, (1648-1717) si ricollegarono all'esperienza del Quietismo.
Antoinette si era dedicata a lungo agli ospedali e agli orfanotrofi, mentre la Guyon si ispirò al libro di Miguel Molinos "Guida spirituale" (1675), autore che sembra appartenesse alla setta degli Alombrados, una sorta di Rosa Croce spagnola, ed ebbe degli agganci con i Guérinets, degli Illuminati francesi. Le sue idee vennero giudicate eretiche, ma si salvò dal rogo abiurando (morì però in prigione)
Anche Mme Guyon venne imprigionata e liberata per l'intercessione di potenti amicizie, venendo poi incarcerata di nuovo.
Il suo "Il Senso Mistico della Sacra Scrittura" fu un successo: secondo la Guyon, che spingeva alle estreme conseguenze le dottrine quietistiche dei suoi predecessori, non si doveva diffidare dagli istinti e non si doveva sottoporre a giudizio ciò che capitava perché non si conoscono i fini segreti di Dio.
Ann Lee (1736-1784), la "Madre", membro degli "Shakers" ("I Tremolanti" per via delle loro estasi), affermò che il Messia futuro avrebbe dovuto essere una donna, e quella donna poteva essere lei.
Ricevette una visione di Cristo che confermò la sua idea, e convinse gli altri Shakers.
La prima Rivelazione, insegnava, era stata panteistica, la seconda si era rivelata attraverso Yehovah, la terza nell'incarnazione di Cristo, la quarta si serviva di Madre Ann.
Dopo essere stata perseguitata, si imbarcò per l'America, dove fondò una colonia shaker: comunione di beni, castità, celibato, obiezione di coscienza erano obbligatorie, esattamente come nelle dottrine dei quaccheri, dei French Prophets, di Ephrata, dei Moravi; ma Ann Lee aggiungeva anche l'uguaglianza dei sessi e il rifiuto del medico; Madre Ann organizzava sermoni con suonatori, dove si ballava.
Quando morì nel 1784, la setta venne guidata da Lucy Wright fino al 1821.
Altre donne seguirono l'esempio di Ann Lee: nel 1768, Selina Shirley, la Contessa di Huntigton, fondava un seminario di donne e uomini;
Elspeth Simpson, figlia di un albergatore, fondò la setta dei Buchaniti, prendendo il nome dal marito. Elspeth credeva di essere la Donna dell'Apocalisse, che doveva cercare rifugio nel deserto con suo figlio, ovvero il suo amante, il Reverendo Hugh White.
La setta venne cacciata e accusata di praticare infanticidi e depravazioni. I suoi seguaci seguivano Elspeth ovunque perché speravano di vederla rapita al Cielo. La setta si disperse con la sua morte, nel 1791.
In Russia sorsero diversi gruppi animati da pratiche molto discutibili: i Molokanj ("Bevitori di latte") praticavano il digiuno, i Biegumy erano erranti, i Dyrkovzj ("Apritori di buchi") speravano di conquistare la perfetta liberà per mezzo della contemplazione di un buco, gli Skakuny ("i Saltatori") volevano introdurre in Russia i riti dei dervisci rotanti, i Dukoobori risuscitavano il mito anabattista dello Spirito luciferino e conquistatore, i Khlysy ("i Frustatori") praticavano la flagellazione e attendevano la Seconda Venuta di Cristo onorando le profetesse e le madri.
Fu da loro che uscì una delle ultime mistiche del XVIII secolo: Akulina Ivanovna, la "Madre di Dio", che poi fondò la setta degli Skoptsy ("Eunuchi"), che si mutilavano per impedirsi di procreare.
Il "Figlio spirituale" di Akulina, il Cristo Blochin, si era castrato da solo e quando venne deportato in Siberia la setta si sciolse, fino a che non fu lo Zar Pietro III (Kondrati Seivanov) a riprenderne le redini. Nel 1874 un censimento stimava che gli Skoptsy mutilati fossero 760.
Infine, menzioniamo anche Anna Maria Taigi (1769), Marie de Brotteaux (1773), Katharina Emmerick (1774), Elisabetta Canori-Mora (1774), Maria Rafols Bruna (1781), profetesse cristiane che annunciavano catastrofi.
METTIAMO LE PROVE:
IL LIBRO DI RUT
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Nota di Lunaria: per i soliti del mantra del "Non hai mai letto un libro, non conosci niente del cristianesimo, non è vero niente, te lo sei inventata tu!", ci troviamo alle pagine 43, 44, 45, 46 e 83
Secondo la fonte ebraica il "Libro di Rut" sarebbe stato scritto dal profeta Samuele, per tracciare la linea degli antenati di Davide, ma per gli esegeti e altri studiosi, il libro di Rut rimane scritto da un anonimo (dato il poco maschilismo presente nel testo, che sia stato scritto da un'anonima?, come, peraltro, ha ipotizzato anche uno storico ebraico, Shelomo Dov Goitein, nel 1957: potrebbe essere stato composto da una profetessa, "nascosta" nel personaggio di Noemi; nota di Lunaria)
La storia si apre con una famiglia ebrea che fugge da una carestia emigrando a Moab, la terra degli avversari di Israele, una donna vedova (Noemi) che torna in patria dopo un decennio, una donna straniera (Rut) legata alla "Matriarca" Noemi, che va a spigolare nei campi, un solo personaggio maschile (Booz) che si innamora di Rut e il libro si chiude con una madre e una nutrice, e il piccolo Obed, che sarà il padre di Iesse, futuro padre di re Davide: come si vede, spicca l'elemento femminile, caricato di fecondità.
Probabilmente, il libro è stato scritto dopo l'esilio babilonese.
I nomi delle protagoniste sono "metaforici", rimandando a diversi significati simbolici.
Rut dovrebbe significare "l'amica", ma anche "sazietà, conforto, essere fresche".
Se scritto al contrario con le lettere ebraiche, significa "colomba", adatta ad essere portata in offerta al Dio di Israele, benché straniera (cioè Moabita).
Del resto, i colombi sono celebri per la loro fedeltà, e così di Rut viene messo in primo piano la sua fedeltà (a Noemi, e di conseguenza, al Dio di Israele, cioè YHWH).
Secondo la Gematria (dare a ciascuna lettera un valore numerico, tecnica tipica dell'esegesi ebraica) il nome di Rut ha valore di 606: il numero di precetti cui ogni ebreo è sottoposto; nel caso di Rut, allude alla sua decisione di entrare nell'Alleanza.
Noemi, invece, rimanda alla dolcezza; durante la distretta, la donna muterà, malinconicamente, il suo nome in "amarezza": "Non chiamatemi Noemi [mia dolcezza], chiamatemi Mara [mia amarezza] perché l'Onnipotente mi ha tanto amareggiata."
Il nome della terza donna che compare brevemente nel testo, Orpa, che ritornerà a Moab abbandonando Noemi e Rut, significa, per l'appunto, "colei che si volta".
Secondo l'interpretazione cabalista, le nozze tra Rut e Booz ("di forte spirito, la forza in lui") sono il simbolo del patto sponsale tra Dio e Israele: Rut è la tortora, la colomba, che Dio aveva perduto e poi ritrovato durante la notte dell'incontro tra Booz e Rut, così come Israele, presentata come una fanciulla nuda, viene accolta da Dio "che stende il lembo del suo mantello" (come Booz) come narrato in Ezechiele 16,9
Il simbolismo verrà poi ripreso da Paolo in Efesini, con "come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei."
(Nota di Lunaria: sì, ma il problema di fondo resta che secondo Paolo la donna deve restare sottomessa al marito, perciò il sessismo viene veicolato e rafforzato proprio dal simbolismo maschile di Dio visto come sposo)
Per altri approfondimenti sulla misoginia biblica e l'ermeneutica femminista, vedi
ALTRO APPROFONDIMENTO SUL LIBRO DI RUT
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Nota Bene: la stessa analisi si trova anche qui
"L'audacia di Rut consiste nel prendere in mano il proprio destino, addirittura forzandolo un po', giacché la nostra eroina fa di tutto per farsi sposare da Booz, assicurandosi in tal modo protezione e discendenza. Il capitolo 3 riporta quando accadde una notte, quando Rut, su suggerimento di Noemi, avvicinatasi a Booz, gli scopre i piedi: "Figlia mia [...] non farti riconoscere dall'uomo finché non abbia finito di mangiare e bere. E deve avvenire che quando si mette a giacere, allora devi notare il luogo dove giace; e devi andare a scoprirlo ai piedi e metterti a giacere; ed egli, da parte sua, ti dichiarerà ciò che devi fare. [...] Booz mangiò e bevve [...] andò a giacere all'estremità del mucchio di orzo. Dopo ciò Rut venne furtivamente e lo scoprì ai piedi e si mise a giacere. E a mezzanotte avvenne che l'uomo tremava. [...] Ecco, una donna giaceva ai suoi piedi! [...] "Chi sei?", essa a sua volta rispose: "Sono Rut la tua schiava, e devi stendere il tuo lembo sulla tua schiava poiché tu sei un ricompratore". Allora egli disse: "Sii benedetta dal Signore, figlia mia! [...]"
Ora, nel linguaggio biblico i piedi possono essere un'allusione agli organi sessuali.
METTIAMO LA PROVA:
Nell'Antico Testamento, i piedi esprimono vigore, potenza e autorità. "Mettere qualcuno sotto i piedi" significa "vincere" (anticamente i vincitori calpestavano i nemici vinti). Ma c'è di più: per esempio, nel testo ebraico di Isaia 36:12 si fa riferimento all'acqua dei piedi, cioè all'urina! "Ma Rabsache disse: "Mi ha mandato il mio Signore a pronunciare queste parole al tuo Signore e a te? Non agli uomini che siedono sulle mure, affinché mangino i loro escrementi e bevano la loro urina insieme a voi?"
Analogamente, in 1, Samuele 24:3 la locuzione ebraica "coprirsi i piedi" significa espletare un bisogno fisiologico: "Alla fine giunse ai recinti di pietra per le percore, lungo la strada, dove c'era una caverna. Saul dunque entrò per fare i suoi bisogini [...]"
Se non proprio compromettente, questo passo del libro è perlomeno ambiguo: a notte fonda Rut si corica accanto a Booz e gli scopre i piedi... Possiamo pensare che gli abbia fatto.... il solletico! E, infatti, Booz si sveglia con i brividi e le domanda "Chi sei?"
Risposta: "Sono Rut, tua serva. Stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva", ma questa non è esattamente la richiesta di un favore: Rut invita Booz a esercitare il diritto di riscatto e, infatti, precisa: "perché tu hai il diritto di riscatto".
Nota di Lunaria: infatti Rut era vedova; Booz era il parente di Elimèlec, il primo marito di Rut; secondo la legge del Levirato il fratello del defunto che non aveva lasciato figli doveva copulare con la vedova, e il figlio che ne sarebbe nato sarebbe stato considerato figlio del morto. La Legge del Levirato si trova in Deuteronomio 25:5-10. "Nel caso che dei fratelli dimorino insieme e uno di loro sia morto senza avere figli, la moglie del morto non deve divenire di un uomo estraneo di fuori. Suo cognato vada da lei, e la deve prendere in moglie e compiere con lei il matrimonio del cognato. E deve avvenire che il primogenito che essa partorisce deve succedere al nome del suo fratello morto perché il suo nome non sia cancellato da Israele [...]"
L'invito a stendere il proprio mantello è un'espressione ebraica che equivale a una proposta di matrimonio. Per un uomo coprire una donna col proprio mantello significava acquisire nei suoi confronti l'autorità di marito. Il sostantivo ebraico tradotto con "marito" è "ba'al" e significa anche padrone, proprietario. Sposarsi significa divenire proprietario, prendere possesso, prender moglie...
Considerata la storia di Rut e Booz, dove si dice che la donna "gli scopre i piedi" ovvero si avvicina al suo pene per avere un rapporto sessuale con Booz...
LE PREFICHE NELL'ANTICO TESTAMENTO
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A quei tempi, il culto di YHWH era gestito esclusivamente dagli uomini, se si eccettuano alcune eccezioni, come l'accompagnamento musicale e i rituali funebri (1), dove partecipavano anche le donne, ma le opportunità di espressione spirituale erano esigue e sporadiche.
Alle donne che volevano partecipare a pieno titolo alla vita religiosa non restava altra possibilità che aderire alle pratiche religiose che fiorivano al di fuori della sfera di controllo dei sacerdoti e dei profeti.
Brani come Isaia 1,21-23 - 57,3-6,13 testimoniano l'orientamento pesantemente maschilista della religione biblica che costringeva molte donne a cercare altrove, nei culti politeisti, l'appagamento ai propri bisogni spirituali. (2)
(1) Nel libro di Geremia troviamo molte immagini di donne: mogli, prostitute, divorziate, donne in lutto, madri, adoratrici e vittime di guerra, anche se viste delle volte con una prospettiva maschilista e con pregiudizi.
In caso di morte e sconfitta, le donne fungevano da lamentatrici professioniste (prefiche): il loro pianto rappresentava il dolore della famiglia.
Geremia utilizza l'immagine delle prefiche per drammatizzare il tragico destino della nazione:
"Pensate a chiamare delle lamentatrici e che esse vengano! E si affrettino a fare un lamento su di noi, sì che i nostri occhi si sciolgano in lacrime" (9,17-18)
Per Geremia, il cadavere non è quello di un defunto, ma di un'intera Nazione: "Insegnate alle vostre figlie dei lamenti, ognuna insegni alla sua compagna dei canti funebri\poiché la morte è salita alla nostre finestre"
(2) Sembra certo che le donne israelite adorassero la "Regina del Cielo", Astarte, perché erano escluse dalla piena partecipazione al culto nel Tempio e la concezione di Dio in Israele era maschile.
DEBORA
"In quel tempo era giudice d'Israele una Profetessa, Debora, moglie di Lappidot." (Gdc 4:4)
Debora ("Devoràh", "Ape")
è l'unica donna giudice che compare nella Bibbia ed è associata a Barac, che si affida a lei.
Debora viene presentata come Profetessa e Giudice, a differenza degli altri, "solo" giudici.
Curiosamente, il marito di Debora non compare e qualcuno ipotizza che più che non "moglie di Lapidot", l'espressione vada tradotta come "Donna di lampi" (del resto "Barac" significa "fulmine").
Sappiamo che Debora "sedeva [dimorava] sotto la palma di Debora [la palma prende proprio il nome da lei] fra Rama e Betel nella regione montagnosa di Efraim" e i figli di Israele andavano da lei per ricevere consigli.
Ad un certo punto, Debora chiama Barac e gli dice:
"Il Signore, Dio d'Israele, non ti ha forse dato quest'ordine: Va', raduna sul monte Tabor e prendi con te diecimila uomini dei figli di Neftali e dei figli di Zabulon. Io attirerò verso di te, al torrente Chison, Sisara, capo dell'esercito di Iabin, con i suoi carri e la sua numerosa gente, e lo darò nelle tue mani?"
Sisara era l'usurpatore del popolo di Iraele.
Barac risponde: "Se vieni con me, andrò; ma se non vieni con me, non andrò".
Ma Debora, dopo aver accettato, profetizza: "[...] Il Signore darà Sisara in mano a una donna", cioè Giaele.
Con Debora e Barac partono diecimila uomini.
è rimasto celebre il Cantico di Debora:
"In quel giorno, Debora cantò questo cantico con Barac. "I capi mancavano in Israele; mancavano, finché non venni io, Debora, finché non venni io, come una madre in Israele" (Gdc 5:7).
Per i teologi cattolici, Debora è una prefigurazione mariana, coraggiosa e piena di iniziativa come Maria.
IL MASSACRO DELLE SACERDOTESSE DI GERICO
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Noi donne occidentali possiamo far risalire le origini sacre della nostra sessualità alle comunità di çatal Hüyük e di Gerico. La caduta delle civiltà della Dea e della sessualità che esse incarnavano sono riportate nelle orribili storie dell'Antico Testamento: "Giosuè prepara la battaglia di Gerico...", è il racconto storico, narrato dai vincitori, della conquista delle antiche donne consacrate che da tempi immemorabili custodivano i riti della Dea [Nota di Lunaria: vedi anche l'orribile vicenda narrata dal profeta Naum, le Sacerdotesse di Ishtar, "le colombe della Dea", portate via come schiave e la statua della Dea vandalizzata o il massacro delle Madianite: "I figli d'Israele presero prigioniere le donne di Madian e i loro bambini, predarono tutto il loro bestiame, tutte le loro greggi, e ogni loro bene", Numeri 31:9]. Come chiarisce perfettamente l'Antico Testamento, il rovesciamento dell'antica religione della Dea e della "Meretrice di Babilonia" non fu né facile né rapido, ma durò per molti millenni, e fu vendicato. I patriarchi, infatti, non facevano in tempo a liberarsi delle "meretrici" dell'Antica Religione che uno dei loro uomini ne sposava una e reinstaurava l'antico culto [Nota di Lunaria: infatti nella Bibbia è attestato che la gente preferiva adorare Astarte e Baal che non Javè!!!]
I massacri continuarono e furono glorificati come la giustizia divina di uno Jehova vendicativo che non concedeva "altro dio all'infuori di me". Fabbricare idoli o immagini di Divinità divenne un sacrilegio per le nuove religioni giudaico-cristiane, e le meravigliose figure della Femmina Divina che erano state modellate fin dagli inizi del Paleolitico vennero distrutte, proibite e demonizzate."
Giosuè 6:12\21 "Quindi Giosuè si alzò la mattina di buon'ora e i sacerdoti portavano l'arca del Signore, e sette sacerdoti che portavano sette corni di montone davanti all'arca di Geova camminavano, suonando di continuo i corni [...] E votavano tutto ciò che era nella città, dall'uomo alla donna, dal giovane al vecchio e al toro e alla pecora e all'asino, alla distruzione col taglio della spada."
GIAELE E GUDITTA
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Giuditta e Giaele sono figure dell'Antico Testamento che, secondo l'interpretazione cattolica, "prefigurano Maria", da intendersi tutte come le donne considerate "deboli" (in quanto donne) nella mentalità degli uomini del loro tempo e nel loro contesto sociale, peraltro patriarcale e fortemente marziale, ma forti nella fede, vengono scelte da Dio per sconfiggere gli oppressori del popolo, usando unicamente come armi la loro bellezza, astuzia e coraggio. Sono "strumenti" che Dio sceglie per il loro essere escluse dalla società, meno forti degli uomini, e agisce tramite esse. San Paolo affermerà "quando sono debole, è allora che sono forte" (2 Cor 12,9) e Giaele e Giuditta sono forti (nella fede in Dio) proprio perché deboli, in una società patriarcale.
GIAELE (Giudici IV, 17-22)
Quando Debora era giudice di Israele, decise di far combattere all'esercito ebraico una battaglia contro i Cananei, guidati dal generale Sisara.
Giaele, appartenente alla tribù dei Keniti, nemici degli israeliti, si schierò dalla parte degli Ebrei.
Sisara accetta l'invito di Giaele, ed entra nella sua tenda.
La donna gli offre latte e lo fa riposare e appena Sisara dorme, la donna lo uccide con un piolo della tenda e un martello.
Da Debora, la profetessa, che aveva predetto "Il Signore darà Sisara nella mano di una donna", Giaele è definita "benedetta tra tutte le donne" e per l'interpretazione cattolica, Giaele è prefigurazione di Maria che schiaccia il capo del serpente e anche la cugina Elisabetta chiama Maria "benedetta tra tutte le donne".
Ecco il testo: "In quanto a Sisara, fuggì a piedi alla tenda di Iael (Giaele) moglie di Heber il chenita, poiché c'era pace fra Iabin re di Hazor e la casa di Heber il chenita. Quindi Iael uscì incontro a Sisara e gli disse: "Vieni da questa parte, mio signore, vieni da questa parte verso di me. Non temere." Egli si volse dunque verso di lei ed entrò nella tenda. Essa lo coprì poi con una coperta. A suo tempo egli le disse: "Dammi, ti prego, un po' d'acqua da bere, poiché ho sete." Pertanto, essa aprì un otre di latte e gli diede da bere, dopo di che lo coprì. Ed egli le diceva "sta all'ingresso della tenda, e deve accadere che se qualcuno viene e in effetti ti domanda e dice "C'è un uomo qui?" devi dire "No!"
E Iael moglie di Heber prendeva un piolo della tenda e si metteva in mano il martello. Quindi andò furtivamente da lui e gli conficcò il piolo nelle tempie e lo fece entrare in terra, mentre egli era profondamente addormentato e stanco. Così egli morì.
Ed ecco, Barac inseguiva Sisara. Iael gli uscì incontro e disse "Vieni e ti mostrerò l'uomo che cerchi". Egli entrò dunque da lei, ed ecco, c'era Sisara caduto morto, col piolo nelle tempie".
Nota di Lunaria: secondo alcuni commenti che ho letto, il piolo sarebbe un "fallo metaforico": è una sorta di feroce presa in giro della virilità di Sisara, così orgoglioso della sua potenza virile (si pensi anche al fatto che durante le guerre le donne erano stuprate e portate via come schiave sessuali), che viene ucciso (senza minimamente aspettarselo!) da una donna armata di un oggetto fallico. Come lui aveva stuprato centinaia di donne, ora è lui ad essere stuprato.
GIUDITTA (I-XVI)
Il generale Oloferne, comandante dell'esercito del re assiro Nabucodonosor, attacca la città di Betulia. Gli abitanti pensano di arrendersi, ma Giuditta, una vedova, decide di uscire dalla città con una serva, e mentre il popolo pregherà, lei ucciderà Oloferne.
Indossa i suoi vestiti e gioielli più belli, e arriva al campo di Oloferne, fingendo di consegnare la città.
Seduce l'uomo e il quarto giorno, dopo il banchetto, rimasta sola con lui, prende la spada e decapita Oloferne, mentre lui è ubriaco.
"Dammi forza, Signore Dio d'Israele, in questo momento. E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa."
Avvolge la testa mozzata in un lenzuolo e rientrano in città.
Il ritorno di Giuditta viene accolto con grande entusiasmo dal popolo. Ozia le dice "Benedetta sii tu, o figlia, da Dio altissimo, più di tutte le donne della Terra, e benedetto il Signore Iddio, creatore del Cielo e della Terra, che ti ha guidata a tagliare la testa al capo dei nostri nemici!"
All'alba, gli Ebrei mostrano ai nemici la testa di Oloferne e vincono la guerra.
Per questo anche Giuditta, nell'interpretazione cattolica, è prefigurazione di Maria.
CRITICITà DELLA TEOLOGIA SPONSALE (DIO SPOSO\UMANITà SPOSA)
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"Maria sposa della Famiglia è la personificazione di una teologia sponsale fortemente attestata nel Vecchio e Nuovo Testamento, culminante con la visione delle Nozze dell'Agnello descritta a Apocalisse, capitoli 19-22, a sigillo di tutta la Rivelazione. Questa teologia sponsale era tenuta in alta considerazione nella Chiesa antica, basti ricordare le Odi di Salomone, primo esempio di poesia cristiana in stile semitico in cui l'esistenza cristiana è concepita come un'unione di tipo nuziale [...] Si pensi ai mistici e santi che hanno descritto la vita nello Spirito con un linguaggio di tipo sponsale: Bernardo di Chiaravalle, Gertrude di Helfta, Angela da Foligno, Chiara da Assisi, Caterina da Siena, Giovanni della Croce, Teresa d'Avila, Teresa di Lisieux, Madre Teresa di Calcutta" (pagine 241)
"Leggendo Apocalisse 12 abbiamo considerato il significato biblico della donna, quale personificazione e simbolo dell'umanità-partner di Dio, sia nella Creazione sia nell'Alleanza. Tanto l'umanità quanto Israele davanti a Dio sono donna, sposa e madre. Il simbolismo nuziale [indica] il rapporto tra Dio e l'umanità [...] Si pensi al Cantico dei Cantici" (pagina 242)
"Mentre Gesù è il Messia-Sposo che possiede la Sposa (Gv 3,28-30) Maria di Nazareth è la personificazione privilegiata di questa vocazione e condizione femminile di Israele e dell'umanità. Lei è la donna che è piaciuta a Dio come Ester al re Assuero [...] Il Signore è con Lei (Luca 1,28) [...] Ella è la piena di Grazia (Kecharitoméne, Luca 1,28) [...] La Chiesa è amata da Cristo suo sposo che ha dato se stesso per lei " (pagina 243)
Nota di Lunaria: integro con delle note prese da un libro a commento della teologia di von Balthasar e OVVIAMENTE METTERò LE PROVE, FOTO DELLE PAGINE, PRIMA CHE QUALCUNO SE NE ESCA COL SOLITO MANTRA DEL "NON è VERO NIENTE, NON HAI MAI LETTO UN LIBRO DI TEOLOGIA". CI TROVIAMO ALLE PAGINE 256, 257, 258 e 259 E OVVIAMENTE SONO PROBLEMATICHE PERCHé RIFACENDOSI A GENESI (CREAZIONE DI ADAMO "COME PRIMO" E DONNA "COME SECONDA\DERIVATA") E AL CONCETTO DEL DIO "PADRE- SPOSO\UMANITà FEMMINA" CONVALIDANO L'IDEA CHE L'UOMO SIA PRIMARIO E LA DONNA SECONDARIA.
Info tratte da
Per von Balthasar la lode che promana dal Creato in risposta al suo Creatore (Salmi 66, 104, 148) è una lode "femminile" in quanto la creatura rispetto a Dio non può che essere secondaria, corrispondente, femminile [...] Balthasar sottolinea che la risposta a Dio per entrambi i sessi è una risposta essenzialmente femminile. [...] In tedesco il termine per parola, das Wort, è neutro, mentre il termine risposta, die Antwort, è femminile. [Riprendendo la creazione di Eva von Balthasar fa notare che]: "Solo dopo che Dio forma la donna dalla sua costa, si apre per lui [Adamo] la natura con una controparola adeguata: "questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta [tratta] (Gen 2,23) Così la donna è essenzialmente risposta (Antwort) [...] se l'uomo è la parola che chiama, la donna è la risposta che alla fine risuona incontro a lui, trasmessa dalla reciprocità alternativa [...] si capisce come mai l'uomo può essere primario e la donna secondaria, dove però il primario senza il secondario resta incompiuto, perché ha bisogno dell'eguale nel rango e nel valore per compiersi. [...] C'è un'essenziale eguaglianza dei sessi, con cui si combina anche una valenza simbolica del maschile\femminile in quanto espressione della relazione Dio\creatura. Ma essendo una creatura, Adamo è femminile davanti a Dio"
Von Balthasar non equipara Adamo a Dio (seeeh vabbè, tanto poi a risuonare nella mentalità di tutti i cristiani è che "Adamo è stato creato per primo, ha più Imago Dei, è Gloria di Dio...", vedasi le idee di Agostino e Tommaso d'Aquino sull'immagine di Dio nel maschio e nella femmina e i versetti biblici sul "Uomo maschio gloria di Dio, la femmina gloria dell'uomo". Nota di Lunaria)
[...] per questo era così appropriato come dice Tommaso d'Aquino che a dare il consenso all'incarnazione fosse una donna (Sì, peccato che Tommaso nella questione 92 va a riprendere la misoginia di Aristotele sulla difettosità femminile e sottolinea che la donna serve solo a fare figli e deve stare sottomessa al marito, come dice l'apostolo Paolo... il pensiero di Tommaso NON lo riportate mai per integrale, vero? Nota di Lunaria)
Von Balthasar ci fa poi sapere che "Dio non ha violentato la creatura dovendo farsi uomo nel grembo di una donna", perciò "l'accordo e l'approvazione di lei venissero previamente inclusi... Dio non poteva violentare la sua creatura libera" (Nota di Lunaria: dal momento che "virilizzano Dio" devono pure "smarcarsi dall'ipotesi" che "Dio abbia una modalità da violentatore violando il consenso della creatura-femmina". Ecco a cosa porta l'assurdità del continuare a usare i simbolismi maschili per parlare del loro Dio!)
PROVE:
Ritroviamo questa cosa fastidiosa del "Dio è maschio, la creatura è femmina" anche in questo libro, che all'apparenza dal titolo "sembra tanto inclusivo delle donne nella religione cristiana" e poi continua imperterrito a tirare fuori il simbolismo "Dio è maschio, si comporta da maschio verso la Creazione femmina"
"In particolare, come la donna nei confronti dell'uomo, così la chiesa esprime e attua tutta la propria femminilità in rapporto al suo Signore. Egli è "l'archetipo del maschio", afferma von Balthasar, che porta lo sperma divino, quello di cui parla S.Giovanni, mentre la chiesa che accoglie e fa crescere il seme è l'archetipo della donna. In quanto persone che accolgono il seme di Cristo, la sua parola rigeneratrice, tutti i membri della chiesa, uomini e donne, sono femminili"
PERCIò DIO RESTA SEMPRE MASCHIO!!!
In "La Madonna", von Balthasar scrive "Tutti i membri della chiesa, uomini come donne sono femminili [...] La perfezione della donna non è di divenire come un uomo [CIOè NON PUò DIVENTARE SACERDOTESSA. Nota di Lunaria] pena la sua degradazione"
APPROFONDIMENTO tratto da
Il libro di Osea è un'opera che le studiose bibliche femministe hanno esaminato a fondo perché questo profeta è il primo che utilizza la metafora del marito per indicare la divinità, presentando Israele con immagini femminili negative (moglie adultera di Dio)
Tale raffigurazione rispecchia la situazione storica dell'Antico Israele, in cui i rapporti di genere erano asimmetrici: l'uomo occupava la posizione più privilegiata mentre la donna gli era soggetta.
Nel libro, Osea interpreta il divino come maschile e il peccaminoso come femminile: utilizzando queste immagini il profeta descrive il legittimo castigo di Dio come violenza fisica, esercitata dal marito contro la moglie.
Il problema sorge quando si dimentica il carattere metaforico dell'immagine biblica e si giustifica il maltrattamento fisico del marito contro la moglie alla stessa stregua del castigo di Dio contro Israele.
Vediamo alcuni versetti tratti da Osea
"Intentate causa contro vostra madre, intentate causa poiché non è mia moglie e io non sono suo marito. Ed essa deve togliere dinnanzi a sé la sua fornicazione e dal suo seno i suoi atti di adulterio affinché io non la spogli nuda [...] e non la metta a morte con la sete. E non mostrerò misericordia ai suoi figli perché sono figli di fornicazione" [le divinità come Baal sono paragonati agli amanti della donna, ai quali lei si accompagna]
"E Il Signore mi diceva: "Va ancora una volta, ama una donna che è amata da un compagno e che commette adulterio, come nel caso dell'amore del Signore per i figli di Israele mentre si rivolgono ad altri Dei"
Il simbolismo "re glorioso e belligerante che sposa la donna dopo aver distrutto i suoi nemici" è ripreso nel salmo 45
PROVA
Nota di Lunaria: come osservano le teologhe femministe, insistere così tanto sulla virilità di Dio ha portato a ripiegare "una gloria compensativa del femminile" su Maria, ma resta lo squilibrio sessista perché Maria non è una Dea, bensì la creatura sottoposta al Dio "paterno\virile\marito".
Dall'inghippo non se ne esce (è proprio sbagliato alla base il simbolismo usato per descrivere Dio, che a sua volta riflette le idee di SECOLI FA del rapporto uomo-donna) a meno che non si consideri "Maria divinizzata nello Spirito Santo\Ipostatica nello e tramite lo Spirito Santo"
Sarebbe comunque un accontentarsi del "secondo posto" (Maria diventa Dea "dopo che lo Spirito Santo è sceso su di lei", mentre Cristo maschio è Dio da sempre) ma è pur sempre l'unico correttivo teologico che si può inventarsi per porre rimedio al sessismo del simbolismo cristiano.
APPROFONDIMENTO: L'IMAGO DEI NELLA DONNA (Commento Turoldo)
Info tratte da
Nota di Lunaria: onde evitare i soliti insulti del tipo "Non è vero niente, te lo sei inventata tu, non hai mai letto un libro di teologia" et similia, il pdf è corredato da prove (cioè le foto sottolineate in rosso).
Ci troviamo alle pagine 46 e 47. Di Turoldo ho letto anche le sue poesie, che suggerisco di leggere.
"Dio non può permettere che la sua immagine sia profanata e vilipesa; perciò Dio sarà sempre dalla parte dell'oppresso e del perseguitato: Cristo è sempre dalla parte dell'ultimo di tutti gli uomini. Dio è la sua difesa, la sua gloria. E l'uomo è la gloria di Dio.
Dirsi "immagine di Dio" significa essere rivelazione del suo amore: perché Dio è amore. Non già io immagine di Dio o tu immagine di Dio; ma tu e io insieme: umanità composta nell'amore. Come il primo uomo e la prima donna. Da solo, l'uomo è imperfetto, non è finito: non è umanità al completo. Perciò Dio interviene. "Gli darò un aiuto simile a lui". Un "adiutorium", un complemento (notare che, nel testo, il termine con cui si annuncia la donna è uguale al termine con cui si invoca Dio: "Dio, mio aiuto")
Così la donna è la perfezione dell'uomo, l'altra parte. Il suo vero nome è "ishsha" ("uoma"): per dire che fa parte della stessa vita, che deriva dallo stesso Principio ed è di uguale origine divina, come l'uomo. Anzi, l'ultimo atto creatore di Dio. Perciò l'uomo e la donna non sono due "cose", ma una cosa sola: l'io e il tu dell'amore.
Ogni uomo non è che un momento di Dio: io sono un momento di Dio e tu sei un altro momento di Dio. Ognuno è un'espressione unica ed irripetibile del Padre (*). Tutte "persone viventi". Ognuno "persona", maschera di Dio sul teatro del mondo. (...) Così il progetto di Dio è unico, unico il dramma della storia e l'attesa delle cose: che tutti si amino! Non c'è altra soluzione."
(*) Nota di Lunaria: vabbhè, si poteva mettere anche Dio Madre e non solo Padre, tanto per non fare lo scivolone sull'androcentrismo cristiano, dopo che per tutta la pagina 46 si è posto rimedio alla misoginia cristiana "di secoli fa" che NEGAVA l'Imago Dei nella donna o si degnava di ammettere che la donna fosse "a immagine di Dio" solo se "era sposata e faceva coppia con un uomo".
Tutto bene per una pagina intera, ma poi si tira di nuovo fuori il simbolismo maschile paterno su Dio e l'inclusività della donna in Dio viene azzerata con quel "Dio (è) Padre" che si ripete da 2000 e passa anni e ha introiettato nella mente di tutti l'immagine di Dio "vecchio patriarca con la barba" 😓
Peraltro, a pagina 167, Turoldo scrive "Se una religione non ha come scelta la partecipazione umana - come Cristo che si fa uomo - e questa non è la scelta primaria, partecipazione alle sorte dell'uomo più emarginato e colpito, che religione e fede saranno mai?"
Sì, ma il punto della questione non è se "sono migliori o no le religioni dove gli Dei non si incarnano come uomini", ma COME MAI il Dio cristiano sceglie di incarnarsi ESCLUSIVAMENTE IN UN MASCHIO, pur potendo nascere ANCHE FEMMINA (e NON LO FA), e l'essere umano viene ridotto solo al sesso maschile che "comprende" anche il femminile (non è mai il contrario) laddove Cristo (maschio) è "il salvatore e redentore" anche delle femmine (pur essendo maschio). Dov'è la differenza sessuale in Dio? Non c'è, o meglio, Dio è monosessuale, e dei due sessi, ne sceglie uno solo, il maschile. Sì, però poi i teologi di secoli fa ci hanno ricamato su, su 'sta scelta dell'unico sesso di Dio, considerando se stessi "superiori alle femmine" proprio perché "Dio si è fatto maschio come noi, il maschio è il sesso più nobile".
Vedi tutta la critica che Mary Daly fa all'androcentrismo cristiano in "Al di là di Dio Padre" e "La chiesa e il secondo sesso".
La virilità di Dio è problematica, perché è da quel concetto lì che tizio e caio hanno trovato la super-scusante inoppugnabile per diffamare le donne.
Certo, apprezziamo i tentativi dei teologi moderni per porre rimedio alla misoginia cristiana. So bene che alcuni tra loro sono dispiaciuti ma fin tanto che questo vostro Dio è immaginato come il patriarca barbuto e in più, rafforzate il concetto dell'androcentrismo andando a ricamare su Gesù come "vero Dio e vero uomo", usandolo persino come scusante per escludere le donne dal sacerdozio, dalla misoginia e dall'androcentrismo
cristiano non se ne esce. OK, poi però non fate gli offesi stizziti se qualcunA afferma che il cristianesimo è una religione patriarcale tanto quanto islam, ebraismo, confucianesimo e via dicendo.
Perché di divinizzazione della donna, nel cristianesimo, non se ne parla proprio, in compenso la divinizzazione per il maschio c'è, e in abbondanza, per tutti e tre i personaggi della Trinità e per i sacerdoti e papi in Terra. 😓
O vi decidete a fare una teologia della Maternità di Dio (o dello Spirito Santo) o trovate il modo di divinizzare Maria oppure da 'sto androcentrismo cristiano non se ne esce. 😖
Prove:
L'ECCE HOMO E I SACRAMENTI
Info tratte da
Giovanni, 4,6-7: "Gesù [...] affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "Dammi da bere"
Gesù manifesta Dio attraverso la sua umanità (Nota di Lunaria: sì, ma solo in versione maschile, il che è un problema dal punto di vista simbolico perché il femminile resta escluso e al massimo, "viene inglombato, rappresentato" dal maschile universale), così ci sorprende che chieda un po' d'acqua, una cosa ordinaria. è attraverso le cose ordinarie nei sacramenti che dico a Cristo la mia disponibilità, e Cristo si offre a noi in modo ordinario: attraverso l'acqua, il pane, il vino. L'essere missionari è l'incontro tra me e l'altro, la sua umanità, le sue stanchezze e la sua sete.
Concludiamo riportando una riflessione tratta da Hans Urs Von Balthasar:
"Nel destino storico dell'uomo Gesù Cristo si condensa il destino definitivo del mondo, in termini reali e allo stesso tempo simbolici: Ecce Homo: guardate, questo è l'uomo! Questa è l'esistenza per la morte! Qui essa va, qui è destinata, qui la trascina il suo destino, quaggiù essa precipita: in un simile abisso di perdutezza! (...) Ma con la risurrezione dei morti, di cui il primogenito è l'uomo Gesù Cristo (Nota di Lunaria: caratteristica di tutta la teologia di Von Balthasar è sempre questo continuo rimarcare che Gesù era maschio, del resto non sono mancate "frasi von balthasariane infelici" sulla secondarietà femminile...),
l'uomo sorge nuovamente, eternamente da Dio. (...) "Morte, dov'è il tuo pungiglione, dov'è la tua vittoria?"
La morte è qui, eppure è eliminata. La croce è qui, eppure è venuta la Pasqua."
COMMENTO DI SUOR LUCIA DA FATIMA A 1 CORINZI 3,16
Info tratte da
Per chi non lo sapesse, suor Lucia era una delle pastorelle di Fatima
Concetti tratti dalle pagine 104, 112, 113, 114, 278
Qui domando a me stessa: perché, se bastano i meriti e la preghiera di Gesù Cristo per riparare e salvare il mondo, il Messaggio invoca i meriti del Cuore Immacolato di Maria e chiede la nostra preghiera, il nostro sacrificio e la nostra riparazione?
Rispondo che non lo so! (...) Prendo il vangelo e vedo che fin dall'inizio Gesù Cristo unisce alla sua opera redentrice il Cuore Immacolato di colei che ha scelto come sua Madre.
L'opera della nostra redenzione è iniziata nel momento in cui il Verbo è sceso dal Cielo per assumere un corpo umano nel seno di Maria.
Da quell'istante e per nove mesi, il sangue di Cristo era il sangue di Maria colto alla fonte del suo Cuore Immacolato, i palpiti del Cuore di Cristo battevano all'unisono con i palpiti del cuore di Maria.
[e così per le aspirazioni del cuore, l'amore del cuore di Maria era l'amore del Cuore di Cristo] Tutta l'opera redentrice nel suo principio passa per il Cuore Immacolato di Maria a motivo del vincolo della sua unione intima e stretta con il Verbo Divino. [...] In quanto Madre di Cristo e del suo Corpo Mistico il cuore di Maria è in qualche modo il Cuore della Chiesa.
Vediamo che Gesù chiede al Padre la nostra unione con la Santissima Trinità. Proprio questa è la nostra vita soprannaturale, perché essere in Dio è vivere la vita di Dio: Dio presente in noi e noi immersi in Dio.
[...] Siamo, come dice san Paolo, templi di Dio: "Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi" (1 Corinzi 3,16)
"In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito" (Efesini 2,21-22)
Nel Vangelo si dice che siamo oggetto di una particolare scelta di Cristo ("Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" Giovanni 15,16)
[...] Ciò che Dio prende per sé e identifica con sé diventa, attraverso l'intima unione con Cristo una sola cosa con Dio: "In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi" (Giovanni 14,20)
"Avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria" (Lettera agli Efesini 1,13-14)
Siamo templi di Dio, e Dio è la nostra dimora, camminiamo alla luce della gloria di Dio, siamo stati scelti da Dio che ci ha chiamati e ci conosce per nome: "Il pastore chiama le sue pecore una per una, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce\Io sono il buon pastore\offro la vita per le pecore" (Giovanni 10,2 ecc.)
Nota di Lunaria: Nella devozione cattolica esiste(va) anche il "Maria Divina Pastora"
Non che sia proprio corretto l'appellativo "Divina", considerato che NON la considerano una Dea, -_-
"Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi" (1 Corinzi 3,16-18)
[...] Siamo santificati dalla presenza di Dio per la lode della sua gloria, siamo tabernacoli viventi dove abita la Santissima Trinità, siamo la Casa di Dio e la porta del Cielo!
Commento di Lunaria: sì sì, tante belle parole di divinizzazione e dell'essere i templi di Dio, peccato che però che nei commenti dei teologi dei secoli precedenti non si siano tradotte "anche al femminile" con frasi del tipo "Anche le Donne sono il Tempio di Dio! Perciò nelle chiese e sui santini dipingiamo Dio anche con corpo femminile!", ma siano state riviste unicamente per l'uomo, perché la donna "era inferiore, malriuscita, doveva stare sottomessa, era diabolica, il nostro divino aristotele aveva ragione su tutto"..., perché l'andazzo, nel cristianesimo, è stato questo qui più o meno fino agli anni '70.
Approfondimento: Info tratte da
Pagine 132 e 133
La sua anima fu davvero trapassata dalla spada, secondo il vaticinio di Simeone (Luca 2,35) come lo dimostra la sua presenza sul Calvario all'ora del Figlio. Il momento della presentazione al tempio di Gesù rappresentava la profezia dell'oblazione, dell'offerta di se stessa cone vittima d'amore insieme col Figlio:
"La Chiesa stessa, soprattutto a partire dai secoli del Medioevo, ha intuito nel cuore della Vergine, che porta il Figlio a Gerusalemme per presentarlo al Signore (Luca 2,22) una volontà oblativa che superava il senso ordinario del rito.
Di tale intuizione abbiamo testimonianza nell'affettuosa apostrofe di S. Bernardo "Offri il tuo Figlio, o Vergine santa e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo grembo. Offri per la riconciliazione di noi tutti la vittima santa, a Dio gradita" (Marialis Cultus n.20)
Maria è "come aurora che sorge, bella come la luna, radiante come il sole e maestosa come schiera armata" (Cant 6,9) ha salito insieme con Cristo la via della Croce, fino a morire misticamente con l'Agnello immacolato.
Pagina 137 e 138
Unione di Maria al sacrificio di Cristo
è quanto dice Paolo VI, circa i legami di Maria con il sacrificio eucaristico, sacramento del sacrificio della Croce o memoriale della morte e risurrezione del Signore.
"Questa unione della Madre con il Figlio nell'opera della Redenzione raggiunge il culmine sul Calvario, dove Cristo "offrì se stesso quale vittima immolata a Dio" (Eb 9,16) e dove Maria stette presso la croce (Gv 19,25) soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, armoniosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata e offrendola anch'ella all'eterno Padre. (Marialis Cultus n.20)
Pagina 139
Maria non solo genera nel cuore e nella carne l'Unigenito Figlio di Dio ma anche lo offre sull'altare della Croce dopo averlo profeticamente offerto e riconsegnato a Dio nel tempio di Gerusalemme al momento della presentazione secondo l'usanza mosaica. (Luca 2,22-23)
Esempi di santini cattolici con Maria "Madre dell'Eucaristia"
METTIAMO LE PROVE:
Approfondimento tratto da
Articolo pubblicato alle pagine 48 e 49, rubrica "Maria nell'Era Moderna", apparso sul numero 48 del 26 novembre 2023
Fernando Chirino de Salazar sviluppò alcune riflessioni sul ruolo di Maria, come l'idea che Maria, incinta del Figlio di Dio (Pane vivo Celeste, Gv 6,51-52), fosse "Colei che ci porta la Mensa"; sotto l'influsso dello Pseudo-Epifanio (autore del VIII secolo), Chirino de Salazar nel suo "Commento al libro dei Proverbi" scrive che "La Vergine è chiamata sacerdote [sic, al maschile. Nota di Lunaria] perché agendo in certo qual modo alla maniera del sacerdote insieme al Figlio sacerdote offre al Padre la vittima della redenzione"; Chirino de Salazar definisce Maria "Altare" perché Cristo immolato una volta sola sulla Croce lo "fu mille volte nel cuore di Maria"
Da queste riflessioni, si nota come la liturgia eucaristica viene legata alla volontà di Maria che ha cooperato col Figlio per l'Eucaristia: il corpo e il sangue di Cristo derivò dal corpo di Maria, che lo generò e custodì nel grembo.
Nota di Lunaria: altrove avevo già commentato il "Caro Christi Caro Mariae", la carne di Cristo è la carne ricevuta da Maria.
Come ho dimostrato anche qui, a ravanare (come faccio io 😂) nella vostra teologia cattolica si trovano dei concetti che potrebbero essere interpretati in chiave di "inclusività del Femminile", in questo caso parlando di "sacerdozio femminile su modello del simbolismo mariano del "Caro Christi Caro Mariae", ma il punto è che al di là delle belle frasi di circostanza che di tanto in tanto il Papa dice,
la Chiesa del 2023 non vuole neanche concedere un piccolissimo spazietto sacerdotale alle donne, che potrebbe peraltro giustificare appellandosi comunque a simbolismi su Maria (postulati dalla Chiesa stessa, peraltro), e sì che riconoscerlo, finalmente!, le permetterebbe di mettere un bavaglio zittendo tutti quelli che l'accusano di essere una religione patriarcale, che non ha mai promosso una vera e piena parità uomo-donna (né giuridica né tantomeno spirituale).
Invece niente, per quanto la Chiesa abbia persino avuto dei teologi che parlano di "Maria-sacerdote(ssa)"
(e -ssa lo aggiungo io perché "Maria-sacerdote" è cacofonico al massimo), non c'è verso che quel simbolismo lo applichi alle donne, mentre il simbolismo di Cristo sì, l'hanno applicato eccome ai maschi.
LE DONNE DURANTE LA CROCIFISSIONE
Info tratte da
Ai piedi della croce sono presenti quattro donne: Maria madre di Gesù, Maria di Cleofa e Maria di Magdala, la quarta è la sorella di Maria, cioè la zia di Gesù. Vengono anche menzionate altre donne: Maria, madre di Giacomo, la madre dei figli di Zebedeo, Salome, Giovanna...
Spesso si permetteva ai parenti e ai nemici di assistere all'agonia di un condannato a morte per crocifissione.
Per esempio, un re della dinastia degli Asmonei, discendente dai Maccabei, tale Alessandro Janneo, che regnò dal 102 al 76 a.C, aveva fatto crocifiggere i capi farisei di una rivolta.
Volle che attorno alle croci fossero raccolte le famiglie dei condannati, e che costoro assistessero ai pianti di donne e bambini mentre il re banchettava con le sue concubine.
Del resto, anche nel testo, a Luca 23,27-31 si menzionano delle donne che erano "lamentatrici di professione" (prefiche) alle quali Gesù risponde "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli! Ecco, verranno giorni nei quali si dirà "Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato! Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché, se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?"
Il legno secco, nelle parole di Gesù, è simbolo del peccato che verrà incenerito dal giudizio di Dio, mentre il legno verde è l'uomo giusto, Cristo, che viene eleminato dal giudizio umano.
Nei vangeli apocrifi c'è qualche particolare in più. Per esempio nel "Vangelo di Gamaliele", Maria è in scena durante la Passione. Consola l'apostolo Giovanni per il tradimento di Pietro. E insieme ad altre donne, è lei che si incammina dietro il corteo. è proprio lì che le madri degli innocenti trucidati da Erode al tempo della nascita di Gesù ingiuriano Maria dicendo "è giunta per noi oggi la vendetta contro di te e contro tuo figlio. Per colpa tua il nostro grembo rimase senza figlio, due anni dopo che tu generasti il tuo!"
Ritornando ai vangeli canonici, Gesù, vedendo la madre e lì accanto il discepolo che amava, disse alla madre "Donna, ecco tuo figlio!" e al discepolo "Ecco tua madre!" E da quel momento il discepolo la accolse con sé (Giovanni 19,25-27)
Si è discusso a lungo sull'identità di quel "discepolo che Gesù amava"; alcuni hanno pensato che si trattasse persino di Lazzaro perché in Giovanni 11,3-5 è scritto "[Lazzaro] voleva molto bene, anzi era colui che egli amava"
APPROFONDIMENTO: PENSIERI MISTICI DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESù (DI LISIEUX)
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"Da qualche tempo mi ero offerta a Gesù Bambino per essere il suo giocattolo. Gli avevo detto di servirsi di me non come di un giocattolo costoso che i bambini si limitano a guardare senza osare toccarlo, ma come di una pallina di nessun valore che poteva gettare in terra, spingere con i piedi, bucare, lasciare in un angolo oppure stringere al cuore se questo gli faceva piacere; insomma, volevo divertire il piccolo Gesù, fargli piacere, volevo abbandonarmi ai suoi capricci infantili [...] Chiedevo a Gesù di sciogliere le mie catene: egli le spezzò ma in modo del tutto diverso da quello che mi aspettavo... lasciò per terra la sua pallina, senza nemmeno degnarla di uno sguardo!"
Teresa sta raccontando la sua visita al Papa a Roma per chiedergli di poter entrare nel Carmelo all'età di 15 anni, richiesta che non verrà ascoltata e introduce, con l'immagine della pallina, un tema che attraverserà tutti i suoi scritti: l'idea di fare piacere a Gesù.
Un altro aspetto interessante è che la pallina che Teresa vuole essere non è un giocattolo costoso; scrive: "Spesso i bambini si divertono di più con i giocattoli che possono lasciare o prendere, rompere o baciare [piuttosto che non con quelli di valore che non toccano] Allora mi sono rallegrata di essere povera: ho desiderato di diventarlo ogni giorno di più affinché Gesù provi un piacere sempre più grande a giocare con me."
Essere la pallina di Gesù significa che il suo essere povera e debole diventano punti di forza: "[...] Gesù si compiace di mostrarmi l'unico cammino che porta a questa fornace divina. Questo cammino è l'abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo Padre" (1) "[...] Gesù non chiede grandi azioni, ma soltando l'abbandono e la riconoscenza"
Per Teresa, il nostro essere limitati è la caratteristica su cui puntare, l'unico modo per poter amare al posto che passare la vita ad aspettare quanto tutto sarà perfetto. A Gesù non importa che siamo perfetti, gli importa che amiamo.
(1) Nota di Lunaria: Il solito androcentrismo paterno cristiano, quando per come è espresso, il pensiero si prestava meglio al definire Dio come Madre.
Aggiungo anche questi pensieri mistici
Teresa di Gesù (1515-1528)
"L'anima capisce bene che la sua pena è una grande Grazia del Signore..."
"Un altro modo di pregare somiglia a una ferita, che in verità appare all'anima come se una saetta, passando per il cuore, la trafisse nella sua parte più intima. Ciò desta in lei un grande dolore, che certo erompe in lamenti, ma è anche così dolce che l'anima non vorrebbe mai esserne priva."
"Altre volte davanti a Dio vengo sopraffatta da un impeto violentissimo al quale si accompagna uno struggimento davvero incercibile. Poichè ho la sensazione che la mia vita stia per liquefarsi, sento l'impulso di gridare a voce alta e di invocare Dio. Altre volte mi prende un empito tale di servire Dio che mai e poi mai, nel descriverlo, potrei esagerarne l'intensità. E ad esso si accompagna, con un dolore che travalica ogni percezione, la coscienza della mia inutilità. "
Armelle Nicolas (1606-1671)
"Quanto più mi vedevo miserabile, tanto più desideravo unirmi a Colui che riconoscevo come il mio unico Bene e il mio Tutto."
"Poi, prosternandomi a terra, invocai: "Signore pietà! Signore pietà!" E rivolgendomi a Dio con ardente fervore, così gli dissi: "O Signore mio Dio, guarda, il giorno è venuto in cui bisogna che io sia tutta Vostra. Purificatemi e lavatemi, ungetemi il cuore, trafigettemi con le saette, accoglietemi nel novero dei Vostri discepoli. MostrateVi a me e unitemi a Voi."
"Allora mi gettai a terra, non riuscendo più a trattenermi, né a reggermi in piedi, tanto ero ridotta allo stremo. E, in quello stesso istante, Dio fece rifulgere nel fondo del mio cuore un raggio della Sua Luce Divina, mediante il quale mi Si manifestò e mi fece comprendere chiaramente che Colui che tanto intensamente avevo desiderato stava entrando in me e prendeva pieno possesso di me. Non appena mi fu concessa questa grazia, mi trovai come tutta rivestita e circonfusa di Luce. All'inizio fui assalita da un grande spavento, che durò tuttavia solamente un istante......"
Simeone il Nuovo Teologo (970-1040 Circa) "Dal momento che lo contemplai, perdetti i sensi."
Hildegarda di Bingen (1100-1178) "Ma io sono sempre angosciata e tremebonda, perché in me non vedo certezze d'una possibilità qualsiasi; piuttosto tendo le mani a Dio, perchè mi tiri a Sé come una piuma che priva di peso e gravità vola nel vento."
LE DONNE NELLE COMUNITà CRISTIANE "PAOLINE"
Info tratte da
Pare che nel cristianesimo delle origini le donne ebbero un ruolo più importante nella Chiesa che non nella società.
Gesù stesso aveva avuto contatti con donne che finanziavano il suo ministero da predicatore itinerante.
Le donne (che lo seguivano dalla Galilea a Gerusalemme) assistettero alla sua crocifissione, mentre i discepoli maschi abbandonarono Gesù; infatti, furono le donne a trovare il sepolcro vuoto e ad annunciare che Gesù era risorto.
Dopo la morte di Gesù, le donne non vengono quasi più menzionate e tutta la gestione del cristianesimo passa a Pietro o a Paolo di Tarso. Dopo varie conversioni (come quella del centurione), da lì in poi gli oratori furono tutti uomini.
Tuttavia, alcuni indizi suggeriscono che le donne avessero un ruolo importante nelle comunità cristiane nel I secolo; anche Paolo cita alcune donne nelle sue lettere, come quella ai Romani, dove Paolo saluta alcune donne, come Febe (diaconessa) della chiesa di Cencre, protettrice di Paolo, che le affidò la consegna della lettera ai Romani.
Paolo cita anche Prisca, che insieme al marito Aquila fu responsabile della missione gentile che ospitava una congregazione a casa proprio (e Prisca viene citata prima del marito). Paolo menziona Trifena, Trifosa, Perside, "che hanno lavorato per il Signore", poi parla di Giulia, della madre di Rufo, della sorella di Nereo e di Giunia, che viene definita "una degli apostoli insigni".
Da questi indizi, risulta che il gruppo di apostoli comprendeva molte più persone e non solo "i dodici uomini" che tutti conoscono. Nella lettera ai Filippesi Paolo quando si rivolge ai membri della congregazione chiama per nome solo due donne, Evodia e Sintiche.
Nota di Lunaria: si tenga presente che "diaconessa" non è sinonimo di sacerdotessa, eh. La diaconessa era addetta al servizio (così come il diacono) NON rappresenta "Dio in forma femminile", mentre invece il sacerdote rappresenta Cristo.
Comunque, salvando il salvabile in un testo patriarcale come la Bibbia, c'è da riconoscere che non ha negato il dono delle profezia alle donne.
Come si spiega questa attrattiva verso il cristianesimo, da parte delle donne?
Con il messaggio apocalittico predicato da Gesù stesso: nel "regno a venire", sarebbero stati gli oppressi (come le donne, sottomesse ai membri maschi della famiglia) ad avere posizioni di potere.
Forse, nelle prime comunità cristiane, si stava già attuando l'idea del "regno a venire", anche se c'è da ribadire che Paolo non volle mai abolire le strutture sociali della società che determinavano le differenze tra individui: si veda la giustificazione della schiavitù.
Per lo stesso motivo, non abolisce il dominio patriarcale: esorta le donne ad indossare il velo (1 Cor 11, 2-16) in segno di sottomissione all'uomo.
Perciò, per Paolo (e peggio ancora, quelli venuti dopo di lui) riteneva che semmai le distinzioni tra maschio e femmina, padrone e schiavo ecc., sarebbero state abolite, in futuro, nel "Regno dei Cieli", restava il fatto che, nel mondo terreno, queste discriminazioni dovevano continuare ad esistere.
Nota di Lunaria: il passo paolino del "Non c'è più Giudeo né Greco, non c'è più schiavo né libero, non c'è più uomo né donna, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù", che viene citato per "dimostrare" che "nel cristianesimo tutti sono uguali" (cosa falsissima, visto che la gerarchia sessista viene ribadita a Corinzi, Efesini, Timoteo...) come faceva notare Mary Daly, rimarca la predominanza maschile: le donne si salvano, sì, esattamente come gli uomini, ma Cristo è maschio e perciò resta simbolo maschile, che "include le donne" restando solo maschio, però.
LE DONNE NEL MONTANISMO E NEI VANGELI GNOSTICI
Nota di Lunaria: onde evitare i soliti insulti del mantra "Non è vero niente, non ti credo, te lo sei inventata tu e non hai mai letto un libro!" ci troviamo alle pagine 163 e 164 (vedi prova allegata).
A pagina 165 e successive si parla dello Gnosticismo
Il Montanismo fu un movimento ereticale fondato da Montano, alla fine del II secolo. Montano credeva che il regno di Dio sarebbe apparso presto (cosa che rende il Montanismo un movimento apocalittico) e avvertì i cristiani che avrebbero dovuto vivere le loro vite preparandosi all'evento.
I primi due seguaci di Montano furono delle profetesse: Massimilla e Priscilla. Furono figure importanti, considerate ispirate dallo Spirito Santo: "Dopo di me non vi saranno più profezie, ma la Fine", profetizzò Massimilla.
Tuttavia, per quanto nel Montanismo vi fossero donne profetesse, la realtà sociale continuava a prevedere la subordinazione delle donne.
Il personaggio più famoso che per un tempo si convertì al Montanismo fu Tertulliano, il noto apologista. Tertulliano attaccò duramente le donne, specialmente quelle che volevano assumere ruoli di guida nella Chiesa.
Per Tertulliano, ogni donna era discendente di Eva e colpevole, come lei, di tutto il male.
"E non sai di essere Eva? In questo mondo è ancora operante la sentenza divina contro il tuo sesso (...) Sei tu la porta del Diavolo, sei tu che hai spezzato il sigillo dell'Albero, sei tu la prima che ha trasgredito la legge divina, sei stata tu a circuire colui che il diavolo non era riuscito a raggirare; tu, in maniera tanto facile, hai annientato l'uomo, immagine di Dio; per quello che hai meritato, cioè la morte, anche il Figlio di Dio ha dovuto morire: e hai ancora in animo di coprire di ornamenti le tue tuniche di pelle?"
PROVA:
Un altro ramo del cristianesimo in cui le donne comparvero in modo significativo fu lo Gnosticismo, dove alcune donne ricoprirono un ruolo importante e sembra che fosse celebrato un femminismo sacro.
Furono i Padri della Chiesa ad attaccare gli gnostici, anche perché consentivano alle donne di ricoprire ruoli di rilievo nelle comunità gnostiche.
Due vangeli gnostici furono "Il Vangelo di Maria" (composto alla fine del II secolo, giunto a noi incompleto) e "Il Vangelo di Filippo" (risalente forse all'inizio del III secolo e scoperto nel 1945).
Nel "Vangelo di Maria" si riconosce importanza a Maria Maddalena, la più amata da Gesù, alla quale rivelò a lei sola, in una visione, la spiegazione della natura delle cose e della salvezza dell'anima; visione negata agli apostoli maschi.
(Nota di Lunaria: sì, ma cosa cambia? Non smuove di una virgola l'androcentrismo cristiano dove solo il maschio Gesù è ritenuto Dio! Il problema non è se tale Gesù fosse sposato o no, ma il fatto che solo lui sia ritenuto Dio! Manca una divinizzazione delle donne, insomma!)
Il "Vangelo di Filippo" è una raccolta di riflessioni estratte da sermoni (prive di un contesto narrativo) riunite sotto il nome di "Filippo", discepolo di Gesù.
In questo vangelo vengono menzionati i sacramenti: battesimo, crisma, eucaristia, redenzione e camera nuziale. è quest'ultimo che non sappiamo cosa fosse: forse una specie di unione sacra (hieros gamos) tra elemento maschile e femminile? Una celebrazione rituale dell'atto sessuale?
Vi sono passi molto importanti nel Vangelo di Filippo che citano delle donne:
"Ve ne erano tre che camminavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella e la Maddalena, che veniva detta sua compagna. Sua sorella, sua madre e la sua compagna si chiamavano tutte Maria" e (gravemente incompleto) "La compagna del [] Maria Maddalena [] più di [] discepoli [] baciarla [] sulla []"
Il vangelo prosegue con "Gli altri discepoli allora gli dissero: Perché ami lei più di tutti noi? Il Salvatore rispose loro: "Perché non amo voi tutti come lei?"
Nota di Lunaria: ma si tenga sempre presente che Gesù stesso NON HA MAI parlato di Dio come madre o con altri titoli femminili.
Del resto, nel "Vangelo di Tommaso" è scritto: "Simone Pietro disse loro: Maria si allontani di mezzo a noi, perché le donne non sono degne della Vita!
Gesù disse: Ecco, io la trarrò a me in modo da fare anche di lei un maschio, affinché anch'essa possa diventare uno spirito vivo simile a voi maschi. Perché ogni donna che diventerà maschio entrerà nel Regno dei Cieli."
Sempre nello stesso vangelo si trova anche:
"Gesù rispose loro: quando farete in modo che due siano uno, e farete sì che l'interno sia come l'esterno e l'esterno come l'interno... e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina... allora entrerete."
APPROFONDIMENTO: IL RE DELLA LUCE (1938)
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Leggo volentieri quello che i cristiani pensano "sul Dio Madre\Spirito Materno" ma per favore non iniziate ad insultarmi e possibilmente cercate di argomentare con fonti teologiche (se volete criticare)